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Verso il Carnevale fra tradizione e aneddoti





di LINO BEBER


La parola carnevale deriva probabilmente dal latino carnem levare (eliminare la carne), poiché indicava il banchetto che si teneva l'ultimo giorno di Carnevale (martedì grasso), subito prima del periodo di astinenza e digiuno della Quaresima, oppure carnualia (giochi campagnoli) o ancora dalla locuzione carrus navalis (nave su ruote, un esempio di carro carnevalesco) oppure da currus navalis (corteo navale), usanze di origine pagana originata dalle feste greche in onore del dio Dioniso e dai saturnali romani. Altra possibile origine dal latino convivium carneale (banchetto a base di carne). 

A proposito di carne, ricordo che quando ero in seminario, ai pasti veniva servita tanta verdura e si diceva che era “contro le tentazioni della carne” di ben altro significato.

IN ITALIA E ALL'ESTERO

Nel XV e XVI secolo a Firenze i Medici organizzavano grandi mascherate su carri chiamate “trionfi” e accompagnate da canti carnascialeschi, cioè canzoni a ballo; celebre “Il trionfo di Bacco e Arianna” di Lorenzo il Magnifico (1449-1492).

In Italia ogni regione festeggia il carnevale a modo suo: a Venezia è famoso per i suoi bellissimi costumi, a Viareggio per la magia dei carri allegorici, a Ivrea vi è la celebre “Battaglia delle arance” (in realtà sono frutti non commestibili), famosi anche i carnevali siciliani di Acireale e di Sciacca. 

Il carnevale più famoso del mondo è quello di Rio de Janeiro in Brasile e ricordo nel 2004 di aver  partecipato, durante una visita a lontani parenti in Brasile, al carnevale di Salvador de Bahia. 


RADICI ANTICHE 

Pur essendo il carnevale una festa legata al mondo cattolico, le sue radici affondano in epoche molto più remote al tempo della religione pagana.

 Il detto latino Semel in anno licet insanire (una volta l’anno è lecito impazzire) è il motto di lasciarsi andare, scherzare e la maschera rendeva irriconoscibili il ricco e il povero scomparendo in tal modo le differenze sociali.

Una delle caratteristiche del carnevale è la maschera che s’indossa per ricoprire l'intero viso o una parte di esso. 

Incerta l’origine della parola: una prima ipotesi la fa derivare da masca (fuliggine, fantasma nero), una seconda ipotesi la farebbe originare dal tardo latino masca (strega), poi dal provenzale masc (stregone) e ancora dall’arabo maschara o mascharat (buffonata, burla).


L'UTILIZZO DELLE MASCHERE 

La maschera è stata utilizzata fin dalla preistoria per rituali religiosi e poi nei teatri e in feste popolari come appunto il carnevale. 

Nel medioevo durante le pestilenze i medici erano soliti indossare la “maschera dello speziale” il cui lungo naso veniva riempito di spezie, che servivano in primo luogo come antideodorante e poi come difesa dal contagio, come le mascherine durante la recente pandemia.

Presso gli Egizi, Micenei, Fenici sul volto del cadavere era deposta la maschera funeraria. Anche Pergine ha organizzato il carnevale con carri sia del centro, sia delle frazioni perginesi. 


UNA VECCHIA FOTOGRAFIA  

Ho trovato una vecchia fotografia (in alto) dove in piazza san Rocco all’imbocco di via Bortolamei sta sfilando il carro Perzen-Shanghai (1926) con Silvio Copat e Angelo Alverà e tanti personaggi mascherati e persone che assistono alla sfilata. Penso sia uno dei primi carnevali dopo la fine della Prima guerra mondiale.


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