TRENTO – Garantire, lavorando in sicurezza, servizi adeguati all’utenza, con particolare attenzione alle attività straordinarie messe in campo dalla recente legge provinciale per contrastare i pesanti danni provocati dall'emergenza Coronavirus a tutti i settori economici.
Questo l’obiettivo del piano di rientro dei dipendenti pubblici varato dalla Giunta provinciale che ha affidato al Dirigente generale del Dipartimento personale di disporre il progressivo ripristino della prestazione lavorativa in sede da parte del personale della Provincia, in modo da garantire la presenza dello stesso nelle sedi di servizio, indicativamente, per non più del 50% del personale contemporaneamente, con conseguente adeguamento dell’orario generale di servizio. Il provvedimento varrà a partire dal 29 giugno e fino al 30 settembre.
«L’andamento favorevole dell'epidemia da COVID-19 – spiega il presidente della Provincia, Maurizio Fugatti – consente di mettere in campo nuove modalità di organizzazione del lavoro del personale provinciale dopo il periodo di smart working esclusivo che ha caratterizzato la fase acuta dell'emergenza sanitaria. Con la revisione delle limitazioni allo spostamento e con la ripresa pressoché generalizzata di tutte le attività economiche, unitamente alle diverse misure di sicurezza approntate, è ora possibile il rientro in sede del personale provinciale, secondo criteri che garantiscano ai dipendenti di poter operare in sicurezza all'interno degli ambienti di lavoro. La Giunta provinciale – conclude Fugatti – ritiene dunque di confermare che da qui alla fine del periodo emergenziale i dipendenti della Provincia siano chiamati a rientrare nei loro uffici».
La prestazione lavorativa dovrà essere resa mediante avvicendamento del personale nei luoghi di lavoro in due turni giornalieri, dal lunedì al venerdì e con orario di lavoro flessibile limitato in ragione della necessità di rispettare le misure di sicurezza previste a garanzia della riduzione del rischio di contagio COVID 19. L'articolazione dell'orario sarà di 5 ore giornaliere. Per mantenere l'orario settimanale di 36 ore verrà attuato un mix fra prestazioni da effettuare in ufficio e in smart working. La delibera prevede, inoltre, che i responsabili di struttura, in presenza di effettive esigenze di servizio a favore dell’utenza, potranno chiedere al personale una prestazione da rendersi il sabato mattina con particolare riferimento alle esigenze connesse al sostegno dell’economia e delle attività produttive.
La Giunta provinciale, che con gli assessori Achille Spinelli e Giulia Zanotelli, nei giorni scorsi ha incontrato le organizzazioni sindacali rappresentative del pubblico impiego, evidenzia inoltre che rispetto alle questioni poste dai sindacati vi siano degli spunti di interesse su cui si possa lavorare nel prossimo futuro prendendo atto dell’importante contributo che il pubblico impiego ha dato in questa fase emergenziale. In particolare, verrà considerato il recupero delle risorse per l’indennità di vacanza contrattuale fin dalla legge di assestamento 2020 e si impegna ad attivare un tavolo di confronto per il rinnovo di quello relativo alle annate 2019-2021. Per quanto riguarda i protocolli di sicurezza si fa presente che i dipendenti che sono ad oggi rientrati seguono, in accordo con quanto determinato da Azienda sanitaria, medici competenti e RSPP, specifici protocolli volti a salvaguardare la loro incolumità.
Sullo specifico tema dello smart working la giunta si è impegnata politicamente con l’approvazione dell’articolo 14 della legge provinciale n. 3 del 2020 sta elaborando in merito delle linee di indirizzo per l’approvazione di un piano strategico di legislatura che tenga insieme le esigenze di produttività, efficienza, qualità dei servizi, conciliazione dei dipendenti.