
di GIANCARLO ORSINGHER
Il 5 ottobre scorso, con la firma dell'assessore provinciale a urbanistica, ambiente e cooperazione, ha ripreso ufficialmente il suo percorso la Rete di Riserve del fiume Brenta con due cambiamenti principali rispetto al passato: vediamoli assieme...
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5 ottobre scorso, con la firma dell’assessore provinciale a urbanistica, ambiente e cooperazione in calce alla convenzione novennale già sottoscritta dai 23 enti aderenti, la Rete di Riserve del fiume Brenta riprende ufficialmente il suo percorso dopo la conclusione il 16 ottobre 2022 del suo primo triennio di attività.
In realtà le iniziative non si sono mai fermate, dato che l’accordo scaduto un anno fa consentiva il completamento delle attività programmate anche dopo la scadenza dello stesso e così, anche grazie alla collaborazione di MUSE, WWF Trentino e APT Valsugana-Lagorai con i quali è stata organizzata una serie di eventi, la Rete di Riserve del fiume Brenta è stata presente sul territorio in maniera continuativa.
Ma quali sono le novità e le attività previste per il futuro?

Due i cambiamenti principali rispetto al passato: il primo riguarda tutte le dieci Reti di riserve trentine ed è rappresentato dal fatto che la convenzione sottoscritta dai soggetti aderenti è ora di nove anni anziché di tre, in modo da dare maggiore continuità e una visione di più lungo periodo ai progetti; all’inizio di nove anni ciascuna Rete stila un primo programma triennale di interventi, finanziati dalla Provincia autonoma di Trento fino a un massimo del 50% del costo totale e dai soggetti del territorio per la rimanente parte.

Al termine dei primi tre anni seguiranno poi un secondo e un terzo programma triennale.
Per la Rete di Riserve del fiume Brenta, che vede la confermata Comunità Valsugana e Tesino nella veste di capofila, la novità principale è l’estensione del territorio di competenza che, con l’entrata di Carzano, Castelnuovo, Ospedaletto, Scurelle, Telve e Telve di Sopra, passa da 14 a 20 Comuni.
Di conseguenza aumentano anche le aree protette interessate, che arrivano al bel numero di 48: ben 32 di queste all’interno del confine vero e proprio della Rete (limitato alle quote più basse, almeno nella parte orientale della valle) e altre 16 all’interno dei confini comunali, anche se formalmente esterne al cosiddetto “ambito territoriale omogeneo” della Rete.
Per i prossimi tre anni sono previsti complessivamente investimenti per 684mila Euro, suddivisi nelle sei tipologie di azioni tipiche dei programmi di tutte le Reti di riserve.
Il “Coordinamento e conduzione della Rete” riguarda la gestione di tutte le attività, oltre alla realizzazione di alcuni progetti ad hoc di promozione della salvaguardia ambientale e dello sviluppo sostenibile che potranno vedere la partecipazione di soggetti diversi, sia all’interno del territorio della Rete del fiume Brenta che a livello provinciale, nazionale o europeo.
In questa tipologia di azioni rientra anche l’attivazione del “Forum territoriale” per condividere nel modo più ampio possibile il progetto della Rete di riserve, coinvolgendo popolazione e portatori di interesse delle realtà economiche, sociali e ambientali.
Fra le attività che le Reti sono obbligatoriamente tenute a portare avanti rientrano “Monitoraggi e piani” che riguarderanno le situazioni di prioritaria importanza ai fini della conservazione di habitat, fauna e flora, come pure lo studio di interventi a tutela della fauna a rischio di investimenti o disturbo.

Sulla scia di quanto realizzato nei primi tre anni sarà dato molto spazio alle attività di “comunicazione, formazione, didattica”, realizzate direttamente dalla Rete ma anche in collaborazione con altri soggetti. Si tratterà di uscite, laboratori tematici, serate informative, incontri con le scuole per far conoscere il territorio e sensibilizzare alle tematiche ambientali, allo sviluppo sostenibile, all’importanza delle attività agricole e selvicolturali, al cambiamento climatico.
Oltre alle iniziative sul campo si continueranno a utilizzare gli strumenti digitali proseguendo ad esempio con la positiva esperienza della rubrica online “RRB News”e con l’utilizzo dei social media.
Lo “Sviluppo locale sostenibile” è, accanto alla conservazione della natura, il secondo pilastro dell’attività delle Reti di riserve e in quest’ambito la Rete del fiume Brenta prevede due specifici interventi: il primo riguarda l’agroecologia che, in sinergia con quanto previsto per l’area Valsugana e Tesino nell’ambito del progetto “Green community” gestito dalla Comunità di valle, vedrà la ricerca e il coinvolgimento di aziende agricole dell’Alta Valsugana interessate a lavorare sul tema della salvaguardia e del miglioramento della biodiversità.
Un occhio di riguardo sarà poi rivolto ad alcune piccole iniziative che diano un contributo alla lotta e all’adattamento al cambiamento climatico.
Nel primo triennio, caratterizzato anche dalle difficoltà causate dalla pandemia, le “Azioni concrete per la fruizione e la valorizzazione” hanno trovato poco spazio nelle attività della Rete, anche perché era necessario prima capire cosa si voleva fare.
Nel prossimo triennio invece si intende intervenire ad esempio con la realizzazione di bacheche e pannelli informativi e con la creazione di percorsi multimediali partendo dal lavoro di mappatura delle emergenze ambientali, culturali e storiche realizzato nel biennio 2021-2022.
È in programma anche la sistemazione di alcuni tratti di sentieri, oltre alla partecipazione a degli appuntamenti di tipo fieristico.
L’elenco delle tipologie di attività è chiuso dalle fondamentali “Azioni concrete di conservazione e tutela attiva” che vedranno interventi di riqualificazione di aree umide e di miglioramento della biodiversità in aree agricole limitrofe alle zone protette, in collegamento anche con l’azione di “Agroecologia” precedentemente descritta.
Un occhio di riguardo sarà poi rivolto alla lotta alle specie invasive, già iniziata nei mesi scorsi con focus soprattutto sul gambero della Louisiana la cui presenza è stata purtroppo riscontrata nella riserva di lago Costa, nel perginese.
Sarà dato spazio anche alla tutela e alla valorizzazione dei castagneti e di altri ambienti naturali di pregio, aumentandone il valore paesaggistico e creando ambienti più idonei all’ornitofauna.
Infine, sempre in tema di animali, è intenzione provare a mettere in pratica qualche piccolo intervento concreto a salvaguardia della fauna, come ad esempio per tutelare le migrazioni degli anfibi, per prevenire o ridurre gli investimenti stradali o per salvaguardare le colonie di pipistrelli.
A questa serie di interventi se ne potranno aggiungere altri, esterni al programma finanziario della Rete, come è stato nel primo triennio che ha visto ad esempio la realizzazione del progetto europeo Erasmus+ “ORNAT2000”, l’iniziativa didattica “Gaming the Commons” finanziata da Fondazione CARITRO e che si concluderà nel prossimo dicembre, i numerosi incontri online con svariate scuole del Trentino o ancora la collaborazione ad iniziative proposte da altri soggetti, locali e non.
Questo quindi il quadro generale delle attività previste nel triennio, che saranno a breve dettagliate in specifici progetti dalla “Conferenza”, l’organo decisionale della Rete di riserve composto da un rappresentante per ciascuno dei 20 Comuni, delle due Comunità di valle, del Consorzio BIM Brenta e della Provincia autonoma di Trento. È poi auspicabile che altri utili input arrivino dal Forum territoriale, sia per quanto riguarda la concretizzazione dei progetti dei prossimi 36 mesi che per cominciare a ragionare su come impostare i programmi futuri della Rete.