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Oggi l'addio a Felice Anderle, "l’Istciot” del Compet


Felice Anderle, il popolare “L’Istciot”, del Compet ci ha lasciati all’età di 94 anni nella notte tra sabato e domenica. Nato a Pergine, ma originario di Vignola, poi si è trasferito agli Assizzi e nel 1950 ha costruito il baito al Compet poi divenuto osteria. Negli anni '70 ha comprato con i fratelli la casa ai Masetti al Cesuret dove ora vive il figlio Giorgio con la sua azienda agricola.

di Giuseppe Facchini

PERGINE VALSUGANA – Felice ha lavorato intensamente tutta la vita con impegno e passione nella gestione dell'Aurora, albergo, bar e ristorante, divenuto un punto di riferimento per la comunità, una vita a servire al banco. Lo conoscevano tutti e per tutti aveva una parola, sempre disponibile e al servizio degli altri. Una vita di lavoro sempre senza mai prevaricare nessuno, una laboriosità che ha passato ai suoi figli e alla sua famiglia.

Felice è stato amministratore di Vignola Falesina per vent’anni di cui dieci come vicesindaco dal 1985 al 1995 quando era sindaco Mariagrazia Motter. Il figlio Matteo lo ha seguito per altri vent’anni, ricoprendo la carica di assessore e vicesindaco e poi sindaco dal 2010 al 2015, la nipote Maria consigliere comunale dal 2015 al 2020 con sindaco Danilo Anderle. Felice ha sempre difeso strenuamente l’autonomia del piccolo Comune dove per decenni è stato anche componente del Corpo Volontario dei Vigili del fuoco, oltre che amministratore dell’ASUC di Vignola e del Consorzio boschivo delle Canzane.

Il figlio Matteo lo ricorda così: «Al Compet ha cominciato nel 1950 quasi per scherzo per avere un ricovero per dormire in montagna quando si lavorava il fieno. Ha avuto l’idea insieme al nonno e ai fratelli di aprire una osteria, e da lì un poco alla volta è diventata una struttura accogliente, integrata da qualche anno anche dal vicino garnì. Papà è sempre stato una persona molto schietta, a volte anche dura, però sempre sincera, di vecchio stampo e che allo stesso tempo guardava in avanti. Ci ha sempre insegnato i sani principi morali, l’onestà, che la roba degli altri è degli altri, che bisogna lavorare a testa bassa e andare avanti oltre ogni difficoltà. Non ci ha mai contrastati in quello che volevamo fare, anzi, all’inizio era critico e dubbioso ma poi era orgoglioso dei cambiamenti parlando con le persone.

Lui è sempre vissuto qui, un vero uomo di montagna, la sua vita, come lo sono anch’io a cui piace stare sopra i 1000 metri, è sempre stato un papà buono per me e mio fratello Giorgio, ci ha insegnato tante cose, ci ha sempre aiutato alla stessa stregua e gli dobbiamo tutto. Anche a volte nelle diversità di vedute ci siamo sempre voluti bene. Al Compet era coccolato con le sue nipoti e da tutti, due mesi fa è diventato anche bisnonno. Fino a un mese fa si faceva quattro rampe di scale almeno tre volte al giorno, non è da tutti a una certa età. E lavorava sempre, perché il lavoro era la priorità. Era soddisfatto di come grazie agli sforzi e all’impegno della famiglia l’esercizio pubblico si era trasformato constatando la diversità rispetto ad altre zone turistiche vicine. Qui si è andati avanti, pur nel piccolo, e questo grazie a non aver mollato mai, a lavorare sodo e guardando sempre oltre

Ma come è nato l’appellativo di “Listciot”?

«Il Comune di Ischia prima di fondersi in quello di Pergine ha messo in vendita alcuni boschi sul doss de l’Iscia nel Selvot e sono stati acquistati da mio nonno, e lo chiamavano “il vecio l’iscia” e il “l’istciot” mio papà. E’ sempre stato un appassionato dei prodotti del bosco, la legna, il legname, anzi penso che se tornasse al mondo farebbe il boscaiolo, era la sua seconda pelle».

Felice lascia la moglie Marcella, i figli Matteo con Antonella,Giorgio con Sandra, le amate nipoti Maria, Giulia ed Anna, la piccola Melanie.

I funerali si svolgeranno oggi, martedì 27 aprile, alle ore 16.00 nella Chiesa parrocchiale di Pergine.


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