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Le scuole a Borgo: cinque secoli sui banchi

Aggiornamento: 8 nov 2020



di Johnny Gadler


Le prime scuole in Valsugana risalgono al '500 e si trovavano nei centri maggiori: Borgo e Pergine. Nel '600 compaiono anche in centri minori, come Torcegno. Nel '700 la riforma di Maria Teresa d'Austria introduce la scuola obbligatoria.

La comparsa delle prime scuole nei vari paesi della Valsugana non porta una data precisa. Si trattò di un processo graduale e lento, che – com'è logico attendersi – ebbe i suoi epicentri nelle comunità più popolose: Pergine e Borgo.


CHIESA E PRIME SCUOLE

Di certo le prime scuole non furono alla portata di tutti e spesso si svilupparono su iniziativa della sfera ecclesiastica. In un saggio sulla scuola elementare trentina, pubblicato nel 1959, lo studioso Enrico Leonardi asseriva che «l'obbligo imposto ai curatori d'anime d'impartire ai fanciulli la dottrina cristiana li abbia portati in tanti casi a fondare la scuola del popolo, per insegnare oltre alla dottrina cristiana anche a leggere, poi anche a scrivere e in fine a far di conto».


SCUOLE A BORGO NEL '500

Per la comunità di Borgo quello dell'istruzione rappresentò sempre un capitolo molto importante fin dal tardo Rinascimento. Le cronache riportano che nel 1528 a Borgo operava il maestro Antonio da Cittadella.

Nel 1550 è menzionata una scuola per ragazzi il cui maestro era un certo Geronimo. Sappiamo, altresì, che nel 1552 il Comune di Borgo spendeva 90 lire per la scuola. Nel 1585 il maestro arriva da Como e si chiama don Gasparo Rota, mentre nel 1590 troviamo don Giovanni Francesco Leterio da Capri; l'anno successivo, 1591, sarà invece don Antonio Rota nipote del già ricordato don Gasparo. Risale al 1593 l'istanza presentata da Orazio de Covis da Roncegno al vescovo di Feltre Giacomo Rovellio (1584-1610) circa la promozione agli ordini minori: «putto da 6 a 8 anni, fu a scuola al Borgo un anno e mezzo».

Sul finire del secolo, nel 1599, alla scuola di Borgo insegnavano don Domenico Antonietti cappellano di S. Croce e Leonardo Grandi.

SCUOLE A BORGO NEL '600

Risale al 1601 la decisione del comune di Borgo di «istruir i figliuoli nelle virtù e creanze et tener scuola pubblica».

Così il 9 febbraio 1607 in paese entrò in servizio il maestro Marcantonio Terzi, il quale nei documenti dell'epoca veniva definito «uomo di gran fama et dottrina», tanto che il Comune gli assegnò una casa che fungesse anche da scuola, con uno stipendio fissato in lire 310 annue, l'uso della legna da ardere, nonché la riscossione delle tasse dovute dagli studenti per la propria istruzione che, all'inizio del ‘600, apparivano così articolate: «Gli abbecedari o quelli che cominciano pagano al mese, gazzette 10; quelli che leggono e principiano a scrivere, gazzette 12; quelli di concordanza e che latinano per le regole attive, gazzette 20; quelli delle regole passive fino agli impersonali, gazzette 30; quelli delle Epistole e di altro studio, gazzette 45; quelli degli impersonali fino alle figure e che ascoltano lezioni 40; quelli di aritmetica, gazzette 20. Si escludono i forestieri che non abitano al Borgo, i quali dovranno intendersela con il maestro. Se poi al Borgo vi fossero scolari poveri che non possano pagare, il maestro dovrà fa lezione fino al numero di otto».

Il maestro Terzi rimase a Borgo solo alcuni anni, tanto che nel 1610 il Comune fu costretto a cercare un sostituto, a cui offriva sempre l’abitazione e lo stipendio di 20 ragnesi annui, oltre alle tasse versate direttamente dagli studenti.

Sappiamo che nel 1627 don Nicolò Bertacolo si impegnò ad insegnare lettere, grammatica e buoni comportamenti, con un compenso annuo di 25 ragnesi, più le tasse versate dagli studenti; nel 1631 troviamo il maestro don Giacomo Armano, nel 1633 il maestro don Antonio Busana, nel 1635 il maestro don Antonio Peterlini da Rovereto, nel 1637 il maestro Michele Abellin.


LA SCUOLA DELL'OBBLIGO

Nel corso del XVIII secolo una sovrana illuminata, Maria Teresa d’Austria, si rese conto di quanto fosse importante migliorare l'istruzione e promosse una serie di riforme dell'istruzione sia superiore ma, soprattutto, elementare.

Il 6 dicembre 1774 fu così pubblicato il "Regolamento scolastico generale per le scuole normali, centrali e triviali". L'aspetto più importante del provvedimento era quello che sanciva l'obbligatorietà dell'istruzione per i bambini tra i 6 e i 12 anni, indipendentemente dalla loro estrazione sociale o dalle possibilità economiche della famiglia d'origine, la quale in caso di inadempienza rispetto a tale obbligo rischiava pure pesanti sanzioni.

Il nuovo regolamento prevedeva tre tipologie di scuole: la scuola triviale, (la più diffusa, che doveva insegnare le basi leggere, scrivere, far di conto), la scuola principale (con l'insegnamento di più materie e presente solo nei centri maggiori) e la scuola normale dove venivano formati i maestri e che doveva essere di esempio per le altre. All'inizio queste scuole furono istituite solo nei capoluoghi: in Trentino ebbe sede a Rovereto.


SCUOLE A BORGO NEL '700

Adeguarsi a quanto prevedeva la riforma teresiana non era affatto semplice, non solo per ragioni organizzative, ma anche e soprattutto per questioni economiche. In quel periodo, infatti, la situazione non appariva per nulla florida, poiché siccità e carestia avevano reso la vita ancor più difficile di quanto normalmente potesse essere in quegli anni.

A Borgo la situazione non era diversa, ma la comunità si dimostrò illuminata nel cogliere subito il senso della riforma, cercando di metterla in atto il prima possibile.

L’11 agosto 1776 il Consiglio comunale approvò il decreto che ordinava di istituire una Scuola Capitale «onde impari a leggere e a scrivere e far di conto, secondo il nuovo metodo di Roveredo», chiedendo al Comune «di improntare due camere comode, larghe, lustre e fuori di strepito, fornite degli occorrenti sedili; e che esso Comune scelga per primo maestro un Sacerdote capace al quale verrà dato dall’Eccelsa Camera il salario».

La scelta ricadde su don Giuseppe Fiorentini che subito si trasferì a Rovereto per imparare il nuovo metodo educativo. L'8 dicembre ritornò a Borgo, dove per la scuola era stata reperita una stanza nell'abitazione di Matteo Grandi. Il compenso ammontava a 100 fiorini per don Giuseppe e a 50 fiorini per il suo collaboratore.

Nel 1778 Giovanni Alberto Cappello e il figlio Giacomo chiesero di «essere prescelti dall'impiego di insegnare qui in Borgo nelle scuole normali» pur non essendosi recati a Rovereto per ricevere l'abilitazione che però, asserivano, sarebbe stata da loro acquisita direttamente da Don Fiorentini il quale, peraltro, era autorizzato a formare nuovi maestri.

La richiesta fu accolta e se i Cappello non si recarono alla scuola normale di Rovereto, fu invece un suo esponente, don Marchetti, a recarsi direttamente a Borgo al fine di reperire una nuova sede scolastica, individuata poi nella canonica di San Giovanni, visto che casa Grandi si era rivelata insufficiente.

Fino a quel momento ci si era occupati soprattutto dei maschi, ma la riforma di Maria Teresa prevedeva un'educazione anche per le femmine.

Così nel 1780 si pensò di utilizzare una stanza nel monastero delle clarisse, che si sarebbero dovute occupare pure del mantenimento della maestra. Quando nel 1782 il monastero fu soppresso, il Comune ipotizzò di utilizzare quel complesso per le scuole. Momentaneamente la scuola per le ragazze fu collocata in due stufe di proprietà del signor Francesco Perli, mentre i ragazzi usufruirono di due stufe libere in casa Nocher.

Ma la carenza di spazi adeguati all'istruzione risultava sempre più pressante, tanto che nel 1783 fu dato incarico a Claudio Ranieri di redigere il progetto per un nuovo edificio scolastico.

Intanto nel 1784 per i ragazzi si reperirono tre stanze nell'ex monastero delle clarisse. Dopo aver tentato varie soluzioni, il 17 dicembre 1788 il comune comprò un casa in riva alla Brenta da destinare a sede scolastica. Nel 1791 il comune decise di aprire una scuola anche ad Olle.


L'ASSENZA DI CONTROLLI

A comprendere quale fosse la situazione delle scuole popolari nel Trentino, e soprattutto in Valsugana, concorrono gli articoli pubblicati nella seconda metà dell’800 dal Giornale d’istruzione popolare, agricoltura, economia e commercio “La Valsugana” che nel numero 5, datato 1° marzo 1877 riportava:

«In generale il profitto nelle scuole specialmente di campagna sarebbe di certo più significante, se la sorveglianza sulle medesime venisse esercitata dalle persone, cui incombe, con zelo migliore e con più cognizione di causa» […] Intendo dire dei Comuni ed essenzialmente di certi Comuni, i quali mostrano col fatto, che loro ben poco importa, che la scuola venga tenuta bene o male. Essi mostransi in questo riguardo vergognosamente apatici: badano unicamente a limitare la spesa per la pubblica istruzione; le loro cure non vanno più in là, e non si danno poi la briga di vedere, se quel che spendono, apportino meno i volumi proporzionati vantaggi. […] Quanti maestri giunti al termine dell’anno scolastico potrebbero giurare di non aver veduto in tutto l’anno nella scuola la barba del Capo Comune! Se costui fa fare la minima altra spesa comunale, delega tosto un ispeziente a sorvegliare a che l’opera venga eseguita a prescrizione; e la scuola, che è l’opera comunale la più importante, resta da lui così negletta e trascurata. E così che dico del Capo Comune, sia parimente detto de’ Rappresentanti comunali e di tutte le persone influenti e più illuminate del paese i quali pure dovrebbero qualche volta saper trovare un momento per visitare la scuola. È ben vero, che la maggior parte di questi sono nella scuola giudici incompetenti per mancanza di cognizioni; ma avranno però tanto di buon senso per conoscere, se il maestro faccia il suo dovere, se insegni con amore».


GENITORI POCO ATTENTI

Ma uno dei maggiori problemi individuati dal cronista de "La Valsugana" era il disinteressamento dei genitori. In un articolo del 1° aprile 1877, infatti, si leggeva: «La piaga maggiore per le scuole popolari ne viene da parte dei genitori, la maggior parte dei quali non sanno condegnamente apprezzare l’istruzione, e conseguentemente la lasciano ai loro figli trascurare e negligentare.[…] Vi sono genitori, i quali non si curano dei loro figli, quanto curansi del loro bestiame. […]. Ho veduto genitori mandare a scuola i loro figli da soli, e passare interi anni scolastici, senza che il maestro abbia il piacere di conoscere i genitori di certi suoi scolari. Non sarà questa un’infamia?».


LE SCUOLE A BORGO NELL'800

È Ottone Brentari a riferirci la situazione delle scuole valsuganotte alla fine del XIX secolo. A Borgo vi erano 9 classi elementari: una promiscua, quattro maschili, quattro femminili. Due scuole si trovavano ad Olle. La spesa del Comune per l'istruzione ammontava a 4000 fiorini l'anno. Completava l'offerta formativa del paese una scuola di cucito (diretta dalle suore di carità dell'Orfanotrofio, una scuola di canto, una scuola di musica e una industriale.

LE SCUOLE IN VALSUGANA

Nel 1890 a Civezzano vi erano nove classi con 4 maestri e 5 maestre, per una spesa annua di 2400 fiorini. A Calceranica le classi erano tre, a Caldonazzo sei con 320 scolari per una spesa annua di 1930 fiorini, a Levico nove. A Telve per le sue cinque scuole il Comune spendeva 1500 fiorini, mentre a Telve di sopra vi erano due scuole per una spesa di 400 fiorini.

Carzano aveva due scuole con una spesa di fiorini 425; a Roncegno lavoravano tre maestri e otto maestre, con una spesa di 2500 fiorini annui. A Castelnuovo si trovavano tre scuole, con un maestro e una maestra per una spesa annua di fiorini 700.

Ad Agnedo vi erano due scuole, così come a Scurelle. A Pieve Tesino le classi erano cinque per una spesa di fiorini 1400 e un asilo infantile mantenuto dal comune e da privati. A Castel Tesino si contavano 3 scuole maschili, 3 femminili e una mista. La scuola dell'amministrazione comunale per l'istruzione era di 3000 fiorini.

Ospedaletto aveva una scuola con due classi promiscue per una spesa annua di 510 fiorini.

Il Comune di Grigno aveva 8 insegnanti: 4 a Grigno, 3 a Tezze e una maestra che in inverno insegnava a Selva e in estate a Frizzone. Il totale della spese per l’istruzione era di 1907 fiorini.


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