di LINO BEBER
Mario Cerato, dopo la sua vita lavorativa trascorsa tra i boschi e le acque dei fiumi e torrenti del nostro Trentino, da pensionato coltiva la passione per la ricerca storica. Ha pubblicato alcuni libri di storia riguardanti il territorio del Trentino e alcuni personaggi che hanno contribuito alla salvaguardia della nostra madre terra.
Questa volta Mario si presenta a noi nel ruolo di romanziere in un piacevole racconto fondato su solide fondamenta storiche. In un mercatino delle pulci l’autore ha trovato un manoscritto con la traccia della storia di Jacopo, un ragazzo di dieci anni, che nel 1868 accompagnò il padre nella transumanza del loro piccolo gregge di pecore dalla pianura veneta verso i pascoli degli Altopiani di Asiago e Lavarone.
Da due anni, con la Terza guerra d’indipendenza del 1866, gli Altopiani erano stati divisi fra il Regno d’Italia e l’Impero austro-ungarico.
Il padre, che conosceva da tempo i montanari, organizzò con loro un’intensa attività di contrabbando con il trasporto in pianura di legname, legna e carbone e in montagna dei cereali necessari a sfamare la popolazione trentina dell’Altopiano di Lavarone.
Il manoscritto trovato per caso in un mercatino delle cose vecchie non è un’invenzione in stile manzoniano, ma la base per farci conoscere un periodo della nostra storia, di quel piccolo mondo antico caro a Giovannino Guareschi, che ha come protagonisti le persone semplici, i contadini, i pastori e anche i contrabbandieri.
La maggior parte dei libri di storia parla dei grandi della terra, dei conquistatori, mentre qui protagonista della sua storia, come nei Promessi Sposi di Alessandro Manzoni e nel romanzo “I Miserabili” di Victor Hugo, è la povera gente e in questo romanzo storico è una famiglia di contadini veneti nel periodo in cui il Veneto era appena passato dall’Impero austriaco al Regno d’Italia.
Questa famiglia non è però analfabeta, come allora erano la maggioranza delle famiglie venete, ma si distingue per saper leggere e scrivere, e Jacopo che si reca sulle montagne del Trentino nella zona di Lavarone porta con sé nello zaino carta e matita che utilizza anche quando conduce al pascolo il suo gregge e scrive, prende appunti e, come par di intendere dall’epilogo dei suoi scritti, dopo aver fatto il pastorello, ha studiato diventando medico, un seguace dell’arte del medico greco Ippocrate.
Come recita la poesia del poeta Arnaldo Fusinato la sua è quell’“arte più misera, arte più rotta non c’è del medico che va in condotta”; Jacopo sceglie la professione di medico al servizio degli umili e ricorda la figura del medico descritta nell’Antologia di Spoon River del poeta statunitense Edgar Lee Masters pubblicata tra il 1914 e il 1915 nella quale racconta sotto forma di epitaffio la vita dei residenti dell'immaginario paesino di Spoon River sepolti nel cimitero locale. Fabrizio De Andrè nel 1971 nell’album “Non all’amore, non al denaro, né al cielo” tradusse in note poetiche alcuni dei personaggi, tra i quali il medico.
Copertina e disegni di Giorgio Fontanari
La copertina del libro e 6 tavole di disegni inserite nel racconto sono opere dell’artista autodidatta Giorgio Fontanari, nato a Sant’Orsola Terme nel 1947 e, a meno di due anni, emigrato con la famiglia in Belgio, dove il papà lavorò come minatore nelle miniere di carbone ammalandosi di silicosi. Il poliedrico artista Giorgio, scultore del duro granito, pittore, illustratore, scrittore e poeta che a 14 anni, in tempi di vacche magre, dovette rassegnarsi ad andare a lavorare in fabbrica, vive tuttora in Belgio a Corroy-le-Château e da pensionato passa tutto il suo tempo libero a coltivare le arti delle Muse.
Alla fine del libro una post-fazione del sottoscritto.
L’intero ricavato della vendita del libro sarà devoluto a Medici con Africa CUAMM Trentino.