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Al CSSEO di Levico documenti unici al mondo

di Paolo Chiesa

Fernando Orlandi
Fernando Orlandi

di Paolo Chiesa

Forse non tutti sanno che a Levico Terme, c’è un’istituzione molto importante a livello italiano ma forse ancor di più a livello internazionale. Si tratta del CSSEO (Centro Studi sulla Storia dell’Europa Orientale) e del suo Archivio Biblioteca che abbiamo visitato con il suo presidente Fernando Orlandi.

Signor Orlandi, ci parla un po’ di lei?

«Sono originario di Forlì, ma vivo in Trentino dal 1984. Dopo aver svolto studi storico politici ho conseguito il Dottorato di Ricerca in Studi Comparativi sul Comunismo presso l’Università di Hong Kong. Collaboro con varie testate tradizionali ed online ed ho pubblicato vari testi. Inoltre organizzo Convegni e Seminari oltre a tenerne io stesso, come ad esempio quello sul 1989 presso Sociologia a Trento».

Fernando Orlandi nell'archivio del CSSEO
Fernando Orlandi nell'archivio del CSSEO

Cos’è il CSSEO?

«Il Centro Studi sulla Storia dell’Europa Orientale è nato nel 1997 e svolge attività di studio, ricerca scientifica e divulgazione sulla cultura e la storia dell’Europa centro-orientale e dell’ex Unione Sovietica. Organizziamo progetti di ricerca, partecipiamo a bandi e convegni internazionali oltre che organizzarne in proprio. Dal 2005 il nostro Archivio è aperto agli studiosi ed agli interessati e mette a disposizione 65 mila volumi cartacei, 25 mila libri in digitale ed un’enorme quantità di riviste e materiale in formato elettronico, oltre ad una grande collezione di giornali, come ad esempio la raccolta completa della Pravda fin dal 1917».


Qual è il rapporto del vostro Centro Studi con il Trentino?

«Oltre al nostro lavoro consueto abbiamo anche una dimensione provinciale. Da molti anni in collaborazione con la Fondazione Museo Storico del Trentino organizziamo incontri e dibattiti presso la Sala degli Affreschi della Biblioteca Comunale di via Roma a Trento. Si tratta di incontri con storici anche molto noti a livello nazionale che sono aperti a tutti e che vengono riconosciuti per la formazione degli insegnanti. Abbiamo iniziato alcuni anni fa dal ’500 e l’anno scorso abbiamo terminato il percorso con il Dopoguerra».


E i vostri rapporti con Levico Terme?

«Nella nostra sede di Viale Stazione si svolgono Convegni e Seminari con la presenza di grandi esperti italiani e internazionali. Negli ultimi anni ce ne sono stati molti di carattere sociopolitico come quelli sull’ Europa dopo la Grande Guerra e sul Sessantotto ed altri su personaggi importanti che hanno avuto dei contatti con il Trentino come Ludwig Wittgenstein e Robert Musil. La nostra Biblioteca è invece frequentata da studiosi che stanno compiendo ricerche storiche e da studenti universitari che stanno preparando esami o tesi».



Cosa avete in programma per il futuro?

«Stanno proseguendo gli incontri del nuovo ciclo di conferenze in Biblioteca a Trento che si intitola “Vivere in una regione alpina” e che affronta questo argomento dal punto di vista antropologico, economico e sociale. Per il 2020 abbiamo in programma anche un Convegno sui fatti che caratterizzarono il 1979 dove si parlerà di Khomeyni, della nascita della Repubblica Islamica, della Guerra tra Cina e Vietnam, dell’invasione dell’Afghanistan e di altro ancora».


Ma c’è in vista anche la pubblicazione di un libro, vero?

«Sì, sarebbe già dovuto uscire nel corso di quest’anno ma per una serie di motivi vedrà la luce nel 2020. Si tratta della ricostruzione del tentativo dell’allora Unione Sovietica di sabotare l’uscita del libro “Il Dottor Zivago” di Boris Pasternak. Abbiamo avuto un lascito con molti volumi e documenti di Valerio Riva che curò la pubblicazione del capolavoro di Pasternak per Feltrinelli. Riva non è riuscito a pubblicare la ricostruzione di quel tentativo di sabotaggio che riusciremo invece a fare noi grazie al suo materiale».


Vuole esprimere un desiderio?

«Mi piacerebbe che il nostro Archivio entrasse nel Catalogo Bibliografico Trentino. Abbiamo già avuto degli incontri a livello provinciale che sono stati positivi. Sarebbe bello che questa cosa si realizzasse anche perché nella nostra Biblioteca ci sono libri e documenti che non si trovano in nessun’altra parte del mondo».

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