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Cent'anni fa. Pergine 10 aprile 1922: un forestiero insoddisfatto







Il 10 aprile 1922 un forestiero che si era intrattenuto qualche giorno a Pergine per svolgere degli affari, affidò al giornale "il Nuovo Trentino" tutto il proprio disappunto per l'accoglienza che aveva trovato in paese. Innanzi tutto «la mancanza di orinatoi pubblici in quei luoghi dove urgente è la necessità, come sarebbe a dire all'ingresso della borgata o nei pressi della chiesa parrocchiale». Proprio nei pressi della chiesa il forestiero notò «un grave sconcio, che certo non torna a decoro per codesta borgata: l'esistenza cioè di un cesso inoltrato in una catapecchia, che a mala pena sarebbe tollerato in un paese di montagna». Inoltre notò «dei depositi di letame in tutta prossimità degli abitati, e ognuno può pensare con quale vantaggio per la pubblica igiene!»


Ancora: «ebbi a sperimentare la graziosità degli schiamazzi notturni, per parte di gruppi di sfaccendati fino ad ora avanzata e ciò per più notti. Ho creduto bene di rendere note queste cose – concludeva il forestiero – perché chi di dovere sappia che tali impressioni sono su per giù le stesse di quanti hanno da fermarsi qualche giorno a Pergine».











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