Quinto giorno consecutivo senza alcun decesso, tre persone contagiate, delle quali due sono casi comparsi negli ultimi 5 giorni, uno di questi è un minorenne, tre persone ricoverate in terapia intensiva, 685 i tamponi effettuati (326 Apss, 359 FEM): sono questi i dati che il presidente Maurizio Fugatti ha fornito durante l’appuntamento pomeridiano in diretta sul profilo Facebook della Provincia autonoma di Trento. Oggi sono state anche firmate due ordinanze, una relativa ai servizi per l’infanzia ed una che interessa alcune libertà individuali.
TRENTO – A decorrere dall’8 giugno prossimo, recita la prima delle due ordinanze firmate oggi, è ammessa la ripresa dei servizi socio educativi pubblici e privati per la prima infanzia e delle scuole dell’infanzia provinciali, equiparate e paritarie. Questi servizi sono di norma attivati entro 10 giorni dal termine iniziale previsto. Devono essere osservate le linee di indirizzo per la tutela della salute e della sicurezza che saranno adottate dalla Giunta con una deliberazione.
«Crediamo – ha aggiunto il presidente – che su questo punto ci sia necessità e interesse a fruire nuovamente dei servizi tanto da parte dei genitori che degli stessi bambini».
Più articolata la seconda ordinanza che riguarda vari aspetti.
Tra le altre cose stabilisce che, dal 3 giugno sia confermata la cessazione dell'efficacia di tutte le limitazioni della circolazione all'interno del territorio provinciale e regionale, rispettando la distanza di sicurezza di almeno un metro tra non conviventi, osservando inoltre il divieto di assembramento in luoghi pubblici o aperti al pubblico, usando la mascherina e curando la costante igiene delle mani.
A proposito della mascherina, «tema particolarmente sentito dai trentini, ai quali si chiede ancora un po’ di pazienza», come ha confermato il presidente Fugatti, l’ordinanza stabilisce che fino al 14 giugno compreso è confermato l’obbligo di indossarla una volta fuori dalla propria abitazione o domicilio. Nei viaggi su mezzo privato da soli o in presenza di componenti dello stesso nucleo familiare convivente o in un luogo isolato o area pubblica o privata in cui vi è la presenza di sole persone conviventi non sussiste l’obbligo di uso della mascherina.
Durante lo svolgimento di attività sportiva, in luoghi o aree urbane frequentate da altre persone, è sempre obbligatorio l’uso della mascherina.
In altri luoghi o aree, chi svolge attività sportiva ha l’obbligo dell’uso della mascherina nell’ipotesi in cui si trovi in prossimità di altre persone.
E’ obbligatorio indossare la mascherina nei luoghi chiusi accessibili al pubblico e comunque in tutte le occasioni in cui non sia possibile garantire continuativamente il mantenimento della distanza di sicurezza. Non sono soggetti all’obbligo di indossare la mascherina i bambini al di sotto dei sei anni e i soggetti con forme di disabilità non compatibili con l’uso continuativo della mascherina o i soggetti che con questi interagiscono.
Nei locali di ristorazione gli avventori devono indossare la mascherina tutte le volte che non sono seduti al tavolo. L’obbligo riguarda anche gli avventori che prelevano cibo o bevande da asporto.
L’ordinanza conferma anche la chiusura, fino al 14 giugno, la domenica e nei festivi dei centri commerciali al dettaglio e alle attività di vendita di generi alimentari.
«C’è voglia di ripartire – ha aggiunto il presidente – e per questo invito chi può a superare la diffidenza e tornare a frequentare i ristoranti. Anche questi sono economia e posti di lavoro».
Il dottor Antonio Ferro, dell’Apss, ha messo in guardia dalla ancora attuale efficacia del virus nei confronti del quale sono sempre importanti sia le misure di contenimento che le verifiche sulla positività della popolazione, che la vaccinazione contro l’influenza, soprattutto in vista del prossimo autunno.
In chiusura Fugatti ha informato di un confronto, che ha definito interlocutorio ma con qualche apertura, avuto col Governo sul tema dell’istituzione di un tavolo separato con le regioni e le province autonome, sul mancato gettito fiscale a causa del Coronavirus e sulla necessità di ragionare ancora sulle risorse messe a disposizione per i territori.