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Bedollo. Coro Abete Rosso, 50 anni in canto


Spazio informativo realizzato grazie al contributo della Cassa Rurale Alta Valsugana



di JOHNNY GADLER


Quest'anno ha festeggiato il suo 50° anniversario di attività, propone un repertorio con i canti di montagna classici, ma anche con brani appartenenti ad altre culture o addirittura inediti. Ce ne parla il presidente Cesare Bernardi... 


Presidente Bernardi, quando è stato fondato il Coro Abete Rosso e quali sono state le sue tappe principali?

«Il Coro Abete Rosso quest’anno ha festeggiato il suo 50° anniversario. Infatti fu fondato nel 1973 da un gruppo di amici con la passione per il canto provenienti dalle varie frazioni del comune di Bedollo. Da allora ha diffuso le armonie in Trentino, in Italia e all'estero in occasione delle numerose trasferte in Germania e Belgio, a Ciechanow (Polonia) nel 2006 e nel 2009, Carmaux (Francia) sempre nel 2009, dove ha riportato notevole successo e un indimenticabile ricordo degli amici ospitanti, nel 2011 in Slovacchia, attraverso Vienna e Salisburgo, nel 2012 in Sardegna a Bonarcado, nel 2015 a Spello e ad Assisi. Inoltre ha partecipato al “Festival Corale Internazionale” a Wolfsberg (Carinzia) nel 2019 e nel 2022 al concorso “Trofeo Nazionale Cori D’Italia” a Ledro, dove ci siamo messi in gioco, superando le paure del giudizio, confrontandoci con formazioni composte da cantori quasi professionisti, ottenendo lodevoli riconoscimenti. Si è trattato di una bellissima esperienza e di un grande arricchimento per tutti noi. Tuttavia due trasferte in particolare hanno lasciato un ricordo indelebile: nel 1991 quando il Coro ebbe l'onore di incontrare a Roma, in sala Nervi, il Santo Padre Giovanni Paolo II, e nel 2015 quando incontrò papa Francesco in Piazza San Pietro».


Qual è stato l’evento più importante di questo anno?

«Senz’altro i festeggiamenti per il 50° anniversario che abbiamo onorato al meglio, riunendo tutti gli ex coristi che per motivi di lavoro o per età sono usciti dal Coro, donando loro una spilla a ricordo di questa importante ricorrenza. Un’iniziativa che hanno apprezzato moltissimo».  


Qual è il repertorio che proponete?

«Pur mantenendosi sempre fedele alla tradizione del canto popolare, il Coro Abete Rosso si è impegnato nella ricerca di nuovi canti e nuove armonie, attingendo anche dal patrimonio culturale di altre regioni, raggiungendo quindi un repertorio molto ricco e vasto. Così, accanto al nostro grande patrimonio di canti classici della montagna, abbiamo proposto canti sardi come “No potho reposare”e "Nanneddu meu" resi famosi dai Tazenda, nonché canzoni composte dal nostro attuale maestro che è molto preparato e ha vinto anche dei concorsi».


Quali sono stati i direttori del Coro in questi cinquant’anni?

«Il primo direttore del Coro fu Marcello Zancanella che rimase fino al 1980. In seguito la direzione venne affidata al maestro Luciano Andreatta che guidò il nostro Coro fino al 1991 quando gli subentrò il maestro Fabio Svaldi che poi, nel marzo 2008, lasciò l’incarico alla maestra Carla Mosca fino al 2012. In quell’anno il Coro ritornò sotto la direzione del maestro Luciano Andreatta a cui dal 2019 è succeduto l’attuale direttore Samuele Broseghini il quale, assieme alla moglie, sta cercando di darci un’impronta diversa».


8 luglio 1974, inaugurazione divisa all'albergo Costalta


In che modo?

«Innanzi tutto con un approccio mentale al concerto molto più professionale, aiutandoci con esercizi di rilassamento e con la corretta postura da assumere, nonché con qualche piccolo suggerimento sulle buone abitudini alimentari da adottare prima del concerto. Poi, sotto il profilo prettamente tecnico, sta cercando di farci fare un salto qualitativo scegliendo canzoni di una certa complessità, mescolando anche le nostre voci. Quest’ultima scelta ci ha fatto crescere molto, ma a dire il vero ha creato anche un po’ di disorientamento perché alcuni cantori erano abituati a seguire nel canto il compagno vicino e venendo a mancare questa sicurezza si sono poi sentiti spaesati, tanto che alla fine abbiamo deciso di tornare alla formula antica. In ogni caso si è trattato di un esperimento molto positivo, che ci ha messi alla prova e ci ha fatti crescere di livello. Con questo non voglio dire che ora dobbiamo ambire a chissà quali traguardi, perché il nostro obiettivo rimane pur sempre quello di regalare emozioni alla gente che ci viene ad ascoltare, offrendo il massimo sotto il profilo dell'impegno e della serietà, senza però mai dimenticare la nostra dimensione ludica.Basti pensare alle “feste delle famiglie”».


Ce ne parli…

«Annualmente il coro organizza due "Feste delle Famiglie" nel Rifugio Pontara a Bedollo, ristrutturato dagli stessi coristi in seguito alla concessione del comune di Bedollo, dove si ritrovano sostenitori e amici per due giornate all'insegna del buon umore, del buon cibo e del canto. Inoltre organizziamo una rassegna in giugno e un concerto di Natale a dicembre.  Quest’anno si terrà il 23 dicembre nella chiesa di Brusago alle ore 19.30 e vedrà la partecipazione, oltre che del Coro Abete Rosso, del Coro Plose di Bressanone e del nostro Coro di Voci Bianche».

Avete anche una sezione di Voci bianche?

«Sì, per avvicinare i giovanissimi a questo mondo meraviglioso del canto, il nostro maestro ha pensato bene di creare anche una sezione di Voci bianche. Ad oggi contiamo 8 piccoli cantori dagli 8 ai 12 anni, ribattezzati “Le ciorciole”, in omaggio alla pigna che ha in sé il seme da cui nasce l’abete, a voler simboleggiare la speranza che queste voci portino nuova linfa e assicurino un proseguimento futuro della nostra associazione corale, perché l’età media dei nostri coristi è piuttosto alta, con un gap generazionale tra i 20 e i 40 anni. Una fascia d’età che so essere problematica per quasi tutte le associazioni, poiché è quella in cui le persone pensano soprattutto allo studio, al lavoro e a formarsi una famiglia e difficilmente si impegnano costantente in un'associazione».


Quanti coristi avete?

«Ad oggi il Coro è composto da 27 coristi provenienti perlopiù dal comune di Bedollo, ma anche dai comuni limitrofi: Segonzano, Sover, Baselga di Piné e Palù del Fersina. Noi accettiamo chiunque venga, non è un problema la provenienza».


Se qualcuno volesse venire a provare, come può fare?

«Basta che mi contatti al numero 338 4809632 o che venga il venerdì alle prove. Molti credono di essere stonati, ma solo provando possono capire se il canto faccia o meno per loro.  In un coro, come in qualsiasi altra associazione, alla fine l’insieme conta molto più della somma dei singoli. Far parte di un coro, inoltre, è anche un grande momento di socializzazione perché si creano dei legami che spesso vanno ben oltre la semplice amicizia, diventando un rapporto quasi fraterno».

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