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Pergine. Cent'anni fa... La casa venduta e l'orto della vendetta

Immagine del redattore: il Cinqueil Cinque






Nel mese di maggio del 1922 comparve davanti al giudice un ragazzo perginese imputato di un reato davvero singolare.


Tutto aveva avuto inizio nel dicembre del 1920, allorché la famiglia Oss-Moser di Pergine aveva venduto una casa con orto annesso a un signore, tale Valentino Valentini. Secondo gli accordi pattuiti, la famiglia avrebbe dovuto liberare l'immobile e trasferirsi altrove il 31 ottobre 1921. Un figlio però non era molto d'accordo con quella vendita.

A suo giudizio, infatti, l'acquirente Valentini avrebbe pagato un prezzo troppo basso per entrare in possesso dell'immobile e, soprattutto, dell'orto annesso che il ragazzo aveva lavorato sempre con lodevole dedizione e grandi fatiche.

Pertanto, ritenendo di aver subito un torto, il ragazzo volle rifarsi a modo proprio.

Tra il 30 e il 31 ottobre, infatti, s'avventurò nell'orto che stava ormai cambiando proprietario munito di una sega e di un'accetta.

Con tali arnesi cominciò a tagliare tutto ciò che incontrava: così alla fine rimasero a terra 28 piante di vite, 4 ciliegi e un pesco, per un danno calcolato in circa 500 lire.

Chiamato a processo, dinanzi ai giudici il giovane Oss cercò di alleggerire la propria posizione, dichiarando che si era limitato a levare i pali delle viti, causando così la caduta a terra delle piante.

I giudici non credettero alla sua versione, smentita dalle evidenze sul campo nel verso senso della parola e, pertanto, lo condannarono a una settimana di arresto.










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