Faccia a faccia di tre ore con Chico Forti.
Il vicepresidente del Consiglio regionale venerdì nel carcere del trentino a Miami: «Lui molto fiducioso, sta bene. E la Farnesina continua a lavorare»
Il vicepresidente del Consiglio regionale Roberto Paccher ha visitato venerdì in carcere a Miami il trentino Chico Forti. Un incontro che si è protratto per tre ore, giudicato al termine molto positivo dall’uomo politico trentino. L’ex campione di surf si trova al centro di una complessa vicenda giudiziaria ed è detenuto da 22 anni negli Usa con un’accusa di omicidio rispetto alla quale Forti non ha mai smesso di professarsi innocente.
L’incontro - fortemente voluto dal vicepresidente e rinviato negli ultimi due anni causa Covid- si è svolto alle 11 del mattino americane, le 17 in Italia e si è concluso dopo oltre tre ore, alle 20.20, nel “Dade correctional institution” di Florida City, a sud di Homestead, nella grande Miami, non lontano dalle paludi delle Everglades: «Chico sta bene, è speranzoso e ottimista anche per quanto riguarda la sua situazione. Forti si augura di poter tornare presto in Italia» ha dichiarato il vicepresidente del Consiglio regionale all’uscita del carcere.
«Abbiamo parlato del Trentino, di quello che gli manca e Chico ha detto che ha nostalgia di tantissime cose. Ci ha raccontato di pensare spesso alle montagne ed ai nostri laghi e di aver voglia di riassaporare i canederli» ha aggiunto.
Durante la sua missione in Florida il vicepresidente del Consiglio regionale ha avuto modo di confrontarsi sulla situazione di Forti con il console generale italiano a Miami Cristiano Musillo: «Il console mi ha confermato di stare seguendo con attenzione la situazione di Chico. La diplomazia sta facendo il proprio corso, sta seguendo i propri canali e ci si augura che la vicenda di Forti possa sbloccarsi a breve».
In occasione della visita il consigliere trentino ha anche recapitato in carcere a Chico una lettera scritta dal presidente della Provincia di Trento. Un testo in cui gli viene ribadito «come il proprio territorio non lo abbia dimenticato» e nel quale ci si augura che «questo viaggio possa contribuire a smuovere le cose, tenendo viva l’attenzione su di lui».
Commenti