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Bruno Lucchi: «Finalmente si riparte e chi ben comincia è già a metà dell'opera»



Si riparte.

Finalmente.

In punta di piedi.

Lentamente.

Un po' intimoriti.

Con mille difficoltà.

Nel rispetto delle regole.

Ricominciamo.

Proviamoci. Insieme.

Eccoci giunti all'ora X: impigliata per mesi, ora, possiamo liberare la tanta attesa normalità.


Mentre in questo tempo sospeso, forte e irresistibile c'era in tutti noi il bisogno di ritrovare la vita nella sua forma del “pre-Covid-19”, io mi sono rifugiato nel mio studio. Ho sentito la necessità di lavorare con maggiore impegno e con più dedizione a nuove idee e a progetti inediti, ispirati proprio da ciò che accadeva fuori, nel mondo.

In quello “spazio amico” ho imparato - lavorando, creando - ad attendere questo momento. Nel silenzio.

Non so se è stato così solo per me, ma quei giorni bloccati da un invisibile minaccia, non li ho vissuti come se fossero stati svuotati del tempo, ma li ho sentito pieni. Desideroso di fare, fare, fare.

Che strana avventura è la vita: difficile, faticosa, insopportabile a volte, ma sempre capace di smuovere pensieri, emozioni. Di rafforzare l'entusiasmo necessario ad affrontare sfide, anche se “toste”, come un'epidemia.

La passione. La passione è l'energia che mi dà la carica, che mi sostiene anche nei momenti di difficoltà. E' la forza che non mi fa perdere nemmeno un milligrammo di entusiasmo, di piacere professionale.

Certo, il contatto con le gallerie, con il pubblico, con la critica, con i media; le inaugurazioni di mostre, le esposizioni, le partecipazioni a serate ed eventi culturali, il confronto con altri artisti, queste sì, sono cose che mi sono mancate. Molto.

Queste occasioni di incontri, anche se non sono il fine, sono sicuramente elementi importanti del mio lavoro. Sono questi momenti, infatti, che aiutano a farmi comprendere se, e come, sono riuscito ad esprimere i miei pensieri nel mio fare. Ascolto e valuto con molta attenzione commenti, riflessioni e perché no, anche critiche che le mie opere fanno scaturire. Lievito per fare meglio. Perché, parafrasando il grande musicista Ezio Bosso, la Bellezza “non basta mai”. E' vero: “Non basta mai.”

Oggi, purtroppo, le inaugurazioni di mostre, presentano ancora qualche difficoltà. Difficile contenere l'assembramento. Le gallerie, spesso di piccole dimensioni, sono costrette a ricevere i visitatori solo su appuntamento.

Abbiamo atteso troppo. La voglia di ricominciare è tanta e, anche se le aspettative sono poche, si vuole assolutamente ripartire.

Ripartiamo con la Collettiva Ucai.

Duomo di Trento. Aula San Giovanni.

Mostra: “SILENZIO”

Inaugurazione 24 giugno, ore 17.

Visitabile fino al 31 agosto 2020.

In silenzio si contempla, si guarda,

in silenzio si ascolta, si comprende,

in silenzio si vive un sentimento profondo,

si maturano le parole giuste,

dal silenzio ci si affaccia agli altri:

c'è un'arte del silenzio, da coltivare o ritrovare”.


Clusone (BG).

Galleria Pezzoli Arte

Dopo l'annullamento dell'inaugurazione prevista a marzo,

per i motivi che ben conosciamo,

è visitabile la Personale:

BRUNO LUCCHI. Sculture, progetti e disegni”

Per chi ama la Bellezza.

Per chi sogna un incontro con lo stupore e la meraviglia.

Per chi desidera intrecciare la vita con l'Arte.

Per chi vuole porsi interrogativi di fronte ad un'opera d'arte.

Per chi ha bisogno di perdersi in un labirinto di emozioni.

Per chi sogna un'avventura artistica guidata dal cuore.

Per chi cerca un attimo di serenità.

Per chi è innamorato del verbo più umano che c'è, creare.

Portogruaro.

Collettiva importante.

La Galleria “Ai Molini” inaugura

PARCURS D’ART 1990/2020”

con sculture di César, Arman e Aubertin in Galleria Civica,

e una mostra diffusa nella splendida città veneta,

con le opere di scultori contemporanei, compreso il sottoscritto.

Chiusura ottobre 2020.

Portogruaro

Passato e presente.

Lemene.

Portici.

Pozzetto delle Gru.

Sole.

Fiori.

Colori.

Brezza.

Incontri.

Spensieratezza.

Arte, Città, Natura.

Bellezza.

Estate duemilaventi.

Poesie plastiche sparse.

Credo fermamente al motto: “Chi ben comincia è già a metà dell’opera”.

Questo invisibile nemico, presentatosi inaspettatamente, è riuscito a rompere le scatole – più o meno - a tutti.

Da sempre l'umanità ha dovuto affrontare eventi drammatici che hanno messo a dura prova la propria sopravvivenza, ma sempre è stata capace di rimboccarsi le maniche.

La perspicacia è parte del proprio Dna. Lo ha ben espresso lo scrittore spagnolo Miguel de Cervantes nel suo capolavoro letterario: Don Chisciotte.

Ripartiamo. Rimettiamoci, come Quijote, in sella.

Mettiamo da parte le difficoltà. Seguiamo le regole di “distanziamento di sicurezza” prescritte, e volgiamo il nostro sguardo verso il futuro. Ricordando chi, oggi, non c'è più.

Bruno Lucchi


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