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Pergine. Don Cesare Refatti, quanti ricordi in un clic






di LINO BEBER

Don Cesare Refatti, figlio di Giuseppe e Anna Piva, nacque a Pergine il 3 agosto 1871, ma è sempre stato più conosciuto a Borgo Valsugana che nella sua borgata natale.


Ordinato sacerdote nel 1895, iniziò la sua vita pastorale come cooperatore a Cles, per passare poi a Povo e nel 1900 a Borgo Valsugana, dove restò fino al 28 luglio 1915, quando fu arrestato per motivi politici accusato di essere filo-italiano e internato dapprima nel campo di Katzenau e poi dall’autunno confinato nell’abbazia di Sant’Agostino a Reichersberg, presso Schärding, dove rimase fino alla conclusione del conflitto nel 1918.

Finita la guerra tornò a Pergine e poi a Borgo Valsugana fino al 1922, quando fu trasferito prima a Rovereto e poi a Trento presso il Collegio Vescovile, noto con il nomignolo di Polentoni (la polenta allora era un piatto molto in voga!).

Nel 1929 don Cesare tornò nella sua amata Borgo per restarvi fino alla sua fine nel ruolo di catechista, assistente dei giovani e animatore presso il locale Ricreatorio, dove rivelò la sua dote di regista-scenografo nelle commedie.

Fu un eccellente fotografo e grande appassionato della montagna e dello sci alpinistico.

A Borgo Valsugana abitò in Corso Ausugum 69 (all’epoca corso Vittorio Emanuele) dove realizzò un laboratorio fotografico con camera oscura e uno studio di pittore realizzando bozzetti per scenografie e tavole della flora alpina.

Morì a Borgo Valsugana l’1 settembre 1948 e al suo funerale partecipò l’amico Alcide De Gasperi, allora Presidente del Consiglio dei Ministri.

Per sua volontà fu sepolto nel cimitero di Borgo Valsugana anziché in quello di Pergine confermando il profondo legame con la sua borgata adottiva.

Nel 1999 un Quaderno della SAT Sezione di Borgo Valsugana, curato da Giordano Balzani e Franco Gioppi con la collaborazione di Renzo Morizzo e del Circolo Fotografico “G. Cerbaro” dedicò una ricca monografia don Cesare Refatti.

Grazie al lavoro di ricerca di Franco Gioppi è stato possibile recuperare presso familiari e amici ben 1.500 degli oltre 9.000 scatti realizzati da don Cesare, che era solito scrivere data e luogo della fotografia.

Gran parte delle fotografie riguardano il mondo della montagna della Valsugana con la

Valle di Sella, il Lagorai con particolari del mondo bucolico-pastorale con mucche, pecore e capre al pascolo e i lavori della fienagione. Ha inoltre dedicato tante fotografie ai vari luoghi del Trentino e del vicino Veneto, con una predilezione per Borgo Valsugana.

Nella Valle di Sella nel 1953 è stato dedicato a don Cesare un capitello in pietra con opere dell’artista Aldo Caron: un bassorilievo raffigurante san Bernardo da Mentone, patrono dei montanari e degli alpinisti, e un’effigie con la figura di don Cesare.

Nel 1961 fu dedicata a don Cesare la Baita Lanzola e nel 1981 fu inaugurato il Sentiero don Cesare che partendo da Olle (località alla Croce) passa dalla sponda destra a quella sinistra del torrente Moggio grazie a ponticelli in legno raggiungendo l’Hotel Legno con un dislivello di circa 500 metri, e poi i prati della località Carlon.

Dal 17 al 26 giugno scorsi presso Palazzo Hippoliti don Cesare è stato ricordato con una sua mostra fotografica ricavata dall’archivio dei suoi pronipoti Giorgio Torgler e Laura Peghini nella sua borgata di nascita.

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