È partito il progetto dell'APT Valsugana Lagorai per formare degli ambasciatori del territorio; residenti che possano trasmettere ai turisti l'amore per la Valsugana, valorizzando le unicità di questi luoghi dove il "distanziamento" è naturale...
di JOHNNY GADLER
LAGHI – Più di 2 milioni e 200 mila “pernottamenti venduti”, di cui oltre il 50% provenienti dall’estero: è questo il “tesoretto” che la Valsugana, con grande fatica, aveva saputo crearsi in questi anni quale destinazione turistica ambita per la sua tranquillità e il suo ambiente incontaminato, tanto da essere premiata – proprio l’anno scorso – con la certificazione per il turismo sostenibile secondo i criteri del GSTC, prima destinazione al mondo ad aver ottenuto un simile riconoscimento.
Traguardi che – sotto i colpi dell’emergenza Covid-19 – ora sembrano sciogliersi come neve al sole, delineando una crisi dell’intera filiera che sul nostro territorio, non avendo una stagione invernale, appare ancora più stringente.
«Lo scenario è apocalittico e forse nulla sarà più come prima – aveva detto alcune settimane fa, senza tanti giri di parole, il Presidente dell’Apt Valsugana Lagorai, Denis Pasqualin – ma bisogna essere positivi, perché ogni crisi nasconde sempre anche nuove opportunità». Quali?
Ad illustrarle sono stati – il 13 maggio scorso, in una conferenza stampa – lo stesso presidente dell’Apt Pasqualin, il direttore Stefano Ravelli, assieme al sindaco di Calceranica al Lago, Cristian Uez, e all’assessore al turismo del comune di Caldonazzo, Marina Eccher.
«Turismo – ha detto Pasqualin – non è solo “PIL”, alberghi, spiagge, ristoranti, commercio. Turismo significa anche...
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