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Tutti quei batteri che ci fanno bene


Questo mese ho deciso di riportare alcuni passi estratti da un articolo pubblicato sul mensile Terra Nuova di Aprile, a firma di Franco Berrino, un medico che stimo molto per la sua professionalità, umanità e ampia conoscenza dell'Essere Umano e della Natura e con il quale mi trovo generalmente d'accordo su molti aspetti.



L'articolo spiega dettagliatamente dei batteri che ci fanno bene, argomento su cui è saggio prendere coscienza, soprattutto adesso che si parla solo di guerra ai batteri e di sterilizzazione.

«Uno dei problemi alimentari della nostra epoca – scrive Berrinoè l'eccesso di sterilizzazione dei cibi. Sulle nostre tavole arrivano prevalentemente cibi pastorizzati e sterilizzati e la diffusione del Coronavirus non ha fatto che accrescere questa fobia della contaminazione di virus e batteri».

Ormai quasi tutti sanno che nel mondo occidentale le malattie più diffuse sono il diabete, allergie di vari tipi malattie autoimmuni quali, ad esempio, l'artrite reumatoide, la tiroidite di Hashimoto, la psoriasi, la celiachia, le malattie infiammatorie croniche dell'intestino... Ebbene – spiega Berrino – «fra le cause di queste patologie vi è un alterato rapporto fra noi e i microbi che vivono insieme a noi su questa Terra.

Nel nostro intestino abitano normalmente migliaia di miliardi di microbi di diverso tipo che hanno svariate funzioni, fra cui digerire meglio il nostro cibo e le fibre vegetali, produrre sostanze che mantengono sana la mucosa, allenare il nostro sistema immunitario, in modo che sia efficiente per difenderci da microrganismi patogeni, ma che non sia, per così dire, troppo efficiente da attaccare anche i nostri stessi organi».

Un'altra domanda a cui Berrino risponde è quale sia la provenienza di questi microbi. «Nel feto – si legge nell'articolo – sembra che non ce ne siano, ma già al momento della nascita, se abbiamo la fortuna di nascere con un parto naturale, li otteniamo a contatto con la vagina della mamma, dalla sua pelle e dal latte materno. Purtroppo, però, oggigiorno nasciamo in ambienti sterili, come la sala parto, e ci tengono sempre perfettamente puliti. Una volta a casa, poi, le mamme spesso hanno la mania di disinfettare tutto e così, quando cominciamo a gattonare, non incontriamo che pochi microbi. Se c'è un cane in casa, o un fratellino più grande, è più difficile che ci ammaliamo di asma, perché ci pensano loro a portarci un po' di microbi utili.»

Poi Berrino affronta un tema piuttosto spinoso: «Anche i medici – osserva – spesso non comprendono l'importanza dei batteri per la nostra stessa salute. Se un pediatra ci prescrive antibiotici senza ragione rischiamo di esporci di più a malattie autoimmuni».

La riprova? Berrino non ha dubbi: «Se i figli dei contadini una volta si ammalavano di meno è perché la terra pullula di microbi e la stalla né è ancora più ricca. Ovviamente, dobbiamo anche difenderci da un eccesso di proliferazione batterica e adottare le giuste misure igieniche, ma senza esagerare. Siamo arrivati a rendere del tutto sterili i cibi industriali di cui ci nutriamo, comprese le verdure, che sono già lavate e sterilizzate. Lavarci le mani è utile per prevenire il contagio da virus respiratori se abbiamo stretto la mano di qualcuno che ha appena starnutito, ma continuare a disinfettare maniacalmente ogni cosa, e ogni alimento con cui veniamo a contatto, può essere nocivo. Ci dobbiamo anzi ricordare di fornire un nutrimento adeguato ai nostri amici microbi che coabitano nel nostro intestino. Il loro cibo preferito sono le fibre, soprattutto le fibre dei cereali che l'industria ha tolto di mezzo nei cibi che ci propone. Per questo motivo è essenziale mangiare cereali integrali e ricorrere solo eccezionalmente alle farine raffinate.

Un altro grosso problema del modello di alimentazione occidentale è che si è completamente dimenticato degli alimenti fermentati, che sono frutto di una trasformazione ad opera delle diverse colonie batteriche che convivono insieme a noi su questo pianeta.

La fermentazione migliora la qualità del cibo. Permette di moltiplicare i nutrienti attraverso i batteri, gli enzimi e i lieviti che trasformano per la nostra salute gli zuccheri semplici in acidi organici, le proteine in amminoacidi, moltiplicando le vitamine e favorendo la digeribilità. Non occorre andare troppo lontano. Il vantaggio della fermentazione si vede anche nel caso di alimenti comuni come il latte. Un recente studio svedese, condotto su 6 mila donne, ha dimostrato come l'indebolimento delle ossa e in particolare le fratture, diminuiscono associando cibi fermentati a frutta e verdura. A passarci male è il latte di mucca: malgrado sia una buona fonte di calcio, il suo consumo provoca un aumento e non una riduzione del rischio di frattura nelle donne dopo la menopausa. Se non è sottoposto a fermentazione, come nel caso di yogurt e formaggi, il latte stimola lo stress ossidativo».

Con questo articolo è chiaro che non dobbiamo farci spaventare da tutto, che avendo conoscenza profonda delle cose si comprende che il nemico non sta dappertutto e che talvolta ci sono anche tanti amici attorno a noi, batteri compresi.

Prendiamoci cura della nostra alimentazione con cibi sani, stagionali e nutrienti e siamo già a metà dell'opera.

Un caldo abbraccio e un sereno Aprile a tutti.


Licia Cappato



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