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Amos Mosaner ha aperto il Festival dello Sport di Trento raccontando i suoi momenti di gloria


Amos Mosaner (foto Alessandro Eccel)



«I momenti di gloria sono quando uno sportivo raggiunge i traguardi che si è prefissato. Non si tratta necessariamente di vittorie, ma anche di semplici passi in avanti, di nuovi limiti raggiunti e superati. Prima di arrivare all’oro olimpico di Pechino, qualificarmi alle Olimpiadi del 2018 fu già un momento di gloria. Poi certo, le vittorie e l’oro a Pechino sono stati qualcosa di magico, un’emozione che va oltre la gioia di arrivare in cima».

Così ha detto Amos Mosaner, l’atleta trentino medaglia d’oro nel doppio misto di curling alle Olimpiadi invernali, al Festival dello Sport di Trento ospite di Barbara Pedrotti al Gazza Cafè, presso Palazzo Benvenuti nel cuore della città.

Il campione della Val di Cembra, che a Pechino 2022 ha vinto la finale contro la Norvegia insieme alla veneta Stefania Constantini, ha così aperto il programma del Festival dello Sport 2022. «Un’emozione essere qui – ha detto Amosnella mia terra, ospite di questa rassegna, fra tanti campioni».

Mosaner, davanti al pubblico del Festival, a rappresentanti istituzionali e organizzatori, non ha parlato solo dell’oro, delle vittorie, ma anche e soprattutto del percorso che lo ha portato ad essere il campione che oggi conosciamo, contribuendo fra l’altro a far conoscere il curling al pubblico italiano.

Un’infanzia da sportivo in una famiglia di sportivi fra calcio, bicicletta e, naturalmente, curling, senza dimenticare la scuola. Tanti, forse troppi impegni e Amos, sempre supportato dalla famiglia, a un certo punto ha scelto definitivamente il curling. Una passione da conciliare, in età adulta, con il lavoro in agricoltura nella sua Val di Cembra, fino a quando l’Aeronautica Militare ha attivato uno specifico bando per il curling: è la svolta che gli ha consentito di dedicarsi anima e corpo a questa disciplina.

Anima e corpo, sì, perché, come ha ricordato Mosaner incalzato da Barbara Pedrotti, il curling, contrariamente a quanto credono alcuni, richiede grandi sacrifici: allenamenti quotidiani, attenzione all’alimentazione e, non ultima, una grande preparazione mentale. «Le partite possono durare anche due ore, due ore e mezza – ha spiegato Amose con la testa devi esserci fino in fondo».

Non solo preparazione, comunque: a contare sono anche e soprattutto i valori, come ha voluto sottolineare Mosaner.

Innanzitutto, il gioco di squadra: si vince e si perde insieme, uniti. E poi saper valorizzare le sconfitte, importanti almeno quanto le vittorie per raggiungere nuovi importanti risultati. Infine, ma non ultimo, vivere lo sport come divertimento, qualunque disciplina venga praticata.

E a proposito di altri sport, sfogliando la “Gazza” sui tavolini all’esterno di Palazzo Benvenuti Mosaner ha svelato la propria passione nerazzurra nel calcio, per il campionato NBA nel basket ma anche per i campioni del volley, del nuoto del ciclismo, molti dei quali ospiti al Festival. Uno su tutti? Mosaner non ha dubbi: Marcell Jacobs. «Il percorso che ha fatto – ha detto Amosè qualcosa di immenso che resterà nella storia dell’atletica mondiale».

Infine uno sguardo al futuro: innanzitutto l’impegno con la Trentino Curling Cembra, squadra di grandi giocatori italiani. Fra le prossime sfide, quattro tornei in Canada come preparazione per i Campionati europei in Svezia; poi il Campionato del mondo, nuovamente in Canada.


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