Il progetto “C2Land” propone la valorizzazione del rifiuto organico per produrre ammendanti per migliorare l’agricoltura e l’energia. Sintesi del circolo virtuoso tra rifiuto e nuovo prodotto è il processo di carbonizzazione idrotermica. Il progetto è finanziato nell’ambito della EIT Climate-KIC, tutto a guida trentina con Università di Trento (Dicam), Fondazione Edmund Mach e HIT-Hub Innovazione Trentino. I risultati del progetto saranno presentati in un convegno online mercoledì prossimo
Si chiama forsu, è la frazione organica dei rifiuti solidi urbani, comunemente detta “organico” ed è una parte significativa dei rifiuti prodotti nelle nostre abitazioni. In Trentino Alto Adige nel 2019 ne sono state raccolte oltre 145 mila tonnellate (Ispra Rapporto 2019). Ridurre, riusare, riciclare e recuperare questo tipo di rifiuto fa bene all’ambiente, ma anche all’economia perché permette di produrre compost, un fertilizzante utile per l’agricoltura, ma anche biogas, combustibile per il riscaldamento e l’energia elettrica. Questo ciclo virtuoso si ispira al concetto di “economia circolare”: una catena che parte dal prodotto per arrivare al rifiuto e di nuovo tornare a un prodotto – materiale o energia – attraverso un processo in cui la raccolta differenziata e il riciclaggio del materiale fanno la differenza.
È sull’impiego della forsu in agricoltura che si concentra “C2Land”, un nuovo progetto internazionale di ricerca a guida trentina. L’obiettivo è produrre ammendanti, fertilizzanti speciali che migliorano le caratteristiche fisiche e biologiche del suolo, partendo proprio dai rifiuti organici. Il progetto vuole restituire carbonio alla terra attraverso un processo di carbonizzazione idrotermica che trasforma i rifiuti organici o biomasse residuali umide in un materiale più stabile del compost tradizionale, arricchito in carbonio. Con i bioreattori realizzati nelle officine dell’Università di Trento il rifiuto si trasforma così in materiale nuovamente utile per l’agricoltura (sotto forma di ammendante per il terreno) e che impatta positivamente sul rilascio di gas ad effetto serra dai suoli coltivati.
«Con questo procedimento di carbonizzazione riusciamo a realizzare in poche ore ciò che la natura compie in ere geologiche» spiega il responsabile scientifico Luca Fiori del Dipartimento di Ingegneria civile ambientale e meccanica e del C3A di UniTrento. «Sfruttiamo le proprietà dell’acqua che, se pressurizzata, anche a temperature superiori a 100 gradi si mantiene liquida, per attuare un processo di carbonizzazione idrotermica della biomassa veloce ed economico. Trattiamo nei nostri reattori una parte di biodigestato da forsu per realizzare un innovativo ammendante per il terreno, benefico per la vita delle piante perché crea un ambiente di vita ottimale per lo sviluppo di microorganismi migliorando anche la ritenzione idrica dei terreni. Il processo innovativo di C2Land coniuga digestione anaerobica, carbonizzazione idrotermica e compostaggio».
Punto di forza del progetto è che si inserisce in pratiche virtuose già oggi in essere nel contesto provinciale, come la digestione anaerobica, che permette di produrre biogas/biometano e il compostaggio, necessario per produrre compost per uso agricolo. In provincia di Trento ci sono due impianti che trattano la forsu: uno a Cadino di Bioenergia Trentino (digestione anaerobica e compostaggio) e uno a Rovereto gestito dall’Agenzia per la depurazione del Trentino e da IBT Group (digestione anaerobica). Il progetto C2Land è partito proprio dalla configurazione impiantistica presente nell’impianto di Cadino nell’ottica di efficientarla.
Oltre a ottenere un nuovo tipo di ammendante, il modello proposto dal progetto C2Land permette di intensificare il processo di trasformazione della forsu con vantaggi per i gestori degli impianti. Inoltre risulta efficace per ridurre le emissioni di gas serra prodotte dai suoli coltivati. Il modello circolare di C2Land, validato in laboratorio, potrebbe ora essere esteso alla valorizzazione dei fanghi di supero derivanti da impianti di depurazione di acque reflue civili.
Il progetto C2Land è condotto dall’Università di Trento (Dipartimento di Ingegneria civile ambientale e meccanica) con la Fondazione Edmund Mach e HIT – Hub Innovazione Trentino, con il coinvolgimento dell’Agenzia per la Depurazione della Provincia autonoma di Trento, BioenergiaTrentino e CarboRem. Il progetto è co-finanziato da EIT, European Institute of Technology and Innovation, all’interno della EIT Climate-KIC. Il ruolo della Fondazione Edmund Mach (FEM) all’interno del progetto C2Land ha riguardato la conduzione di una serie di test e verifiche biologiche e biochimiche, in laboratorio e in serra, per valutare la qualità agronomica e ambientale dell’hydrochar tal quale e compostato. Hub Innovazione Trentino supporta l’Università di Trento e la Fondazione Edmund Mach nella definizione dei percorsi di valorizzazione e diffusione dei risultati del progetto con l’obiettivo di promuovere le opportunità commerciali dell’innovazione tecnologica.
I risultati del progetto C2Land saranno presentati mercoledì prossimo 16 dicembre dalle 10 nel convegno online “Il digestato: dalla FORSU una risorsa per il terreno”.