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La Banda Cittadina di Levico Terme

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di Johnny Gadler


Con 180 anni di storia, la Banda Cittadina di Levico Terme APS guarda al futuro con un progetto ambizioso: la Casa della Musica, un centro culturale e per unire tradizione, formazione e turismo.

Ce ne parla il presidente Gianni Sbetti.


Pesidente Sbetti, la vostra banda ha ben 181 anni…

«Sì, fu fondata nel 1844 e siamo tra le associazioni più longeve del Trentino. Una Banda tirolese che ora non è solo folkrore ma ha un ruolo di rappresentanza di comunità. La prima trasferta fu ad Innsbruck, nel 1893, per l’inaugurazione del monumento ad Andreas Hofer. Tra i momenti più significativi del passato si ricordano il concerto del 1866 per il generale Medici e quello del 1897 per Giacomo Puccini e l'amicizia con Giulio Ricordi, ospite illustre di Levico. Tra i più recenti il messaggio augurale alla Banda e alla Comunità da parte di papa Francesco per il S. Natale 2024. Tanti i maestri succedutisi alla direzione artistica, tra cui spiccano i 17 anni di Luciano Caldonazzi e oggi Giuseppe Calvino, il più longevo con più di 20 anni di direzione. Tra i Presidenti i più noti sono Fernando Galvan (1945-1950), Mario Pinamonti (1920—1930 e 1950-1971), Silvio Libardoni (1971-1987) e il caro amico Fabio Recchia, al timone del sodalizio dal 1987 al 2024».



Il presidente Gianni Sbetti
Il presidente Gianni Sbetti

Tra i vostri fiori all’occhiello vi è la Rassegna Musicabanda…

«Si tratta di un unicum a livello provinciale, sia per format che per durata: ben 31 edizioni, con oltre 300 concerti. Per tutta l’estate ogni martedì alterniamo le esibizioni della nostra Banda a corpi bandistici italiani e stranieri. Una rassegna che valorizza il territorio, rafforza il legame con la comunità e permette scambi culturali di elevato spessore. Grazie al sostegno del Comune di Levico Terme, della Cassa Rurale Alta Valsugana e dell’azienda Hollander, possiamo mantenere alta la qualità artistica, anche se c’è sempre uno scotto da pagare.

La rassegna richiede grande impegno e pertanto ci limita fortemente nelle trasferte. In passato ci siamo esibiti in varie località italiane, tra cui lo stadio di San Siro, e anche all’estero come al Festival internazionale di Dunabogdany in Ungheria. Negli ultimi anni non ci è stato possibile partecipare a festival importanti, vuoi perché impegnati con Musicabanda, vuoi perché ci servirebbe un organico un po’ più ampio per affrontare certi contesti. Ora, infatti, possiamo contare su uno zoccolo duro di quindici bandisti sempre presenti e un organico che oscilla tra i 22 e i 25 elementi. Numeri di tutto rispetto se paragonati ad altre realtà, ma qualche bandista in più non farebbe male». 


E il ricambio generazionale?

«È la sfida più grande. Oggi i ragazzi svolgono mille attività e coinvolgerli non è facile. Noi ci proviamo. Ora abbiamo 12 allievi, a cui proponiamo corsi di teoria e strumento in collaborazione con la Federazione dei Corpi bandistici e con la Scuola musicale locale, nonché creando all’interno del sodalizio un’atmosfera familiare, in cui si possano fare esperienze emozionanti, come suonare al Rifugio Salei, a 2600 metri, ai piedi del Gruppo Sella con vista sulla Marmolada».


Il vostro repertorio?

«Con il maestro Giuseppe Calvino abbiamo ampliato il repertorio includendo musica originale per bande, trascrizioni e un repertorio di musica sacra per coro e banda. Inoltre la quasi secolare collaborazione con la corale parrocchiale San Pio X di Levico, a cui si aggiunge quella più recente con il Coro Santa Maria di Pergine, ha arricchito le nostre esecuzioni, suonate anche di fronte a compositori del calibro di Fulvio Bar. Abbiamo eseguito anche opere contemporanee, valorizzando la chiesa di Levico, la più grande del Trentino, come spazio musicale di eccellenza».


A proposito di spazi, voi proponete una Casa della musica a Levico. Con quali scopi?

«Premetto che la nostra sede storica di via Battisti, di proprietà comunale, richiede lavori importanti di ristrutturazione, che già abbiamo segnalato all’Amministrazione e dalla quale aspettiamo un riscontro. Ma al di là di questo è piccola, oltre che disagevole, e non ci consente di ampliare le nostre attività, né tanto meno di ospitare eventi o momenti sociali. Levico merita un luogo adeguato alla sua tradizione bandistica. La Casa della Musica non sarebbe solo una sede nuova, ma un centro culturale capace di accogliere sale prove, una sala di registrazione, spazi per ospitare giovani band locali e bande in trasferta, nonché sperimentazioni artistiche, perfino un museo della cultura bandistica. Sarebbe un progetto utile per la musica, ma anche per il turismo e per l’economia».

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Da realizzare dove?

«Magari a villa Sissi, proprietà di Patrimonio del Trentino, oggi abbandonata. Con il nostro status di ente del Terzo settore potremmo ottenerla in comodato per 30-40 anni e riqualificarla. Sarebbe un percorso impegnativo, ma realizzabile se si parte subito e con la giusta determinazione».  


Altri programmi futuri?

«Vogliamo portare i nostri concerti oltre i luoghi canonici dove ci esibiamo di solito. Penso ad esempio al Forte delle Benne o al lago, ma anche qualche luogo suggestivo nelle frazioni. Già quest’anno il tradizionale concerto di Natale lo faremo, il 23 dicembre, nella chiesa di Barco. In futuro vorremmo esibirci anche a Selva e a Santa Giuliana, per far scoprire nuovi luoghi e far comprendere che la banda appartiene alla comunità, non solo ai bandisti. Puntiamo anche a realizzare una pubblicazione storica, nonché a svolgere riflessioni pedagogiche, invitando esperti come Gianni Nuti, sul ruolo sociale ed educativo della musica e della Banda, che è un veicolo di comunità e perfino di pacificazione».


Per chi volesse contattarvi?

«Può scrivere a bandacittadinalevicoterme@gmail.com. I corsi partono a settembre, ma le iscrizioni iniziano a maggio. Grazie ai contributi della PAT gli allievi pagano una quota molto ridotta rispetto ai prezzi di mercato e dopo tre anni di frequenza, da anni ci facciamo carico del totale costo». 


Qual è in definitiva il ruolo della Banda nella comunità?

«La Banda cittadina di Levico è un pezzo di storia viva della città. Non solo musica: siamo un luogo di aggregazione, formazione, identità. Qui si cresce come musicisti, ma anche come persone, sviluppando senso di comunità e appartenenza. Il riconoscimento come gruppo storico di interesse nazionale assegnatoci dal Ministero della Cultura e la decisione del Consiglio comunale del 2003 di considerarci Istituzione della città hanno consolidato questa funzione, rendendo il sodalizio una vera istituzione cittadina. Anche in virtù di tutto questo la Casa della Musica sarebbe un passo decisivo per dare continuità alla nostra storia e creare nuove opportunità culturali, sociali ed economiche per Levico in primis, ma anche per la Valsugana e tutto il Trentino».


Un augurio per la Banda?

«Rimane sempre insuperabile quello coniato negli anni '80 dall’allora assessore alla cultura Mario Valentinotti, il quale ripeteva: «Alla Banda non auguro lunga vita, ma l’eternità». 


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