di GIOVANNI FACCHINI
Dopo due anni di studi e sperimentazioni compiute in Valsugana e nei Paesi Bassi, la cooperativa Sant'Orsola ha presentato ai soci una assoluta novità: la “serra trentina”.
Il cambiamento climatico e le sempre nuove richieste del mercato richiedono uno strumento adeguato per consentire alla cooperativa di continuare ad essere leader italiano del settore, oltre a migliorare il lavoro e la produzione e mirato ad aumentare la resa produttiva.
Il direttore Matteo Bortolini, nel corso della recente assemblea, ha sottolineato come la nuova serra sia frutto della ricerca applicata che consegna un risultato subito utilizzabile dai produttori. È tempo dunque di rinnovare il parco serre che mediamente conta trent'anni d'età, anche grazie agli aiuti che verranno messi in campo per sostenere l'onere finanziario necessario ad investire nei nuovi impianti. Nei tunnel tradizionali, infatti, la temperatura estiva in Trentino ha raggiunto i 43 gradi, rendendo più faticoso il lavoro degli addetti e incidendo sulla salute degli insetti utili introdotti per la lotta biologica e sulle piante stesse.
Dal 2022 i ricercatori del Campo sperimentale della coop Sant'Orsola e della Wageningen University (Paesi Bassi), polo d'eccellenza internazionale in agricoltura avanzata, hanno unito le forze e testato l'esito di analisi e prove nell'azienda di Paolo Pintarelli, socio della cooperativa e coltivatore a Campiello di Levico. Nei suoi campi sono state affiancate le nuove serre verdi per le sperimentazioni a quelle bianche tradizionali con funzione di controllo.
La serra trentina proposta ai soci aumenta le dimensioni rispetto ai tunnel attuali disseminati sul territorio: 40 metri di lunghezza (il doppio dell'attuale standard), poco meno di 5 metri di altezza e 7,5 metri di larghezza. La dimensione notevole, il particolare ancoraggio al suolo ed un cupolino posto sulla sommità consentono una ventilazione interna che ad oggi risulta impensabile. La tecnologia introdotta consente di disporre e conservare i teli di copertura in modo agile sulla sommità dell'impianto.
La copertura con teli verdi permette di abbassare la temperatura media annua di 3 gradi e produce un ombreggiamento che toglie il 12 % di luce solare interna ed il 30 % di luce sulle foglie. A ciò si aggiunge il risparmio del 14 % nell'uso dell'acqua. Le coperture sono in grado di resistere a venti impetuosi, bombe d'acqua, grandine grossa battente e al peso della neve fino a trenta centimetri di altezza.
Le analisi condotte hanno inoltre dimostrato che l'ombreggiatura non altera né la qualità della frutta né il gusto attuale, che le capacità produttive aumentano e che gli spazi inutilizzati sono annullati. Tutto ciò conferisce una crescita della resa fino al 20 % per metro quadrato rispetto agli attuali tunnel.
Tutto ciò consentirà di aumentare le performances della cooperativa Sant’Orsola nel mercato nazionale, anche perché la concorrenza è sempre più agguerrita. Grandi produttori internazionali di marchi assai noti vendono i loro frutti direttamente nei mercati più importanti d'Italia e ciò rappresenta una novità cui è necessario far fronte.
Dal canto suo Sant'Orsola gode di buona salute: il fatturato aziendale complessivo aumenta anno dopo anno, quello relativo alle vendite nel Trentino Alto Adige è triplicato dal 2000 ad oggi ed il residuo zero della cooperativa unico in Italia (lampone e mirtillo) ha convinto e conquistato una fetta importante del mercato nazionale. In tema di risparmio energetico, a fine 2024 la produzione green di energia mediante fotovoltaico installato ha raggiunto un milione di Kwh pari al 35 % dell'intero fabbisogno energetico della cooperativa Sant'Orsola.