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"Orizzonte scienza": un bilancio lusinghiero per l'iniziativa promossa dalla Fondazione Valtes

Immagine del redattore: il Cinqueil Cinque

Foto di gruppo dei partecipanti con Paolo Nespoli e Giovanni Caprara



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Nel fine settimana dal 19 al 21 aprile si è svolto “Orizzonte Scienza”, la seconda tappa de “Gli Orizzonti della Fondazione Valtes” voluta da Valtes, la Fondazione della Cassa Rurale Valsugana e Tesino, e realizzata in collaborazione con Fondazione Trentina Alcide De Gasperi, Arte Sella e Associazione Agorà.

Una cordata culturale che accomuna alcune fra le principali associazioni che operano sul territorio valsuganotto con finalità di promozione culturale, e già di per sé uno dei risultati di rilievo di questa esperienza, mettendo in sinergia e a fattor comune idee e proposte in un “fare insieme”, nel superamento di visioni parziali per una dimensione alta da offrire al nostro territorio.

Gli Orizzonti della Fondazione Valtes nascono con l’intento di offrire al territorio un momento di approfondimento di temi di particolare attualità, con un format particolare che permette ai partecipanti di vivere un’esperienza residenziale a contatto fra di loro e con i relatori, un fine settimana lontani dalle dinamiche quotidiane, facendo esperienza di un tempo di qualità in cui approfondimenti e dibattiti si alternano a visite culturali, testimonianze, passeggiate.

Una delle principali finalità è infatti quella di far nascere e consolidare reti di relazioni e di conoscenze: certi temi, che ci superano in complessità e che si pongono spesso come vere e proprie sfide, che chiamano tutti noi ad una nuova assunzione di responsabilità, non possono essere affrontati come individui, ma solo in un contesto di comunità e di relazioni profonde, anche personali. Sono le relazioni l’elemento caratterizzante, generativo e imprescindibile di un nuovo futuro.

In un contesto quindi di relazione, i temi sono affrontati da diverse angolazioni, per consentire una visione olistica e più completa possibile, con l’ambizione di fornire ai partecipanti elementi di riflessione e di conoscenza per accrescere un proprio senso di cittadinanza attiva, consapevole e cooperativa. 

In questo senso, la proposta de “Gli Orizzonti” si configura come una scuola di cittadinanza, rivolta a persone del nostro territorio che vogliono capire e crescere in un senso di cittadinanza comunitaria.


Osservatorio del Celado. Da sinistra Giovani Caprara, Paolo Nespoli, il presidente di Valtes Stefano Modena, Marina Campestrin e presidente dell’Associazione Unione Astrofili del Tesino e della Valsugana

RELATORI E TESTIMONI

I circa 30 partecipanti, nelle varie forme, alla nuova tappa di questo percorso si sono quindi ritrovati nel primo pomeriggio di venerdì 19 aprile presso il Centro Studi Alpino dell’Università della Tuscia a Pieve Testino

Varie l’età e la provenienza, così come il background formativo e il substrato culturale; una scelta precisa dell’organizzazione quella di aprire la proposta a tutte le fasce della popolazione del nostro territorio, arricchendo il gruppo con le sensibilità e le positività di ciascuno.

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Orizzonte Scienza ha potuto avvalersi del contributo di importanti relatori e testimoni, in un’alternanza di relatori e di testimonianze motivazionali d’eccezione, strutturandosi in cinque sessioni principali: 1) Scienza, politica e processi decisionali, 2) La fatica della ricerca; 3) Scienza e comunicazione; 4) Scienza, Arte e Natura; 5) Scienza e Sport.

Nella prima sessione, con l’aiuto del prof. Massimiano Bucchi dell’Università di Trento si è cercato di capire come le conoscenze scientifiche e tecnologiche impattano i processi decisionali, in un’asimmetria spesso evidente fra conoscenze tecniche e ruoli di responsabilità politica di vario livello. 

Un tema portato all’attenzione in modo particolare durante la pandemia Covid, dove alcune decisioni sembravano più frutto di elaborazioni e processi della cabina di regia tecnica che non di processi decisionali in ambito politico o amministrativo.

Nella seconda sessione è stata analizzato, con l’aiuto delle professoresse Francesca Demichelis (Università di Trento) e Francesca Minerva (Università di Milano) il tema della fatica della ricerca.


La ricerca richiede spesso passi faticosi, e che possono essere misconosciuti o avversati dal “senso comune” o da una parte di opinione pubblica, più propensa a trovare soluzioni facili. Laddove è difficile, se non impossibile, trovare soluzioni facili a problemi complessi.

Nella terza sessione il protagonista è stato Giovanni Caprara, firma storica del Corriere della Sera e presidente dell’UGIS (Unione Giornalisti Italiani Scientifici), dove si è parlato dell’importanza di una corretta informazione soprattutto in un’epoca in cui, anche grazie a nuovi canali e strumenti comunicativi, imperversano fake news e disinformazione. 

L’aspetto comunicativo diventa quindi fondamentale; soprattutto la comunicazione scientifica deve però fare i conti con un fenomeno nuovo, mai esistito in questa entità e modalità: quello delle false notizie, delle fake news, che si propagano attraverso i social ma anche attraverso un sistema mass mediatico che, sulla base del principio di libertà di parola e di pensiero, tende a legittimare e dare uguale voce a posizioni chiaramente antiscientifico (no-Vax, negazionisti del climate change, ecc.). 

 

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Il pomeriggio è quindi proseguito con un confronto pubblico fra Paolo Nespoli e Roberto Battiston (di cui vi offriamo un breve sunto qui a fianco) moderati da Giovanni Caprara, presso il teatro di Castello Tesino, che ha visto la partecipazione di un numeroso pubblico.

La serata è quindi proseguita con la visita all’Osservatorio del Celado, dove la professoressa Marina Campestrin, presidente della Associazione che ha in cura la struttura, ha accolto assieme ad alcuni ospiti il gruppo di partecipanti presentando loro le attività in essere, inclusa l’esperienza dell’osservazione con il microscopio.

La quarta sessione ha visto la presenza dello studio d’arte multidisciplinare Fuse*, dove si è approfondita la connessione fra Scienza ed Arte.

Due aspetti intrinsecamente collegati: la prima studia la seconda, prova a trovare le leggi che ne regolano l’evoluzione e il comportamento, prova a trovare soluzioni a problemi ambientali, talvolta creati dal progresso tecnologico stesso, in un circolo virtuoso che è talvolta vizioso al tempo stesso. 

In questa relazione così stretta, si inserisce anche l’arte come forma espressiva della natura e di come questa viene trasfigurata dalla sensibilità individuale e collettiva.

La quinta è ultima sessione ha visto la presenza dell’atleta paraolimpica Martina Caironi.

Plurimedagliata alle Olimpiadi e ai Mondiali di specialità, Martina ha raccontato una storia di resilienza, di amore per la vita, di come è rimasta coinvolta in un incidente stradale nel 2007, e di come nella tecnologia ha trovato uno strumento per realizzarsi in una dimensione, quella fisica, apparentemente ormai a lei preclusa. 

Una parentesi  motivazionale che ha chiuso degnamente il fine settimana, offrendo ai partecipanti un momento di coinvolgimento anche emotivo di particolare rilevanza.


PROSPETTIVE FUTURE

Il presidente della Fondazione Valtes, Stefano Modena, ha annunciato al termine della Scuola che “Gli Orizzonti” proseguiranno in autunno con “Orizzonte Natura”

La proposta infatti ha l’ambizione di diventare continuativa, con due appuntamenti annui. Orizzonti quindi che crescono in prospettiva, diventando un appuntamento fisso nel panorama culturale ed educativo locale (ma non solo), con livelli qualitativi già elevatissimi. 

«Un progetto – come spiega lo stesso Modena reso possibile dalla lungimiranza della Cassa Rurale Valsugana e Tesino, ente fondatore della Fondazione, che nella Fondazione sta credendo e investendo quale motore e baricentro di una crescita culturale e sociale del nostro territorio, genitrice di dinamiche attrattive per le nostre comunità. Ma anche dalla disponibilità di altre associazioni ed enti locali che hanno voluto fare con noi questo pezzo di strada assieme: perché cooperare significa proprio questo, mettere a sinergia competenze, reti di relazioni, pensieri, in modo aperto e propositivo. In un mondo dominato dall’individualismo, questa collaborazione è un segnale importante di come le cose fatte assieme abbiano radici solide, e possano guardare al futuro con grande, rinnovato ottimismo». 

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