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Gennaio: tutti alla ricerca della forma perduta


Non solo l’Epifania “tutte le feste si porta via”, ma dopo il 6 gennaio si realizza anche il noto detto popolare “Passata la festa gabbato lo santo”; tuttavia, a ben guardare, i gabbati rischiamo di essere noi. Dopo tutti gli stravizi delle recenti festività, chiediamo il conto (delle calorie) alla nostra amata-odiata bilancia che – alla stregua del famoso “specchio, specchio delle mie brame” della Regina cattiva di Biancaneve – ci restituirà un responso tutt’altro che gradito.


Nella nostra società la maggior parte delle persone vive la quotidianità negandosi i piaceri della vita, e parlo di piaceri non legati al cibo ma a rapporti umani soddisfacenti, al tempo libero investito magari in un viaggio o ad esplorare il territorio, o semplicemente a rilassarsi e riposare, a rapporti sessuali nutrienti e molto altro…

Siamo arrivati all’assurdità che tutto ciò che crea piacere viene vissuto come “peccato” e quindi base per far nascere sensi di colpa; mentre viene tollerato oltre un limite folle tutto ciò che è fatica, sofferenza e dolore visti come “la normalità nella vita”... grandissima “fregatura” visto che è bene per la nostra salute fisica+mentale+animica l’esatto contrario!


Da non sottovalutare che ciò che viene represso aumenta di dimensioni dentro di noi e si sfoga in altro modo, chiaramente non sano, nella maniera più comune ad esempio attraverso l’abuso del cibo come nel caso delle feste, per restare in tema.

A causa del maggior consumo di alimenti calorici, abbinato a bevande alcoliche, spesso anche con la contemporanea sospensione dell’attività fisica – per le feste si assume un surplus di chilocalorie tale da far ingrassare in media di 2-3 kg.


Questo a dimostrare che non permettendoci piaceri nella quotidianità, arriviamo poi nei momenti che ci permettiamo di “mollare” che lo facciamo senza più nessun “sano” controllo e soprattutto con ciò che reca danno alla salute, non con ciò che dovrebbe essere realmente soddisfatto.

Ora è del tutto inutile piangere sul latte versato per andare alla ricerca della forma perduta, ma è bene avvalersi di due ingredienti preziosi: “conoscenza” e “metodo” da fondere con una sostanza amalgamante chiamata “equilibrio”. Da evitare, quindi, le classiche soluzioni fai da te, fra le quali in questo periodo dell’anno primeggia senz’altro lo sport nazionale del “salto del pasto”, un rimedio il cui principale effetto concreto sarà solo quello di riaprire paradossalmente un’autostrada verso il frigorifero, unico porto sicuro in cui colmare il senso di vuoto e di delusione che ci affligge.


Quindi, si diceva, innanzi tutto serve conoscenza, dei cibi e della loro stagionalità. Un prodotto di stagione, infatti, ha sali minerali e vitamine utili al nostro corpo nel periodo che la Terra ce lo dona. Se le scorpacciate di piatti elaborati, cotechini, zamponi, frutta secca, pane, carne, salumi, formaggi, panettoni, pandori e dolci vari – annaffiate da abbondanti libagioni – ha dato i suoi “frutti” addosso ai nostri fianchi, là fuori – questa è la buona notizia! – vi sono numerosi prodotti dalle proprietà terapeutiche e nutrizionali utili per disintossicare l’organismo e per accompagnarci a recuperare la nostra salute. In questa stagione tra la frutta troviamo arance, mandarini, clementine, pompelmi, mele, pere e kiwi, mentre per quanto riguarda le verdure quelle particolarmente indicate sono verze, broccoli, cavoli, invidia, scarola, cicoria, radicchio, zucche, finocchi, topinambur, rape che rappresentano dei veri e propri toccasana. Secondo la tradizione ayurvedica in questo periodo si dovrebbero prediligere agrumi, pesce, riso e carni bianche, ossia i cosiddetti cibi “yin” utili per purificare l’organismo ed eliminare il ristagno di liquidi, mentre sono assolutamente da evitare i cibi “yang” come le carni rosse, i formaggi, i dolci, i cibi lievitati … Un rapporto – quello fra “yin” e “yang” – che necessiterebbe di ulteriori approfondimenti, impossibili da affrontare in queste poche righe, così come abbisognano di una specifica personalizzazione le indicazioni di massima che offriamo durante i vari incontri di educazione alimentare che siamo chiamate a tenere sul territorio, di cui qui ricordo, a puro titolo di esempio, la partecipazione a Novaledo nell’ambito del "Progetto ABC: impariamo a riconoscere cosa mangiamo" inserito nel Piano Giovani della Bassa Valsugana e Tesino.


La conoscenza da sola, però, non basta. Per ottenere risultati – in qualsiasi campo – occorre un metodo di base, adattato alla singola persona da un professionista competente. Ecco perché, da oltre quindici anni, presso il mio Studio Olis di Borgo Valsugana proponiamo programmi nutrizionali personalizzati, grazie ai quali accompagnamo le persone a ritrovare una sana alimentazione per il benessere personale e con essa la forma migliore, affrontando problematiche quali il dimagrimento, l’educazione alimentare, l’elaborazione di menù personalizzati, soluzioni ai problemi di peso, la gestione di intolleranze e allergie nonché della celiachia, alimentazioni specifiche (sportiva, vegana, vegetariana) o a supporto di patologie particolari, quali ad esempio colesterolo o glicemia elevati…


Ricordiamoci sempre, tuttavia, che per trovare il vero benessere oltre al corpo è fondamentale nutrire anche la nostra anima. In che modo? Ad esempio attraverso un percorso olistico personalizzato che conduca la persona a riconoscere il proprio valore, liberandosi da schemi e da condizionamenti acquisiti negli anni da un tipo di educazione perlopiù rigida, da dogmi religiosi “repressivi”, da un’istruzione tendenzialmente omologante che hanno bloccato la libertà di espressione personale. A tale proposito ho creato un percorso olistico chiamato “Io sono, Io voglio, Io posso” che permette a chi lo vuole: di conoscersi nella profondità, re-imparare ad usare pensieri, parole ed emozioni per compiere un cammino di vero ben-Essere alla ri-scoperta di Sé.

Come si dice, "Anno nuovo, vita nuova..."

Buon 2020!

Licia Cappato

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