Sabato 14 settembre alle 18.00 si conclude la rassegna “Agosto degasperiano – Amare il nostro tempo” con l’incontro Ogni prigione è un’isola. Nell’Anfiteatro del Parco delle Terme di Levico Terme, la giornalista e scrittrice Daria Bignardi dimostrerà che puntare lo sguardo all’affollata solitudine del carcere significa, in fondo, andare al cuore della nostra società, a ciò che siamo e a ciò che dimentichiamo di essere.
L’evento è in collaborazione con Alzheimer Fest, che fa tappa a Levico Terme sabato 14 e domenica 15 settembre.
«Il carcere è una giungla amazzonica, come un paese in guerra, un’isola remota, un luogo estremo dove la sopravvivenza è la priorità e i sentimenti primari sono nitidi». Nella vita delle persone, lo spazio ha un ruolo fondamentale nella costruzione della propria identità. La cameretta, la casa, le aule di scuola, gli uffici: ognuno con le proprie regole e libertà, è in questi luoghi che si formano i codici sociali e le convivenze tra diversità necessari a condurre una vita civile. Ci sono luoghi, invece, che vogliamo dimenticare, perché ci auguriamo di non averci mai a che fare o perché ci ricordano i lati più oscuri della nostra esistenza, che scongiuriamo in tutti i modi. Guardare alle carceri vuol dire fare i conti con i propri pregiudizi, con le differenti concezioni di libertà e di giustizia, con il male che abita in tutti noi, con la possibilità del perdono. In altre parole, è un viaggio dentro noi stessi e nel cuore della società, pieno di ferite.
Nell’incontro Ogni prigione è un’isola di sabato 14 settembre alle 18, nell’Anfiteatro del Parco delle Terme di Levico Terme, la giornalista e scrittrice Daria Bignardi ci inviterà a superare i nostri pregiudizi e titubanze per entrare là dove non vorremmo, perché è lì che si nascondono le contraddizioni e le ingiustizie specchio della nostra società. Un’attenzione nata trent’anni fa, dalle lettere scritte a Scotty, un detenuto americano condannato a morte in Texas, per poi ripresentarsi in varie forme nella sua biografia: dai suoi figli che andavano a trovare il nonno, il giornalista Adriano Sofri, in carcere, al volontariato a San Vittore, ai programmi tv dedicati a chi vive la prigione quotidianamente. Daria Bignardi vede lì dentro un’umanità sperduta, “illuminata a giorno”, dove le sensazioni, positive e negative, sono amplificate. Non un fatto di cronaca legato a qualche rivolta o a un picco di suicidi, ma un faro puntato per dare voce a chi soffre di brutta opinione, ai colpevoli, agli innocenti, alle donne carcerate che vivono in uno spazio costruito per gli uomini. A questo riguardo scrive: «così come il carcere è distillato e persino avamposto della vita per quanto riguarda sentimenti e cambiamenti sociali, allo stesso modo lo è per la condizione delle donne. Proprio come succede fuori, anche dentro stanno peggio degli uomini». Il carcere come un’isola, lontana e incomprensibile, ma vicina se solo abbiamo il coraggio di raccontarlo e di considerarlo, nonostante tutto, parte di noi.
L’incontro con Daria Bignardi è l’ultimo appuntamento dell’edizione 2024 dell’Agosto degasperiano, che si intitola “Amare il nostro tempo”. Dopo gli incontri con Luciano Violante, Antonella Viola, Leonardo Becchetti, Agnese Pini, Donatella Di Pietrantonio, oltre al consueto appuntamento della Lectio del 18 agosto, la rassegna avrà un incontro bonus track a Trento il 17 novembre con il filosofo e psicanalista Miguel Benasayag.
Prenotazioni
La prenotazione per questo evento non è necessaria. In caso di maltempo l’evento si terrà nel Teatro parrocchiale di Levico Terme. L’ingresso in questo caso è libero fino a esaurimento dei posti disponibili, senza possibilità di prenotazione.
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