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Pergine. Una scultura simbolo del dono del sangue





di LINO BEBER

Sabato 10 settembre nella centralissima piazza Erardo Fruet, dove un tempo c’era l’orto prima della famiglia Cerra e poi dei conti Crivelli, la sezione AVIS perginese ha inaugurato un’artistica opera dello scultore locale Paolo Vivian.

Su una base di acciaio cortèn è cementata una pietra porfirica che sostiene un albero metallico verniciato di rosso con le radici ancorate nella dura pietra e i rami rivolti in alto e nella parte alta del tronco spicca una scultura di marmo bianco di Carrara raffigurante una mano dalla forma di colomba a simbolizzare il dono del sangue e la pace.

L’albero rappresenta la vita, il colore rosso il sangue arterioso, che contiene un’enorme quantità di globuli rossi (circa 25 miliardi di miliardi) che al proprio interno contengono la proteina emoglobina che, grazie al ferro in essa contenuto, portano in circolo l’ossigeno che serve per bruciare zuccheri e grassi per fornirci di energia.

L’occasione di questo momento celebrativo mi offre lo spunto per alcuni pensieri. Fin dai tempi degli Egiziani (3.000 a.C.) si riteneva che il sangue fosse sede dell’anima e che l’apporto di sangue fresco ritardasse l’invecchiamento. Per il filosofo greco Eraclito (535-475 a.C.) l’essenza delle cose è il movimento, il pànta rèi (= tutto scorre) potrebbe avere nel sangue il suo simbolo per eccellenza. Il medico greco Ippocrate usava il salasso per eliminare la febbre e purificare il corpo. Il medico romano Celso (I sec.d.C.) ricorda l’uso di far bere agli epilettici il sangue, ancora caldo, di gladiatori uccisi nell’anfiteatro. La parola sangue è una delle più usate nel nostro linguaggio di tutti i giorni. “La vita di una creatura risiede nel sangue” (Bibbia, Levitico 17,11). Nelle varie culture il sangue è inteso come sede della vita e dei sentimenti, come l'essenza vitale.



Il sangue indica la famiglia, la stirpe, i figli, i discendenti, “sangue del mio sangue”. Qualcuno di noi è di sangue reale e nobile, il sangue blu, altri di sangue plebeo e popolano, ma tutti con lo stesso DNA. Per la religione cristiana l’umanità è stata redenta dal sangue di Cristo e Dante parla de “’l sangue per Giuda venduto” (Purgatorio XXI,84). Il Flegetonte è il fiume infernale bollente di sangue. Il battesimo di sangue era il martirio e la fede era rinvigorita dal sangue dei martiri. Nella poesia “I sepolcri” di Ugo Foscolo, il poeta nella chiesa di S.Croce a Firenze con la tomba di Machiavelli scrittore de “Il Principe” esclama: “Quando vidi il monumento ove posa il corpo di quel grande che temprando la scettro a regnatori gli allor ne sfronda , e alle genti mostra di che lacrime grondi e di che sangue. Di chi dona tutto se stesso per un ideale diciamo che è pronto a donare il sangue per un’idea. Al grido di “sangre y muerte” (=sangue e morte) Pancho Villa ed Emiliano Zapata iniziarono la loro rivoluzione in Messico. Alcuni proverbi e i modi di dire relativi al sangue sono infiniti:

  • Buon sangue non mente

  • Il sangue non è acqua

  • Il riso fa buon sangue

  • Cavar sangue da una rapa (il bravo maestro che riesce a far imparare allo scolaro zuccone)

  • Un bimbo tutto latte e sangue (il reclame della salute)

  • Piangere lacrime di sangue

  • Il sangue innocente grida vendetta

  • Il fisco succhia il sangue ai cittadini Ricordo che il sangue assomiglia al signor Hyde e al dottor Jekyll del romanzo dello scrittore scozzese Robert Louis Stevenson, è un’arma a doppio taglio, che può - se non puro - creare problemi anche seri a chi lo riceve. Il purosangue è il cavallo di razza e il sangue che noi doniamo agli altri deve essere un sangue puro. È importante donare sangue, ma soprattutto di qualità. Concludo con una battuta: il colmo di una goccia di sangue è non essere in vena!




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