
di LINO BEBER
La via prende il nome del giorno in cui la cavalleria italiana arrivò a Trento il 3 novembre 1918; prima era chiamata via delle Scuole perché il primo edificio sulla destra della strada, palazzo Cerra, nel 1875 fu alzato e ampliato per ospitare le scuole elementari comunali. Durante la Grande guerra la via fu chiamata “Radetzky Strasse”.
SEGUE UNA piazzetta, nella quale un tempo era situata una “lavandara”, dove le donne si recavano a lavare i panni e la facciata con l’ingresso principale di palazzo Hippoliti, precedentemente della famiglia Lener von Lehen che fece edificare la chiesetta di santa Elisabetta inaugurata nel 1648, il cui ingresso si trova nell’omonima piazzetta. Il portale del palazzo, dove nella chiave di volta risalta un bel grappolo d’uva, i capitelli decorati con foglie d’acanto e nei pilastri il profilo di un uomo incoronato e di un giovane, è affiancato da due pilastri di pietra bianca sormontati da teste barbute con le corna, un affresco raffigurante un gambero arricchisce la facciata.
NELLA CORTE INTERNA è visibile l’affresco dell’Annunciazione in una cornice di stucco sotto la quale c’è lo stemma Hippoliti. Il palazzo, dopo il restauro, è ora sede degli uffici del Catasto e Tavolare e di alcune sale comunali utilizzate per mostre, incontri, celebrazione dei matrimoni civili, mentre la corte interna è usata anche per spettacoli e proiezione di film.
LUNGO LA VIA si apre vicolo degli Orti, case di abitazione e il complesso architettonico con tratti di mura merlate un tempo proprietà della famiglia Lener von Lehen e poi dei nobili Wolkenstein, dopo il matrimonio nel 1722 tra la baronessa Maddalena Lener von Lehen e il conte Johan Joseph Wolkenstein, che lo stesso anno fece applicare sulla chiave di volta del portale lo stemma del suo casato. Nel 1872 Leopold Wolkenstein vendette la proprietà all’imprenditore Ilario Castelpietra, il quale la divise in due porzioni: una data in affitto al Giudizio e all’Ufficio delle Imposte e l’altra ad Antonio Bertoni fu Giuseppe. Nel 1887 Maria Castelpietra fu Ilario vendette l’edificio all’Imperial Regio Erario della Giustizia e della Finanza che poco dopo rivendette una porzione ad Antonio Bertoni per 5.500 fiorini austriaci.
Nel 1890 Giuseppe Bertoni, il maggiore dei quattro figli maschi di Antonio, iniziò l’attività di Trattoria e Locanda con l’insegna Al Moro in segno di riconoscenza al padre che per la sua carnagione scura era chiamato el Moro.
Uno dei fratelli di Giuseppe è Antonio, il noto giudice che dal 1946 al 1950 fu sindaco DC di Pergine. Una porzione del palazzo fu sede dell’ex Pretura, mentre il ristorante continuò la sua attività dopo Giuseppe Bertoni con la vedova Paola Tecilla coadiuvata dal fratello Domenico e dal 1939 a circa 1944 fu affidata a Vittorio Betti, che stava costruendo l’Albergo Ristorante “La Rotonda”. Nel 1946 la gestione della Locanda passò ad Assunta Piva e Giovanni Magnago fino al 1976. Nel 1971 Giulio Bertoni vendette la proprietà a Fontanari Mario, che dal 1976 al 1980 eseguì lavori di ristrutturazione e nel 1980 i fratelli Fontanari Graziella, Enrico e Aldo ripresero l’attività di ristorazione.
IL LATO DESTRO della via, partendo dall’alto, presenta una serie di palazzi del secolo XVIII tra loro uniti, tra i quali spicca palazzo Leporini, che riporta una scritta datata 1525, mentre lo stemma di famiglia con l’immagine della lepre è posteriore. Nel 1580 circa il palazzo fu sede della prima scuola perginese e il primo maestro laico fu Orazio Leporini.
SUL PALAZZO DI FRONTE al ristorante Al Moro una lapide ricorda Roberto Iobstraibizer volontario di guerra nell’esercito italiano deceduto a Modena il 29 maggio 1918 a causa di un colpo di rivoltella “maneggiata da mani incaute” e, dopo il funerale in pompa magna a Modena, sepolto a Pergine; Roberto era nato in Argentina nel 1894 dal ceppo genealogico che nel 1726 da Fierozzo era sceso a Serso e poi nel 1795 a Pergine.
DOPO IL VICOLO DEI TINTORI la via prosegue con palazzi tra cui quello appartenuto alla famiglia Zarattini, ora proprietà Groff con il negozio Il quadrifoglio di articoli per la scuola, seguito da quello appartenuto alla famiglia Vinciguerra e infine quello della famiglia del dottor Alfonso Lorenzi che sul portale riporta lo stemma della capra rampante (attuale proprietà della famiglia Andreatta).
Dopo una stradina privata che collega via 3 Novembre con via Crivelli sorge un nuovo edificio costruito negli anni '80 sede di esercizi commerciali, una casa di abitazione, un edificio con numerosi appartamenti seguito dal vicolo Alberti con il successivo palazzo omonimo un tempo proprietà della famiglia Alberti D’Enno che diede alla chiesa tridentina due principi-vescovo: Francesco Felice Alberti d’Enno (1701-1762) dal 1758 al 1762 e Giuseppe Vittorio (1623-1695) dal 1691 al 1695 che sono ritratti in due quadri conservati in una sala al pianterreno di palazzo Hippoliti. Sul palazzo Alberti una lapide ricorda Luigi Giongo caduto per la patria il 24 giugno 1866 nella battaglia di Custoza nella terza guerra d’indipendenza. Il palazzo è stato sede del Monte di Pietà comunale fino al 1913. Segue una costruzione a un solo piano, un tempo della famiglia Cerra e poi della famiglia Torgler con la tipografia; ora in quei locali c’è la Parafarmacia della dottoressa Angela Sittoni.
La piazza su cui si affaccia l’entrata di palazzo Cerra, un tempo chiamata piazza delle Scuole,finita la Prima grande guerra fu dedicata all’irredentista Mario Garbari (1897-1917).