di GIUSEPPE FACCHINI
PERGINE VALSUGANA – È strano scrivere di Roberto Gerola, quando per decenni è stato lui a scrivere la storia di Pergine e dell’Alta Valsugana per più di 50 anni, la storia anche delle persone delle quali sapeva descrivere con attenzione le singole peculiarità. Ma nella storia ora è di diritto anche lui, grazie al suo lavoro davvero prezioso, iniziato nel 1965 e proseguito fino a pochi giorni fa. Nel 1995 è stato vittima di un grave incidente stradale, ma la sua tempra e la volontà gli hanno permesso di ritornare alla grande al lavoro di giornalista che è stata anche una vera e propria passione.
E’ stato collaboratore del quotidiano “Alto Adige” prima nella redazione di Trento, poi giornalista nella redazione di Bolzano e poi di nuovo a Trento e con il suo lavoro ha contribuito alla nascita delle pagine dedicate alle valli sul quotidiano poi divenuto “Trentino”. Un lavoro il suo, che ha contribuito non solo a informare i cittadini di tutto quanto succedeva, ma anche a formare le persone soprattutto in un'epoca nella quale le fonti di informazioni erano diverse da quelle attuali.
Credo che la definizione di Roberto Gerola che può andare bene è quella di testimone del tempo.
Roberto era un giornalista molto intransigente nel suo lavoro e molto appassionato, cercava le notizie e le creava, non mollava mai l’osso e quando era convinto di una cosa non aveva problemi a manifestare le proprie idee e i propri convincimenti e le portava fino in fondo costi quel che costi. Un carattere sanguigno e aperto che l'ha portato a scrivere le cronache e la storia di Pergine per decenni. E’ stato cronista ma se gli mandavi un comunicato stampa non faceva mai un copia e incolla, lo descriveva e lo interpretava secondo la sua sensibilità. Era presente ad ogni iniziativa, tutti gli siamo debitori e grati per aver raccontato la nostra vita, quella della nostra comunità e del territorio. Gerola era anche un ottimo fotografo, il suo archivio fotografico un autentico patrimonio.
Da ricordare le mostre delle quali è stato protagonista, l’ultima a Canezza tra il 2016 e il 2017 “Modificando” quando ha donato al locale museo tante testimonianze visive sulla storia della frazione e non solo.
In occasione della mostra aveva scritto: «Sono approdato al giornalismo nel gennaio 1965 e non ho mai smesso, se non durante i 15 mesi della leva militare. Ero ufficiale degli alpini e dell’ANA Trento, sono ora dirigente oltre che del periodico “Doss Trent”. Nel 1967-68 ho insegnato al liceo Prati di Trento. Nel 1971, superati gli esami, ho ottenuto il titolo di giornalista professionista e sono stato assunto al giornale “Alto Adige”, poi divenuto “Trentino”, nel quale avevo iniziato come collaboratore nel 1965. La professione mi ha portato a fotografare e scrivere dell’evoluzione di Pergine. In questi oltre 50 anni ho assistito a modiche sostanziali del centro storico, sono scomparsi luoghi caratteristici, angoli da godere, siti legati alla nostra storia, nel bene e nel male. Al loro posto tanti edifici. Ho conosciuto ogni strada, ogni piazza, ho fermato con un “clic” quanto stava succedendo il più fedelmente possibile».
Roberto Gerola era un tutt’uno con il Corpo degli alpini al quale si dedicava con tanta passione, era stato anche direttore del periodico del sodalizio nonché consigliere di zona. Il Bollettino comunale “Pergine notizie” è nato anche grazie a lui nel 1978 e ne è stato direttore per tanti anni fino al 1995. Sul fronte associazionistico è stato Presidente del Tiro a segno nazionale, sezione di Pergine e del Comitato Turistico Locale, componente dello Sci Club Panarotta. Molto importante il suo impegno anche nella Banda Sociale di Pergine, della quale ha fatto parte nel direttivo, oltre che come presentatore di tanti concerti.
Roberto Gerola lascia la moglie Giuliana, il figlio Fabio e suoi cari nipoti.
I funerali si svolgeranno lunedì 29 giugno alle 14.30 nella Chiesa parrocchiale di Pergine.
Grazie Roberto.
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