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«Io guarito dal Covid-19: grazie all'Ospedale di Borgo, struttura straordinaria»



Il mese scorso abbiamo pubblicato la lettera di Attilio Begher, 64enne originario di Bosentino ma da una vita perginese, attraverso la quale intendeva ringraziare pubblicamente la struttura e tutto il personale dell’Ospedale San Lorenzo di Borgo Valsugana per le premurose e professionali cure ricevute durante il suo ricovero nel nosocomio borghigiano a causa del Covid-19. Questo mese abbiamo intervistato il signor Begher affinché raccontasse, dalla sua viva voce, questa drammatica esperienza che fortunatamente ha avuto un lieto fine...

di Johnny Gadler


Signor Begher, innanzi tutto come sta?

«Bene grazie. Un po’ alla volta mi sto rimettendo, ci vorrà tempo ma il peggio è decisamente passato. Debbo ringraziare la buona sorte, ma soprattutto l’ospedale San Lorenzo di Borgo Valsugana, perché possiede un’equipe dotata di una professionalità e di una umanità davvero uniche. La mia non è affatto retorica, mi creda, porterò sempre l’ospedale di Borgo e quelle meravigliose persone nel mio cuore.»


A gennaio, quando gli organi d’informazione cominciarono a parlare del Coronavirus, qual era stato il suo primo pensiero. Temeva il contagio o pensava fosse una minaccia molto remota?

«Come tutti, anch’io seguivo le prime notizie in Tv con un misto di apprensione ma anche di relativa tranquillità, rassicurato dal fatto che alcuni virologi sostenessero che in Italia sarebbe stato praticamente impossibile assistere a un deflagrare dell’epidemia».


E invece...

«Invece quando io e la mia famiglia abbiamo compreso che non si trattava affatto di una sciocchezza da prendere sotto gamba, sentendo anche quanto filtrava attraverso la rete delle nostre conoscenze in ambito medico e amicale, da subito siamo stati molto attenti e ligi alle regole. Io, ad esempio, dall’8 marzo non ho più messo piede fuori dalla porta di casa. Ma ero altrettanto conscio del possibile rischio data la frequentazione con parenti esposti al contagio per via della professione medica e infermieristica svolta. Il pericolo di questo virus subdolo – va detto – è proprio questo: il distanziamento e i precetti igienico-sanitari vanno rispettati sempre e con chiunque, perché è proprio nel momento in cui ci si sente al sicuro che si può inavvertitamente abbassare la guardia e...».


LEGGI TUTTA L'INTERVISTA AD ATTILIO BEGHER - CLICCA SULL'IMMAGINE QUI SOTTO



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