Domenica 30 aprile 1922 il cielo sopra Samone appariva plumbeo e non faceva presagire nulla di buono, rischiando così di rovinare quella che per la comunità era segnata sul calendario come un grande giorno di festa: la benedizione della prima pietra per la nuova chiesa del paese.
Come per miracolo, però, verso mezzogiorno le nubi si erano diradate, lasciando trapelare qualche raggio di sole. Così, alle 16.30, tutto il paese poté assistere alla cerimonia celebrata dal decano di Strigno, assistito dal parroco di Bieno e dal curato locale. Presenti fra la folla anche l'ingegnere edile distrettuale di Borgo Annibale Sittoni, l'ingengere architetto autore del progetto Guido Segalla, ilpersonale dell'ufficio edile di Spera e Samone, nonché tutti gli operai delle due cooperative incaricate dei lavori di costruzione della nuova chiesa di San Giuseppe.
Dell'erezione di una nuova chiesa parrocchiale al centro del paese, al posto dell'antica chiesa di San Donato posta in un luogo solitario, se ne parlava già da tempo, ma le vicissitudini della guerra avevano impedito la realizzazione del progetto.
Negli anni '20,grazie anche agli indennizzi di guerra della chiesa vecchia e con i contributi per indennizzo danni del Comune, il cantiere fu avviato, tanto che il 7 ottobre 1923 era già terminata. La consacrazione, tuttavia, avvenne solo nel 1929.
All'interno si trova un importante ciclo d'affreschi eseguito tra il 1926 e il 1929 dal pittore austriaco Anton Sebastian Fasal che, si dice, prese il posto del pittore roveretano Oddone Tomasi vincitore del concorso, ma impossibilitato a realizzare l'opera per gravi motivi di salute, tant'è che morì proprio nel 1929.