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A Roncegno nasce Ospitalia Academy, progetto unico in Italia dedicato allo stile nell'ospitalità


Federico Samaden, Dirigente dell'Istituto alberghiero di Levico Terme

di Johnny Gadler

LEVICO TERME/RONCEGNO TERME – Dall'albergo scuola di Roncegno Terme parte un modello di alta formazione che pone al centro lo stile italiano nell'ospitalità. Il brand, che gode già dell'approvazione dell'Università svizzera, vede il sostegno di prestigiosi marchi italiani come Zegna...

Nel peggior momento per il turismo mondiale, la Valsugana sta investendo in ospitalità. E lo fa in maniera sinergica con tutti i suoi attori, APT in primis, ma anche in particolar modo con le nuove generazioni chiamate a immaginare l’ospitalità del prossimo futuro.

Difatti, se da un lato il nostro territorio è stato in grado di conseguire il riconoscimento di prima destinazione sostenibile a livello mondiale – attestato di cui abbiamo parlato nei numeri scorsi – dall’altro lato ora sono le scuole professionali a scendere in campo, offrendo un percorso formativo che rappresenta un’autentica novità nel panorama italiano. Una proposta che diventerà un network nazionale e che partirà a gennaio 2021 proprio dall'Alta Formazione Alberghiera di Roncegno Terme. Ne abbiamo parlato con Federico Samaden, dirigente dell’Istituto alberghiero di Levico Terme.

Dott. Samaden, quali sono, dunque, le novità che stanno bollendo nella pentola dell’accoglienza turistica in Valsugana?

«La Valsugana sta investendo molto in ospitalità. Questo è un dato di fatto davvero importante non solo per il turismo, ma per tutta la valle, perché da diversi anni vediamo molti attori, fra i quali figuriamo anche noi, che stanno lavorando davvero bene sul tema dell’ospitalità. Ora è giunto il momento di metterci tutti assieme, al fine di offrire alla Valsugana una propria identità ospitale. Partendo dal polo dell'hotellerie e del turismo sostenibile.»


Quello istituito a fine 2018?

«Esatto. Allora, fatto auspicabile ma per nulla scontato, tre scuole del territorio – il C.F.P. Opera Armida Barelli di Levico Terme, l’Istituto Ivo De Carneri di Civezzano e il nostro Istituto Professionale Alberghiero di Levico Terme – fondarono il polo dell’hotellerie e del turismo sostenibile. Un passaggio fondamentale, perché un polo – un po’ come avviene con la meccatronica a Rovereto – rappresenta una misura istituzionale che riconosce l’aggregazione di tre scuole le quali, pur mantenendo ciascuna la propria identità, si uniscono con l’intento di rendere i percorsi formativi per i ragazzi più fluidi e performanti. Del resto si sa benissimo che l’unione fa la forza e anche se nell’anno scolastico 2019/2020 siamo stati fortemente rallentati dal Covid-19, ora ripartiremo a spron battuto per far funzionare questo polo nel migliore dei modi.»


Presumiamo che ne sarà coinvolta l'alta formazione che fate a Roncegno, vostro fiore all’occhiello, riconosciuto in ambito internazionale...

«Vero, la nostra alta formazione a Roncegno Terme, che facciamo insieme all’Opera Armida Barelli, ha una doppia uscita: da una parte la figura di manager di SPA, seguita dalle Barelli, e dall'altra la figura di manager dell’ospitality. Noi, in particolare, seguiamo quest’ultimo percorso, per il quale abbiamo sviluppato un modello di eccellenza che è stato riconosciuto anche dalla Svizzera, tanto che i nostri ragazzi dopo due anni di frequenza a Roncegno possono accedere al terzo anno dell’università Svizzera, il che è assolutamente straordinario perché siamo gli unici in Italia che possono vantare questo tipo di percorso. Un risultato indubbiamente prestigioso, scaturito dal fatto che nel corso degli anni abbiamo perfezionato molto la nostra qualità, coniando anche un neologismo, “Ospitalia”, che si è rivelato un brand davvero fortunato e performante a livello nazionale».


Ci ricorda la mission?

«Da Levico Terme, nel 2017, era partita un’acuta riflessione, una nuova via per concepire il turismo e la cultura dell’ospitalità nel nostro Paese. Fondendo i termini “Ospitalità” e “Italia”, due parole che rappresentano dei pilastri nella storia dell’umanità, era nato il termine “Ospitalia”, cioè accogliere le persone, accudirle e farle sentire come fossero a casa loro; un concetto tutt’altro che vuoto, soprattutto in questo momento storico in cui nel mondo vi sono milioni di turisti che non si accontentano più di essere degli spettatori paganti, ma invece desiderano ardentemente immergersi appieno nella storia, nell’arte, nella cultura, nelle tradizioni, nell’enogastronomia, insomma nella vita, dei luoghi che vanno a visitare. Proprio da questi concetti e direttamente dalle esperienze degli Alberghi Scuola del Trentino ora prende vita un nuovo brand: Ospitalia Academy.»


Di che cosa si tratta?

«Ospitalia Academy è un modello di Alta Formazione unico a livello nazionale che pone al centro lo stile italiano nell’ospitalità. Rispetto al percorso tradizionale che noi facevamo ha una caratteristica identitaria: quella di affermare che per essere un manager dell’ospitalità devi anche essere formato al riconoscimento della bellezza, dello stile e dell’arte. Tuttavia, se nel management dell’ospitalità siamo molto bravi, per quanto riguarda arte, bellezza e stile italiani abbiamo ritenuto, con grande umiltà, di dover guardare a chi era molto più avanti di noi. Per tale ragione abbiamo sviluppato una partnership con l’Università di Biella per creare, partendo dall’esperienza trentina, un nuovo importante polo di ospitalità in Piemonte.»


Perché proprio con Biella?

«La scelta di Biella ci è sembrata perfetta perché quella è una zona dove storicamente incide molto la qualità della tessitura italiana, dove non a caso sono nati e si sono poi affermati marchi come Zegna e Cerruti, realtà che non hanno certo bisogno di presentazioni, perché rappresentano la moda e l’italian style nel mondo. Non dimentichiamoci, poi, che a Biella ha sede pure l’accademia di Michelangelo Pistoletto, anch’egli artista riconosciuto a livello mondiale. Quindi riteniamo di essere andati dai migliori e già abbiamo imparato molto da loro, soprattutto attraverso il rapporto con la famiglia Zegna.»


Forse non così altisonanti, ma anche il Trentino e la Valsugana vantano le loro bellezze. Intendete inserirle nel progetto?

«Senz’altro. Nel progetto rientreranno anche il Mart e Arte Sella, nonché tutte quelle realtà trentine che possono valorizzare l’ospitalità attraverso il rapporto con la bellezza e la cura del territorio.»


La sede sarà Roncegno?

«Certo. A Roncegno abbiamo il nostro ristorante-albergo didattico, un campus caratterizzato dal cosiddetto apprendimento in assetto lavorativo, cioè si imparano le cose facendole.»


Quando inizieranno i corsi?

«I corsi inizieranno a gennaio 2021, ma le iscrizioni sono già aperte. Il progetto formativo è caratterizzato da 3 mila ore di attività, suddivise 50% in aula e 50% di formazione pratica, con attività didattiche dal lunedì al venerdì, improntate ad una metodologia formativa dei Paesi del Nord Europa. Estremo rigore, pratica continuativa, ricerca del dettaglio, esperienza sul campo, sono solo alcuni dei valori portanti del modello Ospitalia Academy.»


A chi si rivolge l’Academy?

«Innanzi tutto ci rivolgiamo a un mercato territoriale. Ai ragazzi e alle famiglie della Valsugana che potranno disporre di un modello formativo unico per un’opportunità di specializzazione ad altissimo livello rimanendo in Valsugana, sviluppando quindi un rapporto di amore con il proprio territorio, per diventare poi orgogliosi della nostra identità di valle. Al di là dell’Academy, infatti, uno dei nostri obiettivi è quello di aumentare il tasso di appartenenza dei giovani ai luoghi in cui sono nati, affinché essi rimangano e diventino motore di sviluppo. Diciamo che stiamo lavorando per far diventare la valle sempre più capace di caratterizzarsi con una grande qualità dell’ospitalità, sia sul piano concreto delle aziende, sia sul piano formativo. Poi è chiaro che l’Ospitalia Academy è l’inizio di un importantissimo network a livello nazionale».

Biella dunque sarà solo la prima di una più vasta rete di poli formativi che verranno attivati nel resto d’Italia?

«Sì è così. Abbiamo già dei contatti molto avanzati con altre realtà nazionali, ma per ora preferisco non fare nomi perché il nostro stile è sempre stato improntato a comunicare le cose una volta che erano state fatte, piuttosto che annunciare dei progetti ancora del tutto in fieri. Ciò che posso dire, invece, è che ci stiamo muovendo sul territorio nazionale con una bella solidità e soprattutto con una grandissima prospettiva di sviluppo, grazie soprattutto al nostro comitato scientifico di prim’ordine. Abbiamo investito per anni in silenzio su ciò che stavamo facendo, ora è giunto il momento di darne visibilità, ringraziando tutte le persone che stanno lavorando a questo progetto, partendo dal mio staff in particolar modo Aldo Dallefratte, coordinatore percorso Alta Formazione, Lucio Muraro, responsabile percorso Alta Formazione e Barbara Cestele, responsabile contabilità percorso Alta Formazione. Voglio però ricordare le Barelli, che a Roncegno portano avanti il percorso di manager della SPA, l’Istituto Ivo de Carneri di Civezzano, nonché tutti gli attori che in Valsugana si stanno adoperando perché questo progetto si concretizzi, APT Valsugana Lagorai e associazioni di categoria, Asat e Unat».



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