Spazio informativo realizzato grazie al contributo della Cassa Rurale Alta Valsugana
di JOHNNY GADLER
Presidente Pederzolli, quando è nato il Circolo Tennis Levico?
«La nostra società è stata fondata oltre cinquant’anni fa da mio padre, il dott. Luciano Pederzolli, con Ludovico Dellantonio, che è stato per lunghi anni presidente, Giovanni Uez, altro presidente storico, Ezio Del Grosso anch'egli presidente, e altri soci».
Quanti soci contate oggi?
«Devo dire che siamo un gran bel gruppo, con oltre 200 soci, d’età compresa tra i 6 e i 70 anni, provenienti per lo più da Levico e dalla Valsugana, ma anche dalla città di Trento e dagli altipiani. Del resto la nostra location è incantevole e per questo assai apprezzata da tutti, villeggianti compresi. Infatti siamo ben inseriti nella realtà cittadina non solo dal punto di vista sportivo, ma anche sociale e pure turistico. Nel nostro impianto mettiamo a disposizione quattro campi da tennis di proprietà comunale che noi abbiamo in gestione».
Quale tipo di attività svolgete?
«Abbiamo un’attività giovanile che si basa sulla scuola tennis standard school della federazione italiana tennis, diretta da Matteo Gotti direttore tecnico, con altri maestri federali Gianluca Pecoraro di Borgo e Tommaso Pederzolli. Poi nel nostro organico è presente un preparatore fisico fisso, Gianluca Fedel, lo psicologo, il professor Carloni, nonché il fisioterapista Daniel Blaskovic».

Come funziona la scuola?
«La scuola è aperta tutto l'anno ed è frequentata in media da circa 80 bambini. Il nostro corso base segue il calendario scolastico da ottobre a giugno, con due o più lezioni settimanali a seconda della scelta dell’allievo. D’estate la scuola continua con un full time: i bambini, infatti, arrivano al mattino, pranzano da noi e rimangono fino alle 16. Una formula molto gradita dai genitori che lavorano, tanto che l’anno scorso abbiamo avuto oltre 180 bambini presenti per più settimane e per quest’anno annoveriamo già numerosi iscritti, anche perché abbiamo voluto proporre questa opportunità a prezzi piuttosto contenuti, che si possono ulteriormente abbattere, quasi fino a zero, usufruendo del welfare provinciale».
Sconti a parte, molti ancora pensano che il tennis sia uno sport piuttosto costoso…
«Può esserlo se uno lo esercita a livello professionistico, ma per chi lo svolge come attività sportiva basica, in fatto di costi il tennis si posiziona al livello degli altri sport, o risulta addirittura più conveniente».

Che cosa offrite oltre alla scuola di tennis?
«Abbiamo diverse squadre che partecipano ai campionati provinciali e nazionali. Il campionato più elevato a cui siamo iscritti è quello di serie B con una squadra formata da semiprofessionisti, a scendere giù fino all’Under 10 giovanile. Organizziamo manifestazioni che vanno dal torneo sociale fino ai tornei nazionali più importanti. Ricordo inoltre che nelle nostre fila annoveriamo Alessandro Fronza, campione italiano under 12 e che spesso andiamo nelle scuole a presentare il tennis sia con un programma federale denominato “Racchette di classe”, sia con il progetto del CONI provinciale che ci vede presenti nelle scuole elementari del nostro territorio».
Perché fare tennis come attività sportiva?
«Con il tennis, a differenza di gran parte degli altri sport, sono fondamentali la coordinazione e l’attenzione mentale,

quindi è un’attività che sviluppa tantissimo l’aspetto coordinativo e della concentrazione dei ragazzi. Non si tratta di uno sport facile, perché richiede determinate attitudini non comuni a tutti – avere voglia di fare fatica, avere curiosità di apprendere e avere rispetto per gli insegnanti – ma è uno sport che permette, con la giusta determinazione, di migliorarsi sempre nel tempo, anche a 70 anni. I ragazzi di oggi magari preferiscono i giochi di squadra, calcio in primis, ma posso assicurare che anche il tennis, pur essendo uno sport individualistico, offre importanti momenti di socializzazione con piccole competizioni a squadre, a livello di circolo, provinciale o nazionale».

Le straordinarie imprese realizzate dal nostro Jannik Sinner in questi ultimi mesi stanno facendo da traino per questo sport?
«Direi che l’effetto Sinner si nota molto soprattutto a livello amatoriale nella fascia dei 30-40enni, i quali magari per varie ragioni di lavoro o di famiglia avevano smesso e ora vedendo Sinner in campo hanno ritrovato l’entusiasmo per ritornare a giocare. Nei più piccoli, invece, questo effetto traino è piuttosto flebile per tanti motivi, a cominciare dal fatto che ci sono sempre meno bambini e che risulta senz’altro più semplice andare a tirare due calci a un pallone anziché impugnare una racchetta da tennis».
Chi fosse interessato alle vostre attività, come può mettersi in contatto con voi?
«Sul sito www.tennislevico.it, nonché sui nostri canali social sono presenti tutte le informazioni necessarie. Prenotazioni e tesseramenti possono essere effettuati anche direttamente online, chi vuole telefonare può fare riferimento a Giulia responsabile delle attività giovanili o a Michele responsabile di gestione dell’impianto. Tutti i numeri di telefono sono disponibili sul nostro sito internet. Vi aspettiamo!»