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Associazioni in vetrina. Il Circolo Pattinatori di Piné

Spazio informativo realizzato grazie al contributo della Cassa Rurale Alta Valsugana




di JOHNNY GADLER


Attivo dal 1948, il Circolo Pattinatori Piné ha portato sull'altopiano la cultura del pattinaggio su ghiaccio, uno sport che fa parte del DNA della comunità e che dà visibilità al territorio, sostenendone l'economia. Ne parliamo con il presidente Alessio Bernardi...


Presidente Bernardi, che cosa rappresenta il pattinaggio per Piné?

«A Piné il pattinaggio su ghiaccio non è l’espressione di un gruppo ristretto o di un momento contingente. Qui il pattinaggio fa parte del DNA della comunità, dove per questo sport c’è una vera e propria cultura che si tramanda da oltre 70 anni. Non a caso la nostra società, come settore velocità, è la più antica d’Italia ancora in attività e figura al numero 9 nel registro della Federazione Italiana Sport Ghiaccio».


Come iniziò la vostra storia?

«Nel lontano 1946 s’iniziò a pensare all’anello di velocità di 333 metri che fu il punto di partenza per organizzare le prime gare. Così già nel 1947 la FISG indicava lo stadio del ghiaccio di Piné come «sede ideale per una serie di manifestazioni artistiche e di velocità a carattere pre-olimpico e per lo svolgimento dei Campionati Triveneto». L’anno dopo nacque il Circolo pattinatori Piné che venne iscritto alla FISG il 1° luglio 1948. Il primo presidente fu Luigi Beato, gestore dell’albergo Italia, che credette in questo sport a Piné tanto da investire nell’acquisto dei primi rudimentali pattini, ma l’anima di quel circuito era Clemente Tomasi per tutti “Cletom”».


Chi era?

«Cletom faceva tutto: il tecnico, il gestore, l’organizzatore delle gare. Era il genio riconosciuto del ghiaccio, colui che sapeva tutto su come “farlo”, renderlo e mantenerlo liscio come il vetro, sapeva allestire perfettamente la pista e organizzare le competizioni. Nessuno meglio di lui aveva un bagaglio di conoscenza ed esperienza tecnica così profonda, tanto che all’epoca lo chiamavano ovunque ci fossero competizioni sul ghiaccio. Per gli allenamenti a Piné arrivavano da Milano gli atleti di punta del momento: Musolino, i fratelli Guido e Aldo Caroli. Fu proprio grazie alla competenza di Cletom che il Galà post Olimpiadi del 1956 conquistò a Piné il Premio delle Alpi per il miglior ghiaccio. Alla fine degli anni ’40 arrivarono dalla Norvegia i primi pattini con lo stivaletto acquistati dal Circolo, la scuola pinetana iniziò a distinguersi, Attilio Tomasi, fratello di Cletom, fu il primo atleta ad essere convocato ai ritiri federali. Il Circolo Pattinatori Piné, organizzando manifestazioni a carattere locale e nazionale sulla pista del Lago della Serraia, conquistò sempre più prestigio anche nei confronti della FISG, tanto da inserire nella stessa Giovanni Giovannini come Consigliere di Specialità, Bruno Merz e Lorenzo Ioriatti rispettivamente come Presidente e Consigliere della Commissione Tecnica. Mario Sighel venne nominato Responsabile del Settore Velocità del Comitato Trentino. Visti gli ottimi risultati ottenuti dagli atleti locali, l’allora Vice Presidente Sighel propose al Presidente Morelli di realizzare una pista naturale su terra battuta. Fu così che nel 1980 il Consigliere Attilio Dallapiccola insieme ad alcuni atleti iniziarono a creare tale pista in località Palù di Miola. Nel 1982, ad opera del Comune di Baselga di Piné, vene realizzato l’anello da 400mt di ghiaccio artificiale, l'Ice Rink Piné. Dal 1994 lo Stadio del Ghiaccio di Miola divenne Anello Olimpico nonché Centro Federale Italiano per il Pattinaggio Velocità, sede di molteplici manifestazioni nazionali e internazionali».

Piné doveva ospitare anche il pattinaggio velocità alle Olimpiadi 2026 e invece il mese scorso è tutto svanito con le gare trasferite a Torino…

«Già, ce le hanno portate vie, per usare un eufemismo, ed è un vero peccato. Era un’occasione irripetibile per poter sistemare le nostre strutture, sia per quanto riguarda la pista lunga, sia per lo short track. Ora ci hanno promesso che una buona parte dei famosi 50 milioni verranno comunque allocati per la ristrutturazione di queste strutture. E vogliamo sperare che sia davvero così, perché senza questi interventi il movimento del pattinaggio non avrebbe futuro sull’Altopiano. Ma le Olimpiadi 2026 costituivano un treno che non passerà mai più anche per la promozione turistica e sportiva del nostro territorio. Chi non conosce la nostra realtà talvolta crede che siamo “quattro gatti”. Non è affatto così. Qui da noi vengono atleti da tutto il Triveneto, dall’Alto Adige, dalla Lombardia. Un gran bel movimento che crea indotto e visibilità non solo per il mondo del pattinaggio, ma anche per tutta l'economia pinetana».


Quanti tesserati avete?

«Circa 80 ragazzi di diverse età, a partire dalle cosiddette “Piccole Schegge” di 6-8 anni, ma abbiamo pure iscritti senior, quindi più grandi, che sono chiamati anche in nazionale. Per noi è motivo d’orgoglio vedere che molti ragazzi ora militanti nelle Fiamme Gialle e Fiamme Oro sono cresciuti nel Circolo Pattinatori Piné. Ciò fa capire anche la qualità dei nostri allenatori, molti dei quali sono stati anche all’interno delle nazionali, come Ermanno Ioriatti, che ha partecipato a diverse Olimpiadi sia da atleta che come allenatore, Elisabetta Pizio e Flavio Sighel».

Che stagione è stata per voi?

«Tolta l’amarezza per la perdita delle Olimpiadi è stata una stagione ricca di soddisfazioni. I ragazzi sono cresciuti parecchio e in gran parte delle competizioni ci siamo classificati al primo posto».


Progetti futuri?

«Abbiamo in corso il progetto “Obiettivo 2026” con il supporto della Provincia, a cui partecipa anche la Cassa Rurale Alta Valsugana, volto a innalzare la qualità e la tecnica dei ragazzi. Continueremo il rapporto con l’azienda Garden frutta, felice binomio tra sport e mangiare sano, e vorremmo riprendere la collaborazione con le scuole dopo lo stop dovuto al Covid».


Organizzate anche dei corsi?

«Abbiamo un corso di avviamento al ghiaccio che si tiene ogni sabato mattina, rivolto a ragazzi dai 6 ai 12 anni. Le prime lezioni sono di prova gratuita, poi man mano che prendono confidenza con i pattini e con il ghiaccio si inseriscono nelle proprie categorie. È possibile iniziare in qualsiasi momento dell’anno perché la nostra attività si ferma solo da fine marzo a metà maggio».







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