Accertamenti a 360 gradi sono in corso per verificare le modalità con cui la scorsa notte è avvenuta la fuga dell'orso M49 dal recinto del Casteller, dove si trovava dallo scorso 29 aprile.
Lo ha riferito il presidente della Provincia autonoma di Trento, affiancato dall'assessore all'agricoltura, foreste, caccia e pesca, dal dirigente del Dipartimento agricoltura, foreste e difesa del suolo, Romano Masè, dal dirigente del Servizio foreste e fauna, Giovanni Giovannini e dal coordinatore del Settore grandi carnivori, Claudio Groff, incontrando i giornalisti. Il plantigrado si trova attualmente nella zona più in quota della Marzola, difficilmente accessibile agli escursionisti. La posizione dell'animale viene trasmessa dal radiocollare ogni 10-15 minuti agli agenti del Corpo forestale provinciale, che stanno presidiando la zona. La presenza delle pattuglie è stata potenziata anche a tutela dell'incolumità pubblica; in caso di necessità potranno intervenire anche la squadra emergenze e l'unità cinofila.
Confrontandosi a più riprese con il ministro dell'ambiente oltre che con il sottosegretario alla presidenza del consiglio dei ministri, il presidente della Provincia ha ricordato come a partire dal 24 luglio 2019 - pochi giorni dopo la prima fuga del recinto situato a Trento Sud e certificato da Ispra - l'Amministrazione abbia chiesto al Ministero di individuare nuove aree in Italia o all'estero per la captivazione di soggetti pericolosi come M49.
È attualmente in vigore l'ordinanza del 28 aprile 2019, che prevede la cattura dell'animale. Solo di fronte ad una situazione di pericolo per l'incolumità pubblica, il personale può ricorrere all'abbattimento dell'esemplare. La Provincia, che ha eseguito diversi interventi al recinto per renderlo più sicuro, prevede ora di eseguire ulteriori lavori di adeguamento. Secondo i primi accertamenti, l'animale non sarebbe rimasto ferito nella fuga dall'area faunistica dove da alcuni anni si trova l'orsa DJ3.