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Iva Zanicchi: «Devo la mia carriera a due centrali elettriche»


Iva Zanicchi

Abbiamo intervistato una delle grandi protagoniste del mondo dello spettacolo e della canzone italiana durante una pausa del programma "L'Isola dei famosi" nel quale è opinionista...

di GIUSEPPE FACCHINI

Iva, com'è nato il tuo amore per la musica?

«Vengo da Vaglie di Ligonchio, paesino dell’Appennino lontano da tutto, ma con due centrali idroelettriche: ogni anno da Milano venivano i capi ingegneri e si organizzava uno spettacolo. Il regista era nientemeno che un giovanissimo Ermanno Olmi. Lì nacque il mio grande desiderio di calcare, un giorno, il palco. Poi mamma adorava la musica, mi cantava tutte le romanze e anche la mia bisnonna aveva una voce meravigliosa. Era il dopoguerra, c’era voglia di rivalsa, papà faceva l’elettricista nella centrale, eravamo quattro figli e non si navigava nell’oro. Ricordo quei tempi con nostalgia e affetto.»

Le tue prime esibizioni?

«In chiesa, ai matrimoni, ai funerali... Inoltre avevo la nonna che gestiva l’unica osteria del paese. Lì le donne non erano ammesse, ma io essendo di casa potevo starci. Il passatempo dei paesani era di andare all’osteria il sabato e la domenica, bere vino toscano e cantare per delle ore. E cantavo anch’io.»


L'approdo a Castrocaro?

«Mamma mi mandò a Reggio Emilia, da un maestro meraviglioso, Leopoldo Bertani, un non vedente che m'insegnò molto. Facevo tanti concorsi, lui mi accompagnava al piano e vincevo. A Castrocaro no: per l’emozione persi la voce. Poi però mi scritturò un discografico e dopo tre anni incisi “Come ti vorrei”, un bel blues, ancora oggi la mia canzone preferita.»

Con la voce hai spaziato molto...

«Sì, ti diverti, ma poi non paga perché decidono i discografici. Mi mandarono a Sanremo e nel 1967 lo vinsi per la prima volta. Una grande emozione, rovinata dalla morte di Luigi Tenco per il quale piansi molto. La mia vittoria più bella fu nel '69 con “Zingara” insieme a Bobby Solo che ammiro tanto.»


Le tue esperienze all'estero?

«Ho cantato in tutto il mondo, prima artista europea a fare 55 date in URSS. Mi vollero perché avevo vinto tre volte Sanremo. Esperienza straordinaria.»


Hai dato la voce ad autori internazionali straordinari come Mikis Theodorakis...

«Durante la dittatura militare greca lui era in carcere, la sua musica proibita. Mi fece avere un paio di canzoni. Me ne innamorai subito per la bellezza della musica; ne uscì un album con le sue composizioni in cui ci misi davvero il cuore. Un giorno venne a Roma e gli feci sentire “Un fiume amaro”. Pianse per tutto il pezzo. La sua musica aveva incontrato la mia voce. Mi fece una dedica sulla copertina del disco, la più bella dedica mai ricevuta.»


Altre grandi collaborazioni?

«Ho cantato quattro canzoni di Roberto Carlos tra cui “Testarda io”. Ho lavorato anche con Lucio Battisti, un incontro fantastico. Era molto spiritoso e allegro, tutt’altro che chiuso e taciturno come spesso lo descrivono. Nei cori del brano “Il mio bambino” riconosci la sua voce. Altri grandi incontri furono con Paolo Conte e con Aznavour. Di quest'ultimo incisi un album con le sue canzoni, un disco che mi è molto caro.»


E "La riva bianca, la riva nera"?

«Non volevo inciderla: il testo mi pareva troppo drammatico. Poi la cantai davanti agli autori e mi commossi. Quando capita vuol dire che sarà un successo.»


La tua carriera da conduttrice?

«La Tv è un mezzo straordinario per arrivare alla gente e mi ha sempre incuriosita. Fui la prima a condurre un quiz al mattino, poi per 12 anni feci “Ok, il prezzo è giusto!”, un format così potente che la gente ormai mi considerava più una conduttrice che una cantante. Fu molto difficile rientrare, così come lo fu dopo l'esperienza di parlamentare europea. Me l'avevano detto, ma sono andata controcorrente e non me ne pento, perché anche quella è stata un'avventura fortissima, sono stata nei paesi più poveri dell’Africa, in Congo, esperienze che ti lasciano il segno.»


Come vivi l’esperienza di opinionista a “L’isola dei famosi”?

«A volte esagero, ma senza offendere nessuno. Ilary Blasi è una donna meravigliosa, una professionista seria, affabile, gentile. Poi c’è questo giovane uscito dal Grande Fratello, Tommaso Zorzi, bello educato, preparato... Mi piace molto, lo dico da mamma e anche da nonna.»


Come proseguirà il tuo 2021?

«Sto lavorando a un nuovo CD, farò due puntate in Tv sulla mia vita, ma che sarà anche uno spaccato dell'Italia degli ultimi 60 anni. Inoltre, dopo tre autobiografie, scriverò un romanzo. Scrivere è terapeutico».


Un ricordo del Trentino?

«A Canzonissima Trento era la mia città, mi arrivavano tantissimi voti da voi trentini. Sono venuta in Trentino varie volte. Amo da sempre la montagna e la sua gente. Ho paura a volare, ma quando sorvolo le montagne innevate, dico, "quanta bellezza Dio hai creato". Uno spettacolo unico.»


Ha collaborato l'avvocato

Giuseppe Origlia














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