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Luoghi speciali. In Valpolicella, tra arte, storia e natura: ponte di Veja, Dante e Mantegna


Ponte Veja



di LINO BEBER

Nel giugno 2001 feci una gita al Ponte di Veja, in Valpolicella, frutto dell’evoluzione naturale di una grotta che, per la sua struttura insolita, ha sempre attratto gli artisti, tra cui Andrea Mantegna che lo riprodusse a Mantova nel Palazzo Ducale negli affreschi della “Camera degli Sposi”.

Nelle vicinanze si ergono maestosi due giganti secolari: “I Castagnari del Ponte di Veja”; quello più grande misura 12 metri di circonferenza e con i suoi 700 anni di vita è un autentico monumento vegetale vivente, mentre il “minore” non si scosta di molto dal compagno per età e dimensioni.


Andrea Mantegna Ponte Veja

Secondo le vicende storiche, arricchite da leggende e tradizioni popolari, il Ponte di Veja sarebbe stato visitato nei secoli da innumerevoli personaggi illustri tra i quali Dante Alighieri. All’ombra delle chiome del castagno e impressionato dalla mostruosa mole del ponte in pietra, il sommo poeta ne trasse ispirazione per descrivere le “Malebolge” nel XVIII canto dell'Inferno della Divina Commedia; per tale motivo fu detto "Il Castagno di Dante".

Nel periodo in cui il sommo poeta fu ospite degli Scaligeri nella sua opera immortale scrisse: «Tu proverai sì come sa di sale lo pane altrui, e come è duro calle lo scendere e ‘l salir per l’altrui scale».(Paradiso, XVII 58-60).

Quelle “altri scale” ricordano i signor della Scala di Verona.

Nel 1952 i Frati Cappuccini del Barana decisero di donare ai visitatori del ponte un crocefisso scolpito nel legno del Trentino-Alto Adige. L’opera fu istallata all’aperto vicino alla volta del ponte, ma una notte purtroppo sparì e non se ne ebbe più notizia. Dopo poco tempo comparve un altro crocefisso, ma stavolta inciso nella roccia.



Il castagno







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