
MODENA – Pietro Pellegrini dell’Atletica Val di Cembra è il nuovo campione italiano dei 3000 metri categoria Juniores, nonché medaglia d’argento nella gara dei 1500 metri. Lo straordinario risultato è stato messo a segno nei campionati assoluti di Modena.
di GIUSEPPE FACCHINI
Il mezzofondista diciannovenne di Palù di Giovo Pietro Pellegrini ha colto sabato 17 ottobre la medaglia d’argento sui 1500 e nemmeno 24 ore dopo la prestigiosa medaglia d’oro nei 3000, vincendo a braccia alzate in 8’32”44. Pietro Pellegrini è allenato dal padre Ivano Pellegrini. Con questo risultato il sodalizio cembrano guidato dal Presidente Antonio Casagrande coglie un altro importantissimo risultato. Abbiamo seguito Pietro nella trasferta modenese, quindi sentiamo direttamente dalla sua voce come ha vissuto questa esperienza.
Pietro, ti aspettavi un risultato così importante?
«Sono arrivato ai campionati nazionali con l’accredito sui 1500 metri con il tempo di 3’51” e quindi sapevo di potermi giocare una buona gara. Sui 3000 invece non avevo un tempo di accredito. Speravo in una medaglia sui 1500 metri, era un obiettivo molto importante, è qualcosa che ti appaga a livello atletico perché ti alleni tanto e fai fatica ed una medaglia è una bella ricompensa. Nello sport però non c’è mai niente di scontato. Nei 1500 in gara ho aspettato il momento giusto e nei 3000 non ti so proprio dire cosa sia successo ma ho vinto.»
Come gestisci il pregara?
«È un tasto dolente. Arrivare alla gara è un'attesa interminabile di ore e l’ansia mi divora, ma fortunatamente appena arriva lo sparo dello starter passa tutto e l’ansia sparisce.»
Come hai cominciato?
«La prima passione è stata il calcio. Ho giocato a calcio per nove anni nel Verla e volevo aumentare la mia capacità nella corsa. Mi sono così avvicinato alla corsa, mi è piaciuto così tanto che ho smesso di giocare a calcio e ho iniziato a correre.»
Papà Ivano cosa diceva visto che è stato un ottimo atleta?
«Mi ha sempre aiutato ed era fiero di me qualunque cosa facessi. Ora è più contento perché pratico quella che è stata la sua passione.»
Palù di Giovo è la terra di Francesco Moser, di Gibo Simoni... Al ciclismo hai mai pensato?
«Ho una famiglia molto sportiva. Il ciclismo è una cosa lontana da me come sport praticato, ma lo seguo con tanto interesse e sono molto appassionato e non potrebbe essere altrimenti vivendo in una terra di campioni che hanno vinto campionati mondiali e Giri d’Italia.»
Con gli studi?
«Mi sono diplomato all’Istituto De Carneri per lo sport di Civezzano, mi sono poi preso un anno sabbatico per vedere come orientarmi meglio.»
Durante il lockdown come ti sei preparato?
«È stato un anno molto difficile dal lato sportivo e umano. Ho cercato di allenarmi il più possibile con i metodi che erano consentiti. Volevo essere pronto quando sarebbe partita la stagione ed è stato così.»
Cosa ti piace in particolare nella corsa e nell’atletica leggera?
«Mi ritengo masochista perché amo alla follia morire di fatica, la mia grande passione è fare fatica e sacrifici, che poi non vanno neanche chiamati sacrifici perché sono proprio contento di allenarmi e mettere da parte altre cose. Ho voglia di fare fatica il più possibile, perché è proprio quello che mi avvicina all’atletica.»
Qualche preferenza sulle gare?
«Crescendo con l’età e di categoria spero di aumentare un po’ il chilometraggio, spostarmi più sui 3000 e 5000, ma in ogni caso anche i 1500 metri sono una gara molto appassionante e che mi piace correre.»
Una dedica per questa vittoria?
«Finita la gara dei 3000 ho chiamato il mio Presidente Antonio Casagrande che insieme a mio papà è la persona più importante del mio percorso sportivo. Questa medaglia di mio ha solo le gambe e andrebbe spezzettata in cento e dato un pezzo a tante persone che mi hanno sostenuto. Per intanto la dedico alla mia società e al mio presidente soprattutto che mi ha dato una mano enorme e alla mia famiglia.»
L’Atletica Val di Cembra sta facendo davvero molto bene...
«Arriveranno anche altri atleti a livelli alti, io li vedo tutti i giorni allenarsi nella pista di Masen, sono forti e con una grande mentalità, arriveranno altre sorprese nei prossimi anni ne sono più che sicuro.»
Il prossimo anno passerai nella categoria Promesse. Quali sono i tuoi sogni e desideri?
Non si dovrebbe mai parlare del sogno, perché se poi non si avvera è dura. Intanto vado avanti il più possibile, sono felice di quanto ho fatto ma non mi monto la testa anzi; non è successo niente e non è cambiato nulla, ho solo una medaglia ma sono quello di sempre che vuole allenarsi come prima.»
La tua preparazione invernale?
«Dopo un breve periodo di scarico, cerco di prepararmi al meglio e come gara di esordio penso al Campaccio, che mi dicono sia una gara adatta a me. Vedremo, a me piace molto la corsa campestre.»
Hai qualche hobby?
«Cose normali: la musica, uscire con gli amici. Le amicizie di sempre non conoscono esattamente il tipo di impegno che comporta essere atleti. Ho diverse amicizie con altri atleti, perché mi seguono nelle cose e nei sacrifici. Sono sicuro che più avanti i mie amici capiranno che quello che sto facendo è una cosa seria per cui devo anche rinunciare a certi divertimenti e uscite.»