PERGINE VALSUGANA – «Una sensibilità che non è mai mancata e che, ora, in un momento di grande emergenza, diventa ancora più concreta. Il mondo del credito cooperativo fa la sua parte, ma insieme possiamo fare ancora di più».
Sono le parole del Presidente della Cassa Rurale Alta Valsugana, Franco Senesi, che nelle settimane scorse, con il Consiglio di Amministrazione, si è prontamente attivato aprendo un conto corrente specifico per sostenere le spese sanitarie nella lotta al Coronavirus, eccolo:
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La Cassa Rurale Alta Valsugana con la consueta disponibilità, contraddistinta da una attenzione costante al sociale del proprio territorio, si è attivata di concerto con le associazioni di volontariato impegnate nel pronto intervento e con le Case di Riposo operanti in Alta Valsugana.
Nello specifico la raccolta delle donazioni è destinata alle esigenze di ordine sanitario e di attrezzature per le realtà attive nel soccorso quali CRI, Vigili del Fuoco, Soccorso Alpino, Trentino Emergenza e delle Case di Riposo. L'iniziativa vuole essere agile e immediata, con un fondo da cui attingere in tempi brevissimi per le esigenze che verranno segnalate.
Si tratta di un ulteriore esempio di solidarietà che arriva dal mondo della cooperazione trentina e che vuole essere traino e modello anche per altre realtà.
Il fondo è partito con una donazione della Cassa Rurale Alta Valsugana che ha depositato sul conto la cifra di 50 mila euro. In questo momento servono, infatti, ausili sanitari, kit di protezione per il personale, attrezzature specifiche che, nel complesso sistema della sanità trentina, sta dando prova di grande professionalità e generosità.
«Sono in corso delle valutazioni insieme con i cugini della Cassa Rurale Valsugana e Tesino – aggiunge ancora il Presidente Senesi – per verificare la possibilità di un intervento comune anche a favore dell'Ospedale Civile di Borgo Valsugana, ospedale che è di riferimento anche per la nostra comunità. Ognuno deve fare la sua parte, nella giusta misura delle sue possibilità. Solo in questo modo potremo vincere una battaglia che si sta rivelando dura e dai tempi non ancora ben definiti. Un’iniziativa che ha bisogno del sostegno di tutti».
In questi giorni abbiamo raggiunto il Presidente della Cassa Rurale Alta Valsugana, Franco Senesi, al quale abbiamo posto alcune domande in merito proprio a questa lodevole iniziativa di solidarietà. Ecco che cosa ci ha risposto...
Presidente Senesi, come si è poi sviluppata l’iniziativa in questi primi giorni?
«Abbiamo avuto un ottimo riscontro all’iniziativa per andare incontro a determinate esigenze che si palesano, con richieste dei pompieri, della Croce Rossa per dei macchinari per sanificare le ambulanze, delle Case di Riposo per l’attrezzatura e diverse altre.»
Quali cambiamenti vi sono stati nel servizio proposto dalle filiali della Cassa Rurale Alta Valsugana ai soci e ai clienti?
«Siamo stati costretti a limitare il servizio di accesso agli sportelli, insieme al resto del sistema bancario, privilegiando un rapporto informatico con la Banca e le filiali. Pertanto riceviamo solo su appuntamento, una novità che devo dire è stata molto apprezzata, con grande senso civico, dalla gente per una maggiore sicurezza di tutti.»
Quali altre azioni si potranno mettere in atto?
«Valuteremo con attenzione le future azioni che può porre in atto il nostro Istituto e, come sempre, si farà tutto quello che è possibile fare, nei nostri poteri e ovviamente nel pieno rispetto delle regole perché non possiamo inventarci niente. Il momento è delicato, dobbiamo pensare all’oggi, al domani e al dopodomani. Non possiamo fare tutto quello che è pensabile di fare, ma l’impegno c’è e si farà il massimo possibile sulla base di quello che ci è consentito di fare. Questo è il nostro ruolo sul territorio, quello che è successo è un dramma che purtroppo viene a cadere su un territorio che non è guarito dalle malattie precedenti e la situazione è complessa.»
Quando finirà l’emergenza sanitaria, alcuni vedono un paragone con il dopoguerra?
«È più simile al dopoguerra della prima guerra, agli anni ’20 insomma; nella seconda guerra c’era una prospettiva, una volontà di rinascere, di incominciare, un fermento da parte di tutti, l’entusiasmo, la voglia di venirne fuori. Ora è diverso perchè quando è finita la guerra quelli che sono rimasti sani potevano fare quello che volevano, invece adesso non sappiamo se quelli sani possono agire come prima, quali saranno le nuove regole, pensiamo al turismo. Sarà una ripresa che è condizionata anche da situazioni che ad oggi non sono prevedibili.»
Qualche altra valutazione?
«Al di là delle questioni personali, nel giro di pochissimi giorni siamo diventati tutti esperti nel fare tante cose attraverso i mezzi informatici che prima non pensavamo fosse possibile. C’è stata una accelerazione da parte di tutti che anche dal punto di vista del profilo bancario può essere un aspetto positivo per la ripresa di domani, nei rapporti e nell’attività.»
Sull’aspetto bancario internazionale?
«Abbiamo normative che dobbiamo osservare di carattere europeo che metteranno a dura prova le possibilità della banche in genere. Si spera che in questo contesto anche da parte della BCE vi sia un atto di consentire determinate cose che ad oggi non sono possibili. Su tanti aspetti abbiamo le mani legate, serve che ci vengano sciolte un pochino perché i lacci non diventino una gabbia.»
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