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Giancarlo Bonella: dal mitico Trento agli arcieri di Persen


di Paolo Chiesa


Giancarlo Bonella di Telve di Sopra, ex attaccante di Trento, Levico e Borgo ha chiuso la carriera con gli Amatori di Borgo. Ora si dedica alla bici, alla corsa e all'arco con gli Arcieri Storici de Persen...

Giancarlo Bonella, come è iniziata la tua carriera?

«Giocando con gli amici di Telve di Sopra sul campetto del paese. Poi, nel 1974, quando avevo già 15 anni, io e altri 6 o 7 ragazzi fummo portati a Borgo dal mitico Mario “Cusso” Moranduzzo, dirigente e allenatore delle giovanili della squadra giallorossa. A Borgo giocai un po’ nella squadra Juniores dove c’erano anche i due gemelli Marco e Savio Gonzo e poi passai in prima squadra nel campionato di 2° Categoria. Nel 1976 fummo promossi in 1° categoria».


Che tipo di giocatore eri?

«La mia dote migliore è sempre stata la velocità. Giocavo ala destra o ala sinistra perché ero bravo nel dribblare i difensori (e per questo prendevo parecchie botte). Me la cavavo bene anche di testa e da subito iniziai a segnare molti gol. Diciamo che per fare il paragone con un calciatore che gioca nel campionato attuale di Serie A mi rivedo nel modo di giocare e di stare in campo di Federico Chiesa della Fiorentina».

Il Borgo degli anni '70. Bonella il secondo accosciato da sinistra.
Il Borgo degli anni '70. Bonella il secondo accosciato da sinistra.


E le tue doti all’epoca non sfuggirono agli osservatori del Trento...

«Infatti nel 1979, appena dopo aver ottenuto il diploma di geometra, andai a giocare nel Trento allenato da Bruno Baveni che militava in Serie C2. Era un gruppo fantastico con giocatori come Walter Daldosso, Piergiorgio Lutterotti, Ghünther Maier, Fabrizio Prati, Fabio Sala e Giorgio Telch. Quell’anno fummo promossi in Serie C1 e anch'io feci la mia parte segnando un gol al Monselice».


Poi il passaggio al Bolzano...

«Sì, dopo la C1 con il Trento passai alla squadra altoatesina che giocava in Interregionale ed era allenata da Narciso “Ciccio” Franzoi. C'era anche Marco, il figlio del Mister che giocava con me al Trento. Da lì l’anno dopo sarei dovuto passare al Venezia sempre in Interregionale. C’erano già le carte pronte, ma non se ne fece niente perché passai al Levico in Prima Categoria grazie alla perseveranza e all’insistenza del suo presidente Gianfranco Frigo».

Giancarlo Bonella nel Levico
Giancarlo Bonella nel Levico


Pure lì ti togliesti qualche soddisfazione...

«Sì, era una squadra molto forte allenata da Mister Medeghini ed era anche un bel gruppo. Il primo anno vincemmo la Prima Categoria e il secondo la Promozione passando in Interregionale per poi ritornare in Promozione alla fine della stagione 1983/84. Nella squadra termale rimasi 9 anni, fino al 1992 quando, insieme all’allora allenatore Luciano Gabrielli passai alla squadra del Milland di Bressanone che giocava in Eccellenza».


E lì come andò?

«Bene, anche perché in quella stagione vinsi la classifica dei cannonieri con 17 gol. Poi, visto che nel frattempo avevo aperto lo studio di geometra a Borgo e dovevo fare su e giù dalla Valsugana, mi avvicinai concludendo la carriera nel Gardolo in Promozione dove giocai per due stagioni fino al 1995».


Però non hai smesso del tutto di giocare...

«No, infatti ho continuato negli Amatori di Borgo insieme a molti miei ex compagni di gioventù. In pratica smisi due anni fa quando avevo 58 anni. Nel frattempo ho anche allenato le giovanili del Telve per poi passare alla prima squadra ed ho allenato anche a Levico in Promozione. Ora però non alleno più. Ogni tanto mi piace invece andare a vedere le partite del Borgo, del Levico e del Telve».


Hai qualche aneddoto calcistico da raccontarci?

«Beh, nei due anni con il Trento mi sono divertito molto anche perché Mister Baveni era molto simpatico e lo erano anche molti compagni come Daldosso e Lutterotti. Diciamo che nel corso degli anni di episodi divertenti in campo ce ne sono stati molti, soprattutto perché quando ero vicino all’area di rigore difficilmente passavo la palla ai compagni. Gli dicevo scherzando: “mi fido di più di me che di te” ed a volte si arrabbiavano. Ma poi, visto che spesso segnavo, dovevano darmi ragione».

Giancarlo Bonella con gli Arcieri di Persen
Giancarlo Bonella con gli Arcieri di Persen

Finito con il calcio non hai però smesso di praticare sport...

«Diciamo che mi piace tenermi in forma. Vado a correre e faccio anche dei bei giri in bici. E poi da qualche anno mi sono appassionato al tiro con l’arco. Faccio parte degli Arcieri Storici de Persen con i quali partecipo a delle rievocazioni storiche del medioevo e a delle gare di tiro con l’arco storico. Mi piace molto».


Che consiglio ti senti di dare ai ragazzi che giocano a calcio?

«Di metterci impegno e buona volontà e di perseverare sempre. Di allenarsi duramente e di correre. Il calcio di un certo livello è un mondo difficile e bisogna essere sempre concentrati sull’obiettivo che si vuole conseguire. Purtroppo al giorno d’oggi per un ragazzo le distrazioni sono tante, a cominciare dagli smartphone».

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