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Golf Club Roncegno: il golf tra sport, natura e relax





Tra le strutture sportive operanti in Valsugana, il Golf Roncegno è quello che sta riscuotendo unanimi consensi non solo perché questa disciplina è in forte crescita in Italia ma soprattutto perché il Golf Roncegno, oltre alla possibilità di vivere una piacevole esperienza sportiva a contatto con la natura e in assoluto relax, è un luogo di vera aggregazione sociale. Per saperne di più abbiamo intervistato Vincenzo Sglavo, che del Golf Roncegno è il presidente.


Presidente, quando e perché nasce il Golf Roncegno?

«Il Golf Club Roncegno Valsugana nasce nel 1998 dalla volontà di alcuni appassionati di golf di Trento e dell’Alta Valsugana che avevano riconosciuto nell’area a valle dell’abitato di Roncegno, nei pressi del Centro Sportivo, un ambiente ideale per realizzare un campo pratica di golf. Sostenuti dall’Amministrazione comunale e grazie all’intervento del Servizio Ripristino della Provincia nel giro di pochi mesi vennero realizzati il driving range (ovvero il campo pratica) e tre buche par 3 tra i campi da tennis, il campo da calcio e il Brenta Vecchio, recuperando un’area dismessa, al tempo adibita a discarica.  Nel corso degli anni il sodalizio si è ingrandito facendosi parte attiva prima per realizzare altre tre buche nel 2010 per poi arrivare al campo regolamentare a nove buche nel 2020. Il campo si snoda ora anche lungo le sponde del torrente Larganza per arrivare fin quasi sotto il Parco delle Terme di Roncegno. Il Golf Club gestisce un’area di circa 30 ettari che oltre alle nove buche e al driving range comprende un percorso da foot-golf (aperto nel 2021), un bellissimo percorso ciclopedonale, un parco giochi, sei campi da tennis, un campo da calcetto e uno polivalente, un ampio parcheggio e l’accogliente club house con bar, spogliatoi, terrazza e sala riunioni.


Molti affermano che il Golf è sport d’élite...

«Questo probabilmente si dice perché i club più datati rappresentavano quasi dei circoli privati dove si riunivano persone abbienti. Oggi non è più così; quasi tutti i golf club sono frequentati da persone di ogni tipo, di ogni età e di ogni ceto sociale, semplicemente perché appassionate dello sport più praticato al mondo. I club sono sì ancora centri di aggregazione, ma aperti a tutti sia per praticare il golf che per attività ricreative di vario tipo e ognuno può accedervi senza dover necessariamente mettere mano al portafoglio».


Si dice che lo sport favorisca la socializzazione, ma nel golf essendo uno sport individuale?

«Da questo punto di vista il golf è lo sport perfetto. È vero, è uno sport individuale e quindi se uno ha un’oretta e vuole praticarlo lo può fare senza dover contare sulla presenza di un compagno o di una compagna. Normalmente però, soprattutto durante una gara, si gioca in gruppi da due a quattro (detti flite) e siccome il completamento di nove buche può occupare circa due ore durante le quali si percorrono circa tre chilometri a piedi o su un car elettrico biposto, è evidente che i momenti di socializzazione diventano la norma. Nei paesi anglosassoni, del nord Europa o in Giappone, dove il golf è praticato quasi da un abitante su due, si dice che i migliori affari e le migliori amicizie si coltivano sul campo da golf. A questo si deve aggiungere il fatto che per come è regolamentato il gioco, il flite può essere costituito da giocatori o giocatrici di livello anche molto diverso tra loro, senza che questo comporti alcuna frustrazione. Infatti, siccome ogni giocatore, a seconda del suo livello di gioco, è dotato di un cosiddetto handicap (ovvero un numero di tiri in più rispetto al giocatore provetto), è frequentissimo veder giocare assieme veri e propri atleti quasi professionisti con principianti alle prime armi, nonni con i nipoti, marito e moglie (dove spesso primeggia quest’ultima…). Si dice perciò spesso che nel golf ogni giocatore non gareggia contro gli altri golfisti, ma contro il campo o contro se stesso, proprio perché se riesce a completare le buche con un numero di tiri inferiore al proprio handicap, indipendentemente dal suo livello, ha grosse possibilità di arrivare tra i primi. Ed in più, il golf è uno sport dove non conviene barare (per esempio nel contare i colpi impiegati per completare le buche): infatti, se un giocatore conta meno colpi di quelli reali, per quella gara può anche risultare vincitore, ma in quelle successive vedrà il suo handicap ridotto e quindi le sue difficoltà amplificate».


È vero che l'attrezzatura è costosa?

«Assolutamente no. Una normale sacca da golf costa un paio di centinaia di euro. A questa vanno aggiunti un paio di scarpe da golf (circa cento euro), un guanto (circa 10 euro) e delle palline (10-20 euro). Ma il tutto dura diversi anni. Io stesso uso la mia sacca da golf da più di dodici anni! Certo, come in tutti gli sport, c’è chi ama comperare gli attrezzi di ultima generazione o cambiarli ogni due anni; ma questa è l’eccezione, non la norma. I costi sono limitati anche per le quote associative o i green fee (la tariffa d’ingresso giornaliera nei campi dove non si è associati). Iscriversi ad un golf club non costa di più di un abbonamento a una palestra o a una piscina; e il green fee, anche in campi prestigiosi, si aggira dai 30 ai 50 euro».


Per praticare il golf a Roncegno cosa è necessario fare?

«Giocare a golf a Roncegno necessita di seguire alcune regole tipiche di tutti i campi da golf. Ci si può associare pagando una quota annuale oppure, se si è soci in altro campo, si accede al percorso a nove buche pagando il green free. Per i principianti sono previste particolari agevolazioni per la quota annuale ma anche per seguire le prime lezioni utili ad apprendere i rudimenti del golf e noleggiare l’attrezzatura».


Consiglierebbe il golf ai più giovani o agli anziani?

«Assolutamente sì. Il golf è uno sport che stimola l’autocontrollo, il ragionamento, la messa a punto di una strategia; non basta tirare lungo o forte, spesso si devono assecondare gli ostacoli del campo e pensare anche al tiro successivo. Per i giovani dai sei anni in su il golf può rappresentare una scuola di vita. Come detto, nel golf non si può barare perché è controproducente anche semplicemente per la gara successiva. Ma si può praticarlo anche senza troppo agonismo, semplicemente facendo riferimento al proprio livello di gioco o handicap, oppure organizzando sfide tra amici su alcune buche. Per gli anziani non c’è limite di età. È uno sport dove si cammina (ed eventualmente ci si sposta con un golf car elettrico laddove salite o discese possano essere troppo impegnative); i movimenti per lo swing (un tiro anche di diverse decine di metri) sono dolci, senza strappi o urti e quindi praticabili da tutti.  Ma poi si può trovare sempre un compagno o una compagna di gioco per condividere qualche buca, fare quattro chiacchiere e alla fine bere assieme qualcosa».


IL DIRETTIVO 2024-2028

Presidente: Sglavo Vincenzo M.

Vice-presidente: Zini Matteo

Segretario: Demozzi Francesco

Consiglieri: Voltolini Federico, Schwannauer Walter, Zuccato Carlo, Daprai Elvis, Capuzzo Alessia

Revisori dei conti: Molinari Tullio, Cavazzani Claudio














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