di LINO BEBER
Un tempo uno dei rioni popolari di Pergine era il Tegazzo, che prende il nome dal toponimo di incerta origine delle colline sulle quali svettano il castello e la croce inaugurata nel 1901...
La via Tegazzo è una lunga via che inizia all’incrocio tra via Cesare Battisti e via San Pietro; un tempo costeggiava il muro dell’Ospedale Psichiatrico con la fila di ippocastani, ora il parcheggio e il grande edificio della palestre dell’Istituto Marie Curie arrivando fino al sentiero che raggiungeva il castello noto un tempo come “strada fonda” e con una curva a novanta gradi attorno alla casa un tempo della famiglia Facchini, detta casa dei “Bombi”, si prolungava una volta fino alla zona dove sorge il capitello della polvere, mentre oggi termina all’incrocio con via Rusca e prosegue con il nome di via Giulio Rizzi.
All’inizio della via sulla destra troviamo la casa dove c’era un tempo il panificio Bertoni e il lato nord del complesso del palazzo Wolkenstein con tratto di muro merlato, segue l’imbocco di via Guglielmi dedicata all’antica famiglia originaria del Tesino con medici e notai proprietari del maso san Pietro con l’omonima chiesetta che fu demolita all’inizio dell’800. Poi una serie di case le une addossate alle altre, la prima delle quali era la dimora di Francesco Dallepiatte (1828-1907), contadino “letterato” che scrisse un diario con illustrazioni di suo pugno che ben documentano la vita del suo tempo. Francesco era il bisnonno di Maria Pellegri Beber (1922-2006) scrittrice di poesie, commedie e romanzi. In una delle case è vissuto il pittore Luigi Senesi (1938-1978) e sulla facciata aveva pitturato una Madonna con Bambino purtroppo rovinata dall’usura del tempo.
Entrando in un portico a metà via si entrava nel laboratorio di materassi di Giuseppina Refatti e Adele Anderle sciopeterera dove lavorò anche mia sorella Giuliana (1935-1974) al suo ritorno dalla Svizzera prima di sposarsi e ricordo che ogni tanto venivo chiamato per qualche piccolo lavoretto, ricompensato con qualche bel soldino di allora.
All’angolo la via prosegue con case sui due lati e poi a destra costeggia l’ampio orto della famiglia Sittoni fino al Capitello della Madonna del Rosario, le cui prime notizie risalgono al 1560 e che ogni anno raduna la popolazione del rione per la Sagra del Tegazzo.
A sinistra di questo tratto di strada le case sono tutte vicine fino alla casa dei Froner soprannominati tramisieri per la professione di trasportatori con camion, con il quale eseguivano anche traslochi.
Uno stretto ed erto vicolo del Colle raggiunge la famosa Pagoda creata dal falegname-artista Giuseppe Paoli (1908-1978) e fortunatamente ha resistito ai perversi meccanismi della burocrazia che la voleva demolire. È un’autentica opera d’arte, realizzata interamente con le sue mani guidate dall’abilità di artigiano del legno.
Continuando per il vicolo si raggiunge la dimora della famiglia del compianto Sergio Pincigher; in questo luogo dallo strano toponimo Stont sorgeva un tempo un lazzaretto.
All’angolo sinistro del vicolo resiste una fontanella sempre attiva e un orto racchiuso tra mura.
Da via Guglielmi sale il vicolo Pozzato raggiungendo il Capitello e la casa sulla cima a destra è della famiglia Paoli che diede i natali al giornalista scrittore e commediografo Mario Paoli (1900-1968), che nel 1927 scrisse la famosa commedia Quel che no i credeva lori che fu rappresentata la prima volta a Pasqua del 1930, alla quale seguirono più di cento repliche con l’indimenticabile Giuseppe Roner nel ruolo di regista e interprete.
Sempre sulla destra fino all’arrivo in via Rusca ci sono orti con muretti di cinta.
Via Tegazzo continua con via Giulio Rizzi che alla sua destra presenta un grande edificio che un tempo era la filanda della ricca famiglia Sartori, poi casa della famiglia Beber Laiter nota per aver avuto tra i suoi membri numerosi pompieri, tra i quali Albino e i suoi figli Carlo e Renzo e i nipoti Michele e Massimo e i fratelli Alfonso e Luigi figli di Domenico.