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Sono Blaze e ho dato voce ai leggendari Iron Maiden



Nostra intervista a BLAZE BAYLEY: il racconto alle pagine de Il Cinque di una carriera formidabile. Dall’inizio con i Wolfsbane, alla chiamata negli Iron Maiden, il massimo per un cantante nel genere heavy metal, fino alla carriera da solista...

di NICOLA PISETTA


Correva l’anno 1975: a Londra, su iniziativa del bassista Steve Harris, nascono gli Iron Maiden. Nel 1980 arriva il primo album, dal titolo Iron Maiden, nel 1981 il secondo, Killers. Steve Harris, oggi ancora attivo nella band, ha assistito ad un susseguirsi di uscite e di entrate nel gruppo: all’inizio, il cantante era Paul Di Anno. Sostituito, poi, nel 1982 da Bruce Dickinson. Quando Bruce decise di dedicarsi alla carriera da solista, nel 1994, venne scelta come nuova voce quella di Blaze Bayley. Resterà nel gruppo fino al 1999, quando Bruce deciderà di ritornare nella band, di cui ne è membro ancora oggi.

«Cominciai la carriera nei Wolfsbane – racconta il nostro Blazerispondendo ad un annuncio sul giornale: il chitarrista Jase Edwards e il bassista Jeff Hateley cercavano un cantante senza esperienza richiesta: ci mettemmo in contatto e dopo un’audizione nel garage di Jeff, cominciammo assieme l’avventura».

Il gruppo, originario di Tamworth, a 30 chilometri a nord-est di Birmingham, in Inghilterra, iniziò scrivendo brani semplici, senza omaggi né cover, e ciò gli servì per emergere, farsi nome ed esperienza, in un’epoca in cui l’heavy metal era molto popolare in Gran Bretagna: «Questo elemento e il fatto che, a differenza di altri gruppi, nessuno se ne andò, ci servì per diventare negli anni la migliore band senza etichetta di tutto il Regno Unito. Quando i tempi erano ormai maturi, nel 1989, firmammo a New York con l’etichetta Def America.» Una scalata, quindi, che non fermò Blaze e i suoi compagni: «fu grazie al video di un nostro brano, intitolato I like it hot, che gli Iron Maiden ci conobbero: ci chiamarono, chiedendoci di essere ospiti nel loro tour del 1990, nei 35 concerti britannici andati tutti esauriti. Naturalmente accettammo e diventammo quindi il gruppo di supporto della band, esibendoci prima dell’inizio di ogni concerto». Quando poi, nel 1994, gli Iron Maiden lo chiamarono nuovamente, per divenire il cantante ufficiale, l’occasione era dunque irripetibile e salutò i Wolfsbane. Incise due album, in cinque anni di permanenza, The X-Factor, nel 1995 e Virtual XI nel 1998. Tra i fan, abituati alla voce di Bruce Dickinson, non ci fu lo stesso entusiasmo di prima, eppure, col trascorrere degli anni, i due album furono rivalutati, sia dal popolo Maiden che dalla critica. Una delle canzoni composte da Blaze, Como estais amigos, affronta il ricordo della guerra delle Falkland/Malvinas: «Presi ispirazione – afferma Blazedurante una visita in Argentina, quando vidi le tombe dei soldati morti. Tra i caduti, c’è anche un mio vecchio amico di scuola. Com’è possibile che sia scoppiata una guerra tra due popoli, i britannici e gli argentini, storicamente amici? Ho voluto ricordare quella breve guerra, con una critica alle politiche dei due paesi: di certo non è stato il popolo a volerla». Sulla scia della sua esperienza con gli Iron Maiden, Blaze scrisse anche altri brani, tra cui uno col chitarrista Dave Murray, When 2 worlds collide: «Prendemmo ispirazione da un film apocalittico, in cui i terrestri lasciavano la terra per cercare fortuna su un altro pianeta: è una metafora al fatto che due culture possono collidere facilmente tra loro». Dopo il 1999, Blaze Bayley, una volta salutato gli Iron Maiden, ha scelto la carriera da solista: «Lavorare con gli Iron Maiden è stato un privilegio e ho mantenuto una grande amicizia anche dopo l’uscita dal gruppo: specie con Bruce Dickinson, che ha sempre creduto in me». Nel 2013, Blaze Bayley è ritornato a cantare con loro, e con l’altro ex cantante Maiden Paul Di Anno, durante un concerto ad Helsinki e da vent’anni gira il mondo da solista: «Per il 2020 il mio manager stava negoziando con alcuni festival per venire a cantare in Italia ma è stato tutto bloccato dalla pandemia. Col vostro paese ho un rapporto particolare, ho avuto chitarristi italiani che hanno suonato ai miei concerti, ognuno con un suo proprio stile».

Come riesce Blaze, a gestirsi la voce in un genere musicale complicato come l’heavy metal, che richiede un timbro vocalico piuttosto alto, grande resistenza polmonare e corde vocaliche d’acciaio o, se preferiamo, di metallo? Per certe personalità, prima di un concerto è importante il riposo, parlare poco e restare il più possibile da soli, come ha scritto Bruce Dickinson nel suo libro biografico intitolato A cosa serve questo pulsante? Non è così, tuttavia, per Blaze: «L’importante è avere la giusta voce negli studi di registrazione, ai concerti mantengo la concentrazione, ma mi sento più originale se canto portando il ritmo e il testo alle persone, senza dovermi troppo preoccupare se sono fedele allo studio o meno. Questa, per me, è la caratteristica più importante di un cantante heavy metal». Blaze vi aspetta sulla pagina personale di Facebook, di Instagram e sul sito www.blazebayley.net, e non appena sarà possibile in concerto.


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