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Val di Sella: da qui le piante per Vaia...e non solo




di GIANCARLO ORSINGHER

BORGO VALSUGANA – Se dal fondovalle della Valsugana orientale alziamo lo sguardo verso la val di Sella, adagiato in un ampio terrazzo fra le propaggini orientali dell’Armentera e la Rocchetta, a poco meno di 700 metri di quota notiamo un’area libera dal bosco, ma che del bosco è la culla.

Si tratta del Centro vivaistico forestale “San Giorgio”, oggi gestito dall’Agenzia provinciale delle Foreste demaniali, che dal 1975 assieme ad altre due realtà trentine ha il compito di produrre materiale vivaistico forestale destinato a tutta la provincia.

GLI ENORMI DANNI causati ai boschi trentini (e non solo) dalla tempesta Vaia dell’ottobre 2018 e la conseguente necessità di attivarsi immediatamente per ricostituire il soprassuolo arboreo stanno facendo riscoprire l’importanza e l’interesse di queste strutture che da decenni rivestono un ruolo fondamentale nella produzione di materiale destinato sia ai rimboschimenti forestali che all’ambito urbano.

Il vivaio di San Giorgio, assieme a quelli del Casteller a Villazzano e Lagorai di Cavalese, di proprietà il secondo della magnifica Comunità di Fiemme, sono oggi le tre strutture pubbliche dedicate alla produzione di materiale forestale.

Dalla seconda metà del '900 la gestione selvicolturale e forestale trentina è basata su criteri naturalistici, cercando di favorire i processi di rinnovazione naturale del bosco e prima di Vaia le foreste trentine avevano raggiunto con il passare dei decenni un concreto equilibrio. La scelta della selvicoltura naturalistica ha portato a una riduzione degli interventi di rimboschimenti artificiali con la conseguente limitazione della coltivazione e della produzione in vivaio di piante forestali.

L'impronta dei vivai forestali di Casteller e di San Giorgio è così nel tempo mutata favorendo la coltivazione e l’allevamento di piantine a carattere prevalentemente arbustivo destinate all’ingegneria naturalistica e di piante ad alto fusto e arbustive a scopo ornamentale.

Negli ultimi anni il settore del “verde fuori foresta” dell’Agenzia provinciale delle Foreste demaniali ha così progettato e realizzato direttamente una serie di notevoli interventi sul territorio, come ad esempio il parco della nuova APSP Redenta Floriani di Castel Ivano.

La produzione di piante forestali è stata comunque nel frattempo assicurata dal vivaio Lagorai di Cavalese.


COME CI RACCONTA Teresa Curzel, coordinatrice dei due vivai gestiti dall’Azienda provinciale, la tempesta del 2018 ha però cambiato radicalmente le carte in tavola costringendo a riorganizzare completamente la filiera per la necessità di poter disporre di quantità di piante sufficienti a riforestare nell’arco di un decennio una superficie stimata di circa 2.500 ettari.

A SAN GIORGIO è quindi ripresa con vigore la produzione di piantine per rimboschimento, soprattutto larice e abete rosso, ma anche abete bianco, faggio, acero montano e pino cembro e, seppure in misura minore, betulla e altre latifoglie, con l’obiettivo di raggiungere assieme agli altri due vivai almeno mezzo milione di piante delle due specie principali entro la stagione 2023-24.

Si deve naturalmente parlare di programmazione pluriennale perché dal momento della raccolta del seme sono necessari non meno di un paio d’anni (per il larice, di più per l’abete rosso) prima del trapianto in bosco.


LA PASCIONA DEL 2018, cioè la grande produzione di frutti (le “pigne”) da parte delle piante forestali aveva consentito di mettere in atto già dal 2019 i primi interventi per produrre le piantine necessarie al rimboschimento post Vaia, ma per poter avviare in tempi brevi i primi rimboschimenti si è dimostrata fondamentale la collaborazione instaurata con il vivaio tirolese di Nikolsdorf.


È INTERESSANTE ricordare come la val di Sella ospiti anche un “bosco da seme” di abete bianco, vale a dire una delle aree individuate e certificate a livello nazionale per la raccolta del seme di questa specie, ma dove si raccolgono anche semi di faggio, frassino e sorbo montano. Altri due boschi da seme si trovano a Lavarone per l’abete bianco e a Carbonare di Folgaria per l’abete rosso.

A San Giorgio nel 2019 sono stati seminati quasi 19 Kg di seme di larice e 3,6 Kg di seme di abete rosso, che hanno dato origine alle piante, le prime delle quali sono già state messe a dimora in bosco.


LE SEI PERSONE CHE assieme a qualche stagionale compongono la “squadra vivaistica” di San Giorgio sono quindi impegnate a fondo nella produzione delle piante, ma la struttura del vivaio all’imbocco della val di Sella svolge altre due importanti funzioni: dal 2006 è infatti sede dei corsi provinciali rivolti alle varie figure impegnate attivamente nelle attività selvicolturali, con particolare riferimento ai lavori di taglio e raccolta della produzione legnosa di alto fusto; se i boschi circostanti, grazie alla collaborazione con i Comuni di Borgo e Castelnuovo, sono la palestra per le esercitazioni pratiche, la parte teorica si svolge nella sala multimediale intitolata a Silvio Ferrai, storico responsabile del distretto forestale di Borgo dal 1932 al 1994.




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