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Pergine. La piccola Vittoria allo Zecchino d'Oro da oggi fino a domenica




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di GIUSEPPE FACCHINI

Vittoria Spedaliere di Pergine è in gara all’edizione numero 64 dello Zecchino d’Oro, il festival canoro per bambini più amato d’Italia.


Tre appuntamenti pomeridiani in diretta su Rai1, venerdì 3, sabato 4, domenica 5 dicembre alle 17.05 dallo studio televisivo dell’Antoniano di Bologna. A condurre i primi due pomeriggi Francesca Fialdini e Paolo Conticini, mentre la finale di domenica sarà condotta da Carlo Conti. Da segnalare Orietta Berti che insieme al Piccolo Coro canterà la canzone “Amazzonia”. Il tema di questa edizione è “Un viaggio bellissimo”, lo Zecchino d’Oro è una avventura in cui si può volare lontano, sulle ali della fantasia, per emozionarsi e divertirsi.


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Sono 14 le canzoni in gara scritte da 31 autori tra i quali spiccano le firme di Claudio Baglioni. Marco Masini, Flavio Premoli e tanti altri. I piccoli interpreti sono 17 provenienti da tutt’Italia scelti tra migliaia durante il casting, e canteranno le canzoni insieme al Piccolo Coro dell’Antoniano diretto da Sabrina Simoni.

E tra i bambini concorrenti anche Vittoria Spedaliere, 6 anni che abita a Pergine. Originaria del Molise da mamma Veronica e papà Antonello, si è trasferita in Trentino per motivi di lavori dei genitori.

Vittoria è una bambina molto vivace e intelligente, oltre a recitare, inventare canzoncine e nuotare, adora giocare con le sue tre bambole che considera come sorelle. Da qualche tempo studia musica e composizione, tastiere e pianoforte, alla scuola “Suonare la musica”, con il Maestro Fabio Mattivi dell’Ensemble Frescobaldi. E’ una bambina di talento e già voler studiare musica è sicuramente una bella cosa.


La canzone di Vittoria è “Potevo nascere gattino” scritta testo e musica da Lodovico Saccol. Il brano ci insegna che ognuno di noi è unico e prezioso così com’è, anche se a volte, quando non ci sentiamo a nostro agio, vorremmo essere qualcun altro. Ma nessuno sceglie come nascere o dove crescere, l’importante è apprezzare se stessi per quello che si è. Un inno alla diversità e alla bellezza della propria vita che è unica.





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