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Musica. Parte domani in tour di Ron

Aggiornamento: 10 mar 2023


Ron



di GIUSEPPE FACCHINI

Parte domani, 8 marzo, dal Teatro La Fenice di Senigallia il “Sono un figlio Live Tour”, la tournée teatrale di Ron che prende il nome dal nuovo album di inediti “Sono un figlio”.

Queste le date del tour: 9 marzo a Bologna al Teatro delle Celebrazioni, 12 marzo a Montebelluna (TV) al Palamazzalovo, 18 marzo a Prato al Teatro Politeama, 24 marzo a Mestre al Teatro Corso, per poi proseguire il 30 marzo a Roma. 1 aprile a Lecce, 2 aprile a Taranto, 3 aprile a Pescara, 14 a Brescia al Gran Teatro Morato, 6 maggio a Monopoli.

Alla vigilia del tour abbiamo intervistato Ron.


Ron, che tipo di spettacolo proporrai?

«Amo da sempre la dimensione live e ho scelto di portare questo spettacolo in teatro, che è la cornice ideale per presentare le canzoni del nuovo disco “Sono un figlio” , un album molto intenso e che mi rappresenta al meglio e anche le canzoni più popolari e amate come Joe Temerario, Vorrei incontrarti fra cent’anni, Anima, Il gigante e la bambina, Non abbiamo bisogno di parole, Una città per cantare. La narrazione dello spettacolo sarà messa in evidenza dal regista Stefano Genovese in una sorta di show confidenziale. Sul palco con me grandi musicisti: Giuseppe Tassoni tastiere, Roberto Di Virgilio chitarre, Roberto Gallinelli (basso), Matteo Di Francesco (batteria), Stefania Tasca (voce)».

Il tuo esordio a Sanremo?

«Avevo appena 16 anni ma l’ho vissuto alla grande. La canzone “Pà diglielo a ma’” l’ho condivisa con Nada anche lei sedicenne. Nel 1996 ho vinto con “Vorrei incontrarti tra cent’anni” insieme a Tosca, una canzone che è entrata nel cuore della gente».

Il 4 marzo Lucio Dalla avrebbe compiuto 80 anni. Un ricordo particolare?

«L’ho incontrato la prima volta quando ho iniziato il mio percorso negli uffici della casa discografica. Subito ha voluto che io sentissi una canzone che aveva appena scritto “Occhi di ragazza”. Mi è piaciuta subito e l’abbiamo incisa, ma poi non venne ammessa a Sanremo. Nel 1972 abbiamo invece scritto insieme “Piazza Grande” che Lucio ha presentato al Festival con grande successo. Io devo dire solo grazie Lucio, volevamo portare al pubblico quello che sapevamo, insieme alla stima e all’amicizia che era veramente forte. E’ stato davvero un grandissimo, quando scriveva era proprio quello che si sentiva di scrivere, e in modo diverso è sempre tra di noi».









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