di GIUSEPPE FACCHINI
Da 25 anni detiene il record italiano nell’eptathlon, la gara di prove multiple che prevede sette specialità diverse con 6185 punti, 10 titoli nazionali di atletica leggera tra pentathlon ed eptathlon, più volte in nazionale alle Olimpiadi, ai campionati mondiali ed europei. E caso più unico che raro, mamma di due gemelli che hanno conquistato il titolo italiano nei campionati cadetti, Frederic e Stephanie, rispettivamente nell’eptathlon e nel getto del peso. Lei è Gertrud Bacher, Gerti, di Lana, coniugata con Karl Schoepf.
Gerti, come hai iniziato nello sport?
«In quarta elementare mia sorella già faceva gare ed è partito tutto da lì. Ho proseguito facendo un po’ di tutto, salto in lungo, alto, 1000 metri. In terza media ho partecipato ai giochi studenteschi e ho proseguito con le prove multiple e con tanti allenamenti. Ho iniziato tardi, in particolare nelle corse con gli ostacoli, ma poi sono riuscita con fatica a fare bene anche in quelle».
Quando sono arrivate le prime soddisfazione nelle gare?
«Ho partecipato ai campionati juniores nazionali a Bolzano e mi ha visto l’allenatore della nazionale Francesco Butteri. Sono seguiti i raduni e la convocazione alle prime rappresentative. Lavoravo ma a un certo punto mi son detta, proviamo ad allenarci per un anno e vediamo se esce qualcosa. Alla fine è andata bene, sempre più forte. Mio marito era anche l’allenatore e mi diceva che avrei fatto anche i 6 mila punti ma più avanti, se migliori, piano piano ci arriverai. Io non ne ero molto convinta, ma aveva ragione lui e ho superato tante volte i 6 mila punti».
Cosa ricordi di quel fantastico record?
«Era maggio, un periodo in cui ancora non sai come stai dopo il lavoro invernale. Feci una gara dopo l’altra al massimo e senza pensarci e uscì il record nel 1999. L’anno nel quale mi sentivo più forte è stato il 2003, e potevo battere il mio record, ci andai molto vicino, ma la corsa sui 200 metri in prima corsia mi penalizzò. Negli ultimi anni avevo problemi di schiena, poi nel 2004 un virus mi sfiancò e non potei allenarmi bene in inverno e a fine stagione decisi di smettere l’attività agonistica».
Con tuo marito siete anche gli allenatori di Frederic e Stephanie. Com'è nata la loro passione sportiva?
«Erano sempre con noi al campo già da piccoli, hanno fatto i primi passi là. Giocavano nella sabbia e in prima elementare iniziarono con l’atletica una volta in settimana. Ricordo che Frederic mi chiese: ma perché non ogni giorno? Lui ha fatto anche altri sport come il calcio, ma in contemporanea anche atletica e poi si è dedicato solo a quella».
Che scuola frequentano?
«Stephanie la scuola artistica, Frederic il liceo scientifico. Sono gemelli ma molto differenti tra di loro».
In ottobre hanno vinto entrambi il titolo italiano cadetti, te l’aspettavi?
«È stata una grande soddisfazione. La speranza c’era, Stephanie non era molto sicura, poi ha cambiato la rotazione nel getto del peso e ha capito come può migliorare e fare bene. Frederic nella corsa aveva poca coordinazione e fino al 2022 aveva male al ginocchio, ma ha lavorato tanto per migliorare, in particolare nel salto in alto dove è arrivato a 1.80. Ora sono nella categoria allievi e lui vuole provare per il decathlon con il salto con l’asta e lei anche il lancio del disco».
Cos’è per te l’atletica leggera?
«È tutta la mia vita, mi piace ancora tanto, non mi stufa mai ed è bellissimo stare insieme ai figli anche nello sport, siamo praticamente sempre insieme».
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