Viaggiare, scoprire, cercare, sciare e tanto di più, questo è Sabrina Beber, di Pergine ma cittadina del mondo e allo stesso tempo legata alle proprie radici. Sabrina ci racconta del suo viaggiare con gli sci in spalla ed ai piedi per montagne anche inusuali...
di GIUSEPPE FACCHINI
Sabrina, parlaci di te.
«Sono ricercatrice, ma anche telemarker e freerider. Sto facendo il dottorato di ricerca nel campo delle neuroscienze e sono grande appassionata di sport a 360 gradi, nonché amante della musica e del ballo. Ho iniziato a mettere gli sci a 3 anni e non li ho mai abbandonati. Da 14 anni sono passata a questo modo di sciare che mi appassiona e mi approccio alla montagna con questo stile».
Come descrivi la tua sciata?
«Tecnicamente è il vecchio sciare di una volta, trae origini dal bisogno di spostarsi sulla neve camminando in piano, in salita e in discesa. Il tallone è sempre libero, così quando scendo posso piegare la gamba come una camminata in discesa. C’è molta libertà e mi affascina per questo. Una sciata che mi piace pensare come una danza, con una certa coreografia, si può scendere in un modo o nell’altro, con curve larghe o strette, piegando prima o dopo la curva,… è un mix di emozioni soprattutto quando sei sulla neve fresca. Anche la posizione è particolare, le spalle verso la valle e il busto verso la montagna come un abbraccio».
In quali posti lo pratichi?
«Nelle nostre zone prima di tutto, in Panarotta, sul Lagorai, sulle Dolomiti ma anche sugli Appennini e poi in zone dove di solito si va al mare. Con gli sci sulle spalle sono andata in gruppo a scoprire le montagne della Grecia, montagne che scendono verso il mare. È splendido scoprire nuovi posti, essere un po’ vagabondi e andare in esplorazione. In Grecia vai ancora di più all’avventura e in posti dove c’è poca impronta umana e ancora immacolati».
Dove eri di preciso?
«Dalla Grecia centrale fino al Nord al confine con gli altri stati. Tanti magari conoscono la zona di Kalambaca per le meteore, invece noi, oltre che vederle, siamo andati a divertirci sui pendii innevati. L’emozione più grande è stata salire e scendere dalla montagna degli dei, il Monte Olimpo un posto davvero magico. Sulla cima Skolio ho salutato pure Zeus… c’era una sua statuetta, ma magari lui stava ridendo per quel mio gesto mentre mi guardava dalle nuvole. Al nord ci sono laghi e grotte (come a Kastoria) e altre pietanze gustose che danno l’energia per andare su e giù, qua e la con gli sci ai piedi. Da diverse vette in Grecia vedi il mare, ma ci sono anche posti dove ci “scivoli” direttamente ed è incredibile pensare di poter fare un tuffo. Le parole Scialpinismo vista mare, oltre che essere il titolo di una guida appena nata, mi sembra che riescano ad attivare l’immaginazione di quei posti. Nella guida scritta da Christian Mayer sono ritratta in copertina».
Come vedi il mondo da lì?
«In quel clima riesci davvero a staccare da un mondo caotico e stressante. Il contatto con la montagna e mescolarsi con essa ti permette di rigenerarti e apprezzare le cose semplici e piccole. Viaggiare, scoprire le differenze, le similitudini, il contatto umano in periodi meno turistici. Si parla con le persone, si ascolta musica diversa e si balla, inoltre la musica è un linguaggio e attraverso di essa scopri tante cose».
Quali i prossimi obiettivi?
«Penso altri luoghi da scoprire. In ogni caso il bello del viaggiare con gli sci è quello di tenere sempre i piedi per terra, così come anche nella vita. Sono molto legata a una parola, la ricerca, che faccio nel mio quotidiano e, assieme alla curiosità, la sento nelle mie passioni, gli hobby e questo mi dà molta energia».
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