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Ricordo di Rosaria Zanetel (1943-2022), una trentina naturalizzata padovana




di LINO BEBER


Qualche anno fa ho casualmente incontrato al castello di Pergine la signora Rosaria Zanetel; era in compagnia delle cugine perginesi Anna e Mariapia Alessandrini ed è nata un’amicizia con una successiva visita a casa mia, telefonate, messaggi telematici, invio di libri.

Pochi giorni dopo la prima presentazione del libro “Metamorfosi di un castello da Massimiliano I alla Fondazione CastePergine” avvenuta il 7 ottobre al castello, ricordando il nostro incontro al castello, le avevo spedito il libro per posta. Il giorno dell’arrivo del libro mi aveva telefonato ringraziandomi e niente faceva presagire che il 3 novembre Rosaria, che gradiva i nomi Lilli e Laliz, raggiungesse i pascoli del cielo dopo una settimana dal malore legato ad un ictus cerebrale emorragico, per il quale era stata ricoverata all’ospedale di Padova.

Rosaria era nata l’8 ottobre 1943 a Strigno, dove il papà Antonio (Siror in Primiero 1912 - Padova 1980) insegnava alle scuole elementari del paese valsuganotto. Le sue radici genealogiche erano trentine sia da parte paterna che da parte della mamma Angelina Alessandrini, nata a Caldonazzo nel 1913 dal padre perginese Francesco (1875) e dalla mamma Maria Strada di Caldonazzo.

La storia di Antonio Zanetel, papà di Rosaria, è degna di essere ricordata. Dopo gli studi con i Salesiani si diplomò maestro nel collegio salesiano di Feltre iniziando a insegnare dapprima a Ora in Alto Adige, poi a Tenna dove conobbe la futura moglie, in seguito a Strigno dove nel 1939 la coppia si sposò e nacquero la primogenita Franca (1940-2006), Rosaria nel 1943 e Dulciana nel 1948. Nel 1959 la famiglia si trasferì a Padova dove Antonio continuò la sua carriera di insegnante alle Scuole Rosmini di fronte alla Basilica di Sant’Antonio. Anche la mamma era insegnante elementare diplomata in un Collegio di Suore a Trento e ha insegnato a Campo Tures in Val Venosta, poi a Tenna, Strigno e Padova alle scuole Bernardi del rione Santissima Trinità.

Rosaria dopo il liceo classico si era laureata in giurisprudenza a Padova, nel 1971 si sposò con il medico di origine siriana Gihad Hassan Katrib laureato a Padova e scomparso nel 2018 dopo l’incidente stradale che nel 2013 lo aveva ridotto in coma.

Rosaria è stata uno spirito libero anticonformista che sperimentò in prima persona l’integrazione con una cultura diversa in anni in cui i matrimoni misti non erano ben visti.

Rosaria e Gihad avevano fondato una piccola casa editrice specializzata in testi di grammatica e diffusione della lingua e cultura araba e Rosaria aveva ideato e curato un progetto editoriale relativo a storici istituti scolastici padovani (Liceo classico Tito Livio, Istituto Tecnico Commerciale Calvi, Università). Negli ultimi anni aveva firmato 3 romanzi, 2 di natura autobiografica (“Musulmane che ho conosciuto”, “ Padova è molto a sud di Trento”) e “Caro Giorgino… baci, la zia Lilli”.

L’ultimo saluto a Rosaria è avvenuto ieri, martedì 15 novembre, al Cimitero Maggiore di Padova.

Un paio d’anni fa Rosaria mi aveva inviato una serie di racconti dal titolo “Ricordando mia nonna Domenica Taufer di Siror, le sue sorelle e le loro discendenti”, che finora non è stato pubblicato, ma che nelle sue intenzioni vuole essere un inno alle donne del Primiero, per come le ha conosciute nella sua infanzia ricordando la loro forza di carattere, che deriva dal credere in se stesse e nelle proprie capacità, ma anche quel certo senso dell’umorismo con cui affrontano la vita, che diventa la loro caratteristica migliore, sfiorando spesso l’amarezza esistenziale, segno di rara intelligenza. Nei racconti Rosaria ha usato molte espressioni dialettali di Siror.

Il papà Antonio nel 1978 pubblicò “Dizionario biografico di uomini del Trentino Sud-Orientale" (Alcione-Trento) e aveva iniziato la compilazione di un dizionario degli studenti trentini presso l’Università di Padova iniziando dalla lettera A con Abbondi Cesare del dr. Claudio, tirolese di Riva, 4 marzo 1616: dott.to in legge seguito dal padre Abbondi Claudio di Giorgio, trentino, da Riva, 29 marzo 1588: scol. nelle Arti; 10 aprile 1588: dott.to in Filosofia e Medicina arrivando fino alla lettera M con Moerz Isidoro di Giuseppe negoziante, di anni 22, Tirolo, 1830: stud. in Medicina, anno III, proviene da Vienna. Con questo nome la ricerca s’interrompe probabilmente perché Antonio passò all’altra riva.

La figlia Rosaria mi ha consegnato la ricerca dattiloscritta dal padre oltre ad altri suoi scritti e racconti ambientati nella sua terra di nascita, il Primiero.

Cara Laliz, ora puoi riposare in pace.














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