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Fugatti a Roma per portare al ministro del turismo Garavaglia il grido d'allarme della montagna

Aggiornamento: 24 feb 2021


Un confronto faccia a faccia, dopo gli appelli lanciati in questi giorni per far sentire forte a Roma, come a Bruxelles, il grido di allarme dei territori di montagna. È questo in sintesi il senso dell'incontro avvenuto questo pomeriggio a Roma fra il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, ed il neo ministro al turismo, Massimo Garavaglia.

«Abbiamo rappresentato al ministro – ha commentato Fugatti al termine del colloquio – la drammatica situazione di un settore, quello dello sci, che sta vedendo crollare gli ultimi bastioni di una difesa strenua, durante la quale, accanto ad una dignitosa pazienza, si sono messe in campo idee, iniziative, persino investimenti per garantire almeno una simbolica partenza di una stagione di fatto rimasta al palo. E non si tratta solo di sci – ha spiegato il presidente trentino – perché sono tante e capillari le attività come la ristorazione, il ricettivo, le aziende di noleggio, gli istruttori e via dicendo, che rappresentano un mondo su cui la montagna ha costruito le basi per la sua sopravvivenza e per il suo sviluppo».

«Questo mondo non può sparire, come se fosse travolto da una valanga – ha concluso Fugattie va soccorso: con indennizzi reali e tempestivi».

A conclusione della trasferta romana, il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti ha incontrato anche la nuova responsabile degli Affari regionali e le autonomie, onorevole Maria Stella Gelmini alla quale ha rappresentato il particolare momento che stanno attraversando le realtà a statuto speciale.

«Nessuno è rimasto indenne dalle ripercussioni della pandemia – ha detto Fugattima è importante trovare un giusto equilibrio nella ricerca delle soluzioni, che non possono ignorare l’estrema varietà delle configurazioni che caratterizzano ogni singolo territorio del nostro Paese».

«Al nuovo governo ed al neo ministro – ha concluso Fugattichiediamo la giusta sensibilità quando si affronteranno argomenti come la Commissione dei 12 o l’interpretazione di leggi provinciali sulle quali le valutazioni della capitale ci sono apparse talvolta estremamente restrittive».



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