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Pergine. Settembre 1970: ll crollo della chiesa di S. Elisabetta


La chiesa di Santa Elisabetta in una foto di inizio '900



di LINO BEBER

Era circa mezzanotte di una sera di settembre 1970; stavo studiando nella cucina di casa mia in via Guglielmi, vicinissima alla chiesetta, quando ho udito un tremendo boato.


Sono subito corso in strada raggiungendo la vicina piazzetta con i portici e, ancora avvolta in una nube di polvere, ho visto che era crollata la facciata d’ingresso della chiesetta con parte della cupola ottagonale. Fortunatamente in quel momento nessuno transitava nella zona.

Da tempo una grossa crepa si era aperta nella parete ed erano state messe delle travi puntellate verso il vicino palazzo Cerra, come si vede nella fotografia realizzata dopo il crollo.

La chiesetta dedicata a santa Elisabetta, regina del Portogallo (1271-1336, canonizzata nel 1665, la sua festa ricorre l’8 luglio) e nipote di santa Elisabetta d’Ungheria, è stata edificata nel ‘600, ma non si conosce con precisione la data di fondazione, anche se sull’architrave della porta si trova inciso 1648 (1 6 4 VIII), lo stesso che compare in un documento in cui don Domenico Mottesi e altri firmatari promettono di fare un’offerta «per fare una cappella qua in mezzo a Pergine» e una certa Anna Covella si dice disposta a «dare il luogo a fare su detta Opera», non solo, ma «obbliga tutti i suoi beni» per il mantenimento (notizie che compaiono nell’Urbario della chiesa di S.Elisabetta raccolte probabilmente da don Domenico Mottesi – da Le chiese di Pergine di Umberto Frisanco, Giubileo 2000).


La chiesetta di S. Elisabetta subito dopo il crollo del 1970

Alla chiesa erano annessi due “Benefici missari”: il primo fondato dalla famiglia Lener, proprietaria del palazzo ora noto come Hippoliti e il secondo dal sacerdote Ambrogio Hippoliti eremita nel territorio di Vicenza.

Fino a inizio ‘800 nella chiesetta si officiava regolarmente e nel 1807 due sacerdoti “Benefiziati” celebravano quotidianamente la santa Messa.

Arrivarono poi i Bavaresi e i Francesi che la chiusero al pubblico e solo con il ritorno del dominio austriaco tornò alle normali funzioni, come attesta un documento del 1852.

Fu poi quasi del tutto abbandonata e usata per scopi profani. Solo nel 1926 il parroco mons. Giacomo Regensburger la riconsacrò facendovi celebrare la Messa degli scolari, essendo l’attiguo palazzo Cerra sede della scuola elementare.

Seguirono anni nei quali veniva celebrata la santa Messa solo l’8 luglio, e veniva recitato il Rosario nel mese di maggio e in ricordo dei defunti del quartiere.

Da segnalare che la campana fusa nel 1876 non fu requisita durante la Prima guerra mondiale.

Giovedì 29 giugno 1967, in occasione della prima messa di mio fratello don Giuseppe (1942-2022) dalla chiesetta partì il corteo verso la chiesa parrocchiale.

Nel 1970 il crollo con pronta riparazione dei danni esterni e chiusura della chiesetta che dovette attendere il 1990 per il progetto di restauro iniziato poi nel novembre 1995.

Ora da alcuni anni la chiesetta accoglie il bellissimo presepio meccanizzato realizzato da un gruppo di volontari che hanno arricchito l’ambiente pastorale con il castello, il vecchio municipio, il quartiere di piazza delle oche, la chiesetta di Masetti, il mondo delle miniere e delle attività artigianali di un tempo.

L’artistico paliotto ligneo dipinto della fine del ‘600 che rappresenta la morte di san Giuseppe, che un tempo ornava l’altare della chiesetta di santa Elisabetta, dopo essere stato restaurato negli anni ’80 da Corrado Scarpa, è ora posto sul davanti della mensa dell’altare rivolto verso l’assemblea nella chiesa parrocchiale.










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