di GIUSEPPE FACCHINI
Inaugurata la tappa conclusiva del memoriale che intende rendere omaggio ai 210 trentini e trentine deportati nei lager del Terzo Reich negli ultimi tragici anni della seconda guerra mondiale.
Sono intervenuti Morgan Betti (Assessore alla Cultura del Comune di Pergine Valsugana) e Diego Leoni (curatore della mostra e ricercatore presso il Laboratorio di Storia di Rovereto). A conclusione del suo viaggio nei principali comuni della Valsugana è quindi arrivato a Pergine il progetto realizzato dal Laboratorio di storia di Rovereto e dall’associazione Mosaico di Borgo Valsugana: “Almeno i nomi. Memoriale ai civili trentini deportati nel Terzo Reich”.
L’iniziativa, promossa dalla Comunità Valsugana e Tesino e dalla Comunità Alta Valsugana e Bersntol e condivisa dal Comune di Pergine, vuole strappare all’oblio i nomi, le storie, talvolta anche i volti, di coloro che sono sprofondati ai margini della Storia senza più riemergere. Civili, uomini e donne, rinchiusi nei Lager o nei penitenziari a scontare non solo la “colpa” della resistenza organizzata, ma anche un semplice atto di solidarietà, una parola di troppo, una fede coerente con i Vangeli o un credo diverso da quello cattolico, la renitenza e la disobbedienza civile, un furto veniale, un’amicizia o un’inimicizia, una parentela o anche una semplice omonimia.
Le 210 cornici di rame, che custodiscono le note biografiche ed i volti dei trentini deportati, sono il frutto di una minuziosa ricerca condotta sul campo, negli archivi e attraverso un rapporto diretto con discendenti e depositari delle memorie locali.
Una ricerca sfociata nella pubblicazione del volume Almeno i nomi. Civili trentini deportati nel Terzo Reich (2013). Perché il ricordo delle vittime non svanisca, e con esso non svanisca il ricordo del male. L'installazione ad ingresso libero è visitabile tutti i giorni (escluse le domeniche) fino a lunedì 25 aprile con orario 10.00-12.30 e 16.00-18.30.