TRENTO – Nessun decesso e 15 nuovi contagiati dal Coronavirus nelle ultime 24 ore in Trentino. Per quanto riguarda i contagi 10 sono nuovi casi di persone che hanno manifestato sintomi e 5 i casi individuati con screening. All’interno dei nuovi contagi 5 sono in Rsa e 5 a domicilio. Per quanto riguarda i ricoveri 6 i pazienti che sono ancora in terapia intensiva, 4 a Rovereto e 2 a Trento, a cui si aggiungono 41 persone ricoverate in altri reparti ospedalieri e 396 in isolamento fiduciario a casa. Il numero complessivo di tamponi effettuati nelle ultime 24 ore è pari a 1.878 (1.010 letti da Apss, 514 da Cibio e 354 da Fem). Dall’inizio dell’epidemia i contagiati sono in totale 5.361, i 459 i deceduti e 3.969 sono guariti o clinicamente guariti.
«E' una giornata positiva perché per la terza volta – ha sottolineato il presidente Maurizio Fugatti – non abbiamo decessi in Trentino, mentre registriamo un calo delle terapie intensive e oltre 1800 tamponi effettuati. In tutto in Trentino sono stati eseguiti finora oltre 74.000 tamponi, pari al 13.9% della popolazione. Non significa avere testato 74.000 persone diverse, naturalmente, perché come noto su una persona si possono eseguire più tamponi, ma si tratta comunque di una percentuale importante, superiore a quelle registrate ad esempio nel Veneto (11%) e in Friuli Venezia Giulia (9,2%)».
Il presidente Fugatti questa mattina ha incontrato i sindaci della valle di Fassa, in particolare dei Comuni che non rientrano tra quelli sottoposti allo screening sierologico sperimentale dei giorni scorsi (Campitello di Fassa e Canazei). Ciò perché sta partendo assieme all'Apss un nuovo progetto che riguarda i Comuni dove si registra un indice di positività superiore al 2%, in totale una quindicina, fra cui in val di Fassa Mazzin, Sèn Jan, Soraga, a cui è stato aggiunto per la sua importanza anche Moena (benché qui l'indice sia 1.4). L'obiettivo è impostare un percorso di screening tramite tampone, effettuato dall'Azienda sanitaria, su tutta la popolazione di questi Comuni. In totale saranno interessati circa 32.000 abitanti.
«Naturalmente non è possibile sottoporre a tampone tutti i trentini, come a volte i sindaci ci chiedono – ha detto Fugatti – però sui Comuni più interessati al problema oggi possiamo intervenire in maniera incisiva con gli strumenti che abbiamo a disposizione. Vediamo inoltre che molte realtà si stanno orientando verso i test sierologici, effettuati in genere da soggetti privati. Noi abbiamo il massimo rispetto per ogni genere di iniziativa, però dobbiamo responsabilmente avvisare che solo una minima parte di questi test vengono certificati dall'Istituto superiore di sanità. Il Governo italiano, su 60 milioni di abitanti in Italia, sta realizzando una campagna di test sierologici certificati che interessa in tutto 150.000 persone, di cui 3000 in Trentino, scelte dall'Istat. Lo diciamo per spiegare la difficoltà di realizzare test sierologici certificati su vasta scala. Noi, con i nostri strumenti, possiamo effettuare però un numero sensibile di tamponi, anche fino a 2000 al giorno. Non possiamo pensare di sottoporre a tampone tutti i cittadini in tutti i Comuni ma possiamo condurre indagini mirate come questa che sta per partire».
Oggi, assieme agli altri presidenti di Regioni e Province autonome, il presidente Fugatti si è confrontato inoltre con il ministro Boccia su alcuni temi riguardanti la Fase 2. Domani verrà adottata fra l'altro una nuova delibera riguardante alcune attività che ancora non sono state aperte. «Sul versante finanziario – ha spiegato Fugatti – l'ultimo decreto governativo mobilita circa 55 miliardi di euro. In questa somma imponente rientrano risorse date a diverse categorie che certamente ne hanno bisogno; ma solo 1,5 miliardi vengono assegnati a Regioni e Province autonome, che avevano richiesto circa 5,2 miliardi. La somma stanziata dal Governo è dunque del tutto insufficiente. Vale per le Autonomie ma anche per le Regioni a Statuto ordinario. Essendo i paletti posti ai conti pubblici in passato 'saltati' a causa del Coronavirus, era senz'altro possibile impostare una manovra di 60 miliardi anziché 55 e venire incontro alle nostre richieste. L'impressione è che il Governo voglia scaricare sulle Regioni responsabilità che non competono loro. Noi non possiamo accettare che si faccia cassa sui nostri territori. Siamo sempre stati collaborativi e costruttivi ma ora non possiamo fare finta di nulla. Sul miliardo e mezzo complessivo pare che alle Speciali spetterebbe un miliardo. Al Trentino in tutto circa 130 milioni, molto lontani dai 430 milioni richiesti».
Interpellato infine su alcuni eccessi di "movida" segnalati anche in Trentino come altrove in Italia, il presidente Fugatti ha detto di comprendere il desiderio soprattutto dei giovani di tornare ad aggregarsi, dopo un lungo periodo di lockdown che la popolazione ha osservato in maniera pressoché esemplare. «Tuttavia – ha aggiunto – se la comprensibile voglia di divertimento non si accompagna al senso di responsabilità potremmo dover tornare indietro, e questo nessuno lo desidera. Mettiamoci anche nei panni di chi ha affrontato questa situazione 'in prima linea', il personale medico-sanitario: in questo momento non ci chiedono di non uscire di casa, ma di farlo rispettando le regole, in particolare sul distanziamento e l'uso della mascherina. Facciamo tutti lo sforzo necessario».
L'incontro si è concluso con il Coretto di Marco che ha interpretato la nota "Signore delle Cime".
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